Guerra in Ucraina Profughi, Bertoli: «Bisognerà pensare alla scolarizzazione»

Red.

8.3.2022

Il direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) Manuele Bertoli (foto d'archivio).
Il direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) Manuele Bertoli (foto d'archivio).
Ti-Press

Nelle prossime settimane, in Ticino sono attesi 2'400-2'500 profughi, tra cui tante donne e bambini. Secondo il presidente del Consiglio di Stato  Manuele Bertoli, espressosi alla RSI, il cantone vuole organizzare un luogo di accoglienza centralizzato da dove poi i rifugiati raggiungeranno una sistemazione nei comuni.

Red.

8.3.2022

Anche il Ticino si prepara a un afflusso massiccio di profughi: secondo le stime della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) al cantone potrebbero venire assegnate dalle 2'400 alle 2'500 persone nelle prossime settimane.

L'intenzione è quella di creare un punto di accoglienza centralizzato «e sono in corso delle verifiche», ha detto ai microfoni della RSI il presidente del Governo ticinese Manuele Bertoli.

Nel luogo che verrà scelto si prevede «una permanenza piuttosto breve» considerando che «la maggior parte proverrà da nord e quindi passerà già prima dai centri federali oltralpe».

L'ultima ondata era stata quella dei kosovari alla fine degli anni '90 e lo scenario si prospetta piuttosto simile «con la questione del permesso S e quindi di una corsia preferenziale, diversa da quella ordinaria».

Bimbi a scuola già a settembre

Il luogo cantonale di passaggio servirà dunque a «chiarire le varie posizioni» per poi procedere a una «dislocazione in diversi punti» che dovranno anche dare la possibilità di scolarizzare i bambini, perlomeno da settembre. Ci si attende infatti l'arrivo in particolare di donne con figli al seguito. Anche in questi primi mesi, tuttavia, «da aprile fino all'estate e magari anche durante l'estate» non si potrà lasciare questi ragazzini senza nulla da fare.

«Sarà qualcosa probabilmente di parziale e puntuale», spiega Bertoli, ma «tanto dipenderà dai luoghi in cui andranno a vivere, perché più saranno capillari sul territorio e più sarà complicato». Al momento, però, mancano ancora numeri e indicazioni logistiche per procedere.

Chi è già arrivato deve ancora annunciarsi

Nel frattempo sono già arrivate famiglie che hanno trovato sistemazioni private, cifre precise non ci sono ancora, ma secondo Bertoli «non c'è il rischio» che queste persone sfuggano ai radar. Arrivate con un visto Schengen valido 90 giorni, alla scadenza dello stesso si porrà anche per loro il problema della registrazione.

Secondo l'associazione Campax, sono 1'185 gli annunci già giunti dal Ticino per accogliere privatamente dei profughi. Corrispondono a 2'696 letti.

A livello nazionale sono 15'227 persone che si sono messe a disposizione, per un totale di 37'330 posti.