Fiji a parte, le altre grandi nazioni del rugby non hanno fallito la partita d'entrata. Pugno duro nei confronti dell'australiano Hodge autore di un tackle davvero pesante.
A sei giorni dall'inizio dei mondiali di rugby in Giappone è stato solo l'Uruguay a creare una grossa sorpresa: i sudamericani - alla loro terza vittoria in una partita di Coppa del Mondo - hanno battuto Fiji con il risultato di 30 a 27.
Le piccole nazioni degli arcipelaghi del Pacifico sono storicamente delle piccole potenze nel mondo della palla ovale. In Sudamerica - Argentina a parte - la palla ovale è uno sport in evoluzione, ancora molto giovane.
Inghilterra, Irlanda e Galles hanno battuto con una discreta facilità le loro avversarie. La Nuova Zelanda l'ha spuntata a fatica contro l'altra grande del gruppo B, il Sud Africa, mentre sempre nello stesso gruppo l'Italia ha avuto ragione della Namibia.
Pure nel gruppo C - girone di ferro con Inghilterra, Francia, Argentina, Tonga e USA - la Francia ha superato di soli due punti la temibile Argentina .
Solo le prime due classificate di ciascun gruppo accederanno alla fase ad eliminazione del torneo.
Gli All Blacks (Nuova Zelanda) sono i campioni in carica, nonché vincitori di tre coppe del Mondo. Sud Africa e Australia hanno vinto due volte a testa, una vittoria per l'Inghilterra.
Il pugno duro della giustizia sportiva
L'ala dell'Australia Reece Hodge dovrà rimanere fermo per tre partite in seguito alla decisione presa dai giudici. Reece aveva atterrato il fijiano Peceli Yato in maniera scorretta e giudicata pericolosa, a detta dei giudici. Il tackle operato dall'australiano aveva dapprima tramortito la possente ala di Fiji ( 196 cm per 110 chilogrammi) che ha dovuto in seguito lasciare il campo. I Wallabies hanno vinto l'incontro con il risultato di 39-21.
Il coach dell'Australia, Michael Cheika, si è lamentato con l'arbitro asserendo che lo stesso ha preso di mira per tutto l'incontro l'altra ala dei suoi David Pocock.
Pocock, da parte sua, ha commentato così: «A noi giocatori interessa che ci sia buona comunicazione e coerenza, tutto qui».