La federazione svizzera di sci sta mettendo in dubbio il trattamento speciale riservato a Lara Gut-Behrami, in quanto i risultati potrebbero non giustificarlo più.
Più è il successo di un atleta e più personalizzato diventa il trattamento ad esso o essa riservato. Succede in tutti gli sport e lo sci non fa eccezione.
Allenatore, fisioterapista e service-man personale, questi sono alcuni dei privilegi riservati a chi eccelle. Servizi che hanno i loro costi, investimenti che trovano una giustificazione se i risultati sono eccezionali.
Lara Gut-Behrami ha beneficiato per anni di questi privilegi. Da quasi dieci anni infatti la sciatrice ticinese ha avuto a disposizione un team privato, un allenatore personale, che risponde al nome di Pauli Gut, il padre.
Proprio papà Pauli è finanziato grazie ad un mandato della Federazione Svizzera di sci.
«Questo ha portato i suoi frutti. Grazie a questo modello Lara ha potuto festeggiare diverse vittorie oltre a vincere la Coppa del Mondo generale», ha commentato il CEO di Swiss-Ski Markus Wolf sulle pagine del quotidiano svizzero-tedesco Blick.
Considerazioni che non fanno una grinza, almeno fino a febbraio del 2017, quando la Gut ebbe un incidente ai legamenti crociati del ginocchio sinistro. Ci fu poi il tempo della convalescenza, della ripresa e dell'attesa. Per qualcuno il tempo sembra essere scaduto.
Dal ritorno alle competizioni, dopo l'incidente del 2017, Lara ha gareggiato 48 volte, conquistando cinque volte il podio, di cui una sola volta ha messo piedi sul gradino più alto. Nel corso dei Mondiali di sci di Are la ticinese è arrivata nona in Super-G, ottava in Discesa e ventunesima in Gigante.
Per un'atleta del suo calibro, i risultati si possono ritenere deludenti.
«A fine stagione ci troveremo e analizzeremo criticamente la sua posizione in seno alla Federazione», ha aggiunto Markus Wolf.
Lara Gut-Behrami si avvale anche di una consulente privata per gli aspetti della comunicazione, che la sciatrice di Comano copre con gli introiti generati dalle attività di marketing. Per essere giusti e imparziali, bisogna ricordare che ad altre due sciatrici elvetiche sono riservati i benefici di allenatori personali: Wendy Holdener e Michelle Gisin.
La Holdener ha appena vinto due ori ai Mondiali di Are, mentre nel corso delle ultime Olimpiadi in Corea del Sud si mise al collo tre medaglie: una d'oro, una di argento e una di bronzo. Mentre la Gisin, non brillante ad Are, vinse comunque l'oro Olimpico a Pyeongchang, l'anno scorso.
«Dobbiamo capire i perché della mancanza di risultati da parte di Lara - continua Wolf - bisogna appurare se dipende da lei oppure dal suo team».
Mettere in discussione papà Pauli come allenatore della figlia?
«Pauli è sempre stato un'importantissima figura di riferimento per Lara - annota il numero 1 della Federazione Svizzera di Sci - ma purtroppo non ha mai vinto nessuna medaglia d'oro ai Mondiali o alle Olimpiadi. Certo è, che nel nostro team di allenatori abbiamo gente che ha già portato degli atleti alla conquista del metallo più prezioso», conclude Wolf.
Bernhard Russi, leggenda dello sci nazionale, crede che il nome dell'allenatore abbia un peso relativo nella situazione di Lara Gut-Behrami, mentre importante sarebbe l'essere più duro con la sciatrice durante gli allenamenti.
«Lara - secondo Russi - ancora oggi ha un enorme potenziale da mettere in pista».
Mancano ancora sette gare al termine della stagione agonistica di Lara Gut-Behrami; il tempo sufficiente per dimostrare alla Federazione, al pubblico, ai critici e a sè stessa, di essere una sciatrice speciale, che merita dei trattamenti particolari.
Forza Lara!