G7 «Mosca mette a rischio la sicurezza alimentare globale»

SDA

8.5.2022 - 19:50

Un'immagine messa a disposizione dall'Ufficio Stampa della Germania mostra il Cancelliere Olaf Scholz, a Berlino, durante la chiamata video con i leader del G7.
Un'immagine messa a disposizione dall'Ufficio Stampa della Germania mostra il Cancelliere Olaf Scholz, a Berlino, durante la chiamata video con i leader del G7.
KEYSTONE/EPA/Guido Bergmann 

«Restiamo uniti nella nostra decisione che il presidente Vladimir Putin non deve vincere questa guerra contro l'Ucraina». È la conclusione della conferenza dei G7, che si sono impegnati ad aumentare i costi per Putin con nuove sanzioni o inasprendo quelle esistenti.

8.5.2022 - 19:50

«Lo dobbiamo alla memoria di quelli che hanno combattuto per la libertà nella Seconda guerra mondiale, continuare a combattere per essa oggi, per il popolo dell'Ucraina, dell'Europa e della comunità globale»: si legge nella dichiarazione finale della video conferenza tra i leader del G7.

In particolare i Paesi del G7 si sono impegnati a fermare l'import del petrolio russo, riferisce la Casa Bianca dopo la conferenza tra i leader.

Il gruppo dei 7 grandi della Terra, riunito in videoconferenza anche per commemorare la fine della Seconda Guerra Mondiale, scrive che la «guerra di aggressione non provocata» di Putin all'Ucraina ha portato «onta sulla Russia e agli storici sacrifici del suo popolo.

La Russia ha violato l'ordine internazionale basato sulle regole, in particolare la Carta delle Nazioni Unite, concepita dopo la Seconda Guerra Mondiale per risparmiare alle successive generazioni la piaga della guerra». «Restiamo uniti nella nostra determinazione perché Putin non vinca la guerra in Ucraina».

A coordinare i lavori Olaf Scholz, che ha la presidenza di turno e che domenica, nel suo discorso alla nazione, si è detto «profondamente convinto che Putin non vincerà e che l'Ucraina resisterà», mentre «libertà e sicurezza vinceranno come 77 anni fa contro l'oppressione, la violenza e la dittatura». Ma, ha assicurato il cancelliere tedesco, «non prenderemo alcuna decisione che porti la Nato in guerra».

Ha partecipato anche Zelensky

Alla video conferenza ha partecipato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che «ha sottolineato la ferma determinazione dell'Ucraina a proteggere la propria sovranità e integrità territoriale».

Ha affermato anche che «l'obiettivo finale dell'Ucraina è garantire il pieno ritiro delle forze russe dall'intero territorio dell'Ucraina e garantire la sua capacità di proteggersi in futuro».

Preoccupazione per la sicurezza alimentare globale

Nella dichiarazione i leader del G7 si legge poi che: «La guerra del presidente Putin contro l'Ucraina sta mettendo la sicurezza alimentare globale sotto forte stress. Insieme alle Nazioni Unite, chiediamo alla Russia di porre fine al suo blocco e a tutte le altre attività che impediscono la produzione e l'esportazione di cibo dell'Ucraina, in linea con i suoi impegni internazionali. Se non lo farà, questo sarà visto come un attacco alle forniture alimentari globali».

«Rafforzeremo i nostri sforzi per aiutare l'Ucraina a mantenere la produzione in vista della prossima stagione del raccolto e dell'esportazione, anche per vie alternative», spiega la nota del G7.

«La guerra del presidente Putin sta provocando disagi all'economia globale, con un impatto sulla sicurezza delle forniture energetiche globali, dei fertilizzanti e delle scorte di cibo, e sul funzionamento della catena delle forniture globali in generale. I Paesi più vulnerabili sono colpiti nel modo più grave. Insieme ai nostri partner a livello globale – aggiunge la nota – stiamo accrescendo i nostri sforzi per contrastare queste circostanze avverse e gli impatti dannosi di questa guerra».

Nuove sanzioni USA

Intanto, mentre Londra annuncia altri aiuti militari e umanitari all'Ucraina per 1,5 miliardi di euro, Washington rimanda a Kiev la sua incaricata d'affari Kristina Kvien e detta la linea con nuove sanzioni: nel mirino 27 persone tra dirigenti di Gazprombank e della Sberbank.

Nella blacklist degli Stati Uniti anche tre tv legate direttamente o indirettamente al Cremlino (Channel One Russia, Television Station Russia-1 e Ntv), Promtekhnologiya, azienda produttrice di armi, e otto compagnie marittime. Divieto infine di fornire servizi alle imprese russe.

SDA