Guerra in Ucraina Lavrov: «Le dichiarazioni di Borrell cambiano le regole del gioco»

SDA

11.4.2022 - 16:49

Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e sullo sfondo il ministro degli esteri dell'UE Josep Borrell in una foto del 2018
Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e sullo sfondo il ministro degli esteri dell'UE Josep Borrell in una foto del 2018
Keystone

Il ministro degli esteri Serghiei Lavrov attacca l'UE e il capo della sua politica estera, Josep Borrell, mentre dal terreno, in Ucraina, continuano ad arrivare notizie e immagini di orrori.

«Le dichiarazioni del capo della politica estera dell'UE Josep Borrell riguardo all'Ucraina cambiano significativamente le regole del gioco», ha detto Lavrov sul canale Tv Rossiya-24, ripreso da Interfax.

Il riferimento è alle parole dette da Borrell al rientro dalla missione ucraina, a proposito del «sostegno» da dare a Kiev e alla strategia da adottare nella prossima fase, in particolare fornendo all'Ucraina «quello di cui ha bisogno», cioè armi. Un sostegno che anche Stoltenberg si dice determinato a «rafforzare». La guerra in Donbass, aveva aggiunto Borrell «è una guerra di posizione».

Kiev denuncia deportazioni a Mariupol

Mentre la Russia concentra decine di migliaia di soldati per la nuova offensiva, che potrebbe essere decisiva per l'esito del conflitto, i separatisti filorussi di Donetsk, nel Donbass, citati dalla Tass, affermano che «il porto di Mariupol è stato liberato».

E Kiev denuncia che 33'000 abitanti di Mariupol sono stati deportati con la forza in Russia e nei distretti temporaneamente occupati della regione di Donetsk, secondo la ricostruzione della commissaria ucraina per i diritti umani Lyudmila Denisova nel suo canale Telegram, come riporta Unian.

Nelle zone occupate della città «è in corso una brutale retata di civili, condotta con l'assistenza di collaboratori locali», ha detto Denisova.

L'incontro Putin-Nehammer

Intanto, dopo circa un'ora e mezzo, è terminato l'incontro tra Vladimir Putin e il cancelliere austriaco Karl Nehammer che allo zar avrebbe detto: «Stai perdendo la guerra». 

«Fa la differenza essere faccia a faccia e dirgli qual è la realtà: che questo presidente ha di fatto perso la guerra moralmente»: è quanto ha detto, parlando prima della riunione Ue in Lussemburgo, il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg in vista dell'incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il cancelliere austriaco Karl Nehammer oggi a Mosca. 

«Dovrebbe essere – ha detto – nel suo stesso interesse che qualcuno gli dica la verità. Penso sia importante e lo dobbiamo a noi stessi se vogliamo salvare vite umane. Dobbiamo usare ogni possibilità per porre fine alla situazione infernale in Ucraina».

Crescono le vittime

L'Onu ha aggiornato i numeri del conflitto: sono almeno 1'842 le vittime civili dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, tra cui 148 bambini. Lo ha reso noto nel suo ultimo bollettino l'ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr), aggiungendo che i feriti sono almeno 2'493, di cui 233 minori.

Le cifre, sottolinea l'agenzia Onu, sono sottostimate, viste le difficoltà negli accertamenti sul terreno.

La Russia in default?

La Russia fa sapere di avere «sufficienti» riserve in oro e yuan e che sarà in grado di tornare a crescere, secondo la governatrice della Banca Centrale russa Elvira Nabiullina, citata dall'agenzia Bloomberg.

La Banca Mondiale ha stimato per l'economia russa una contrazione dell'11,2%. L'agenzia S&P ha posto il rating sul debito in valuta estera in «default selettivo» dopo che Mosca ha pagato in rubli e non in dollari un bond in scadenza il 4 aprile.

E la Russia aveva già annunciato che intraprenderà azioni legali se fosse stata dichiarata in default dall'Occidente, secondo il ministro delle finanze Anton Siluanov, dopo che il Paese è stato messo in default «selettivo» da S&P. «Andremo in tribunale, perché abbiamo preso tutte le misure necessarie per garantire che gli investitori ricevano i loro pagamenti».

La Cina commenta i fatti di Kramatorsk

La Cina invece ha chiesto un'indagine equa e trasparente sui fatti di Kramatorsk. La verità e la causa «dell'incidente devono essere accertate con un'indagine equa e trasparente», commenta il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian sull'attacco con un missile alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, in Ucraina, costato la vita a oltre 50 persone e che ha visto Mosca e Kiev accusarsi a vicenda.

«Nel frattempo, le questioni umanitarie non dovrebbero essere politicizzate e qualsiasi accusa dovrebbe essere basata sui fatti», ha aggiunto Zhao.