Guerra in Medio OrienteBiden in pressing su Netanyahu: bisogna «evitare le vittime civili»
SDA
11.10.2023 - 21:05
Evitare stragi di civili a Gaza che rischiano di indebolire il sostegno internazionale a Israele, creare corridoi umanitari per evacuare i palestinesi estranei ad Hamas e trattare per la liberazione degli ostaggi, tra cui 20 americani.
11.10.2023, 21:05
SDA
Sono le priorità del presidente degli Stati Uniti Joe Biden per evitare l'escalation del conflitto in Medio Oriente, dove vede sfumare le illusioni di una exit strategy americana in una regione che ha dominato l'agenda della sicurezza nazionale negli ultimi 50 anni.
Per contenere l'incendio ha inviato il segretario di stato Antony Blinken, volato mercoledì in Israele (ma farà tappa anche in Giordania). Nel frattempo sale il numero delle vittime americane, da 14 ad almeno 22.
E sale anche la pressione dell'ala liberal del partito democratico contro l'assedio di Gaza, con il senatore Bernie Sanders che critica la decisione di Israele di tagliare elettricità, cibo e acqua: «È una seria violazione delle leggi internazionali», «prendere di mira i civili è un crimine di guerra, a prescindere da chi lo fa».
«Il nostro sostegno a Israele è incrollabile»
«Il nostro sostegno a Israele è incrollabile. Vi guardiamo le spalle», ha ribadito il presidente americano prima di richiamare Benjamin Netanyahu, dopo l'incontro alla Casa Bianca con le comunità ebraiche.
Pubblicamente il capo dello Stato americano ha mostrato pieno supporto a «Bibi» affermando che Israele ha non solo «il diritto ma anche il dovere di rispondere» e che «se gli Stati Uniti avessero subito quello che Israele sta subendo, la nostra risposta sarebbe stata veloce, decisiva e travolgente».
Ma ha anche aggiunto che nella loro penultima telefonata hanno discusso «di come le democrazie come Israele e gli Stati Uniti siano forti e più sicure quando agiscono sulla base dello stato di diritto. I terroristi prendono di mira di proposito i civili, li uccidono. Noi rispettiamo le leggi della guerra e questo è quello che importa».
Minimizzare i «danni collaterali»
Secondo alcuni media americani, privatamente Biden avrebbe insistito con Netanyahu perché la risposta contro Hamas a Gaza sia proporzionata e vengano prese misure per evitare vittime civili.
La Casa Bianca teme eventuali contraccolpi nel caso di un uso eccessivo della forza da parte di Israele, con la morte di donne, bambini e non combattenti, che rischierebbe di metterlo quasi sullo stesso piano di Hamas.
In passato l'amministrazione statunitense ha sempre messo in guardia Israele dall'entrare a Gaza, temendo che si apra un vaso di Pandora per il Medio Oriente, ma ora può solo chiedere di minimizzare i «danni collaterali».
Per questo la Casa Bianca sta coordinando un piano con altri Paesi per garantire un corridoio umanitario che consenta di uscire da Gaza ai civili che rischiano di rimanere intrappolati nell'annunciato assalto israeliano. La via di fuga sarebbe verso l'Egitto. Pressing inoltre per la liberazione degli ostaggi: gli Stati Uniti puntano sulla mediazione del Qatar, che ha accesso ad Hamas.
L'incontro tra Blinken e la leadership israeliana
Sono tutti dossier per la missione di Blinken, che dovrebbe incontrare la leadership israeliana, compreso Netanyahu, discutendo l'ulteriore sostegno militare americano e forse ribadendo a porte chiuse il monito ad evitare vittime civili a Gaza.
Ma un'altra priorità assoluta per il segretario di stato statunitense sarà quella di trasmettere un messaggio di deterrenza, in gran parte rivolto all'Iran e ai gruppi sostenuti da Teheran, come Hezbollah in Libano, per impedire lo scoppio di una guerra più ampia. O attacchi alle truppe americane in Medio Oriente, come teme il Pentagono.