Lugano Conti in rosso della Curia, si spera nelle entrate fisse... e nella «provvidenza»

pab

14.10.2022

Nicola Zanini in una foto del 2018.
Nicola Zanini in una foto del 2018.
Ti-Press / archivio

Con le dimissioni del vescovo Valerio Lazzeri, si è tornati a parlare delle finanze della Curia di Lugano, ancora in rosso. Ai microfoni della RSI lil vicario generale Nicola Zanini ha fornito alcune precisazioni sul difficile momento finanziario.

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In occasione delle dimissioni del vescovo Valerio Lazzeri, rese ufficiali in una conferenza stampa lunedì, e della nomina di monsignor Alain de Raemy in attesa del nuovo titolare, si è parlato anche insistentemente della gestione della Curia.

Il tema è d'attualità da anni, da quando cioè si è arrivati alla chiusura repentina, avvenuta in pochissimi giorni, del Giornale del Popolo (GdP) nel 2018. All'epoca furono lasciati a casa 30 collaboratori, senza un piano sociale, poiché allestirlo, stando alle stesse parole di Monsignor Lazzeri espressosi all'epoca alla RSI: «Avrebbe voluto dire mettere la diocesi in ginocchio. Ci saremmo trovati a deporre il bilancio e a fare fallimento come diocesi».

Anche gli ultimi esercizi non sono stati molto positivi: i conti del 2020 si sono chiusi con un deficit di gestione di oltre 900'000 franchi, il preventivo 2022 prevede perdite per di più di 1'700'000 franchi.

«Ci affidiamo alla provvidenza»

Da cosa deriva il deficit? Il vicario generale Nicola Zanini, alla RSI, inizia relativizzando queste cifre e citando il dato del 2021: «C'era un meno 1,2 milioni a preventivo, mentre a breve si comunicherà ufficialmente la chiusura con una perdita di 30'000 - 32'000 franchi.»

Per le entrate, «la Diocesi fa molto affidamento - chiamiamola così - sulla provvidenza», ha spiegato Zanini. Il preventivo tiene conto delle entrate fisse ma non di tutte le donazioni, più o meno importanti, ricevute durante l'anno da privati e organizzazioni.

Cosa fa la Curia per contenere i costi?

Per quanto riguarda la spesa «da anni si cerca di applicare misure di contenimento». Il pensionamento di un segretario commissionale, quest'anno, è stato per esempio compensato da una ridistribuzione dei compiti fra il personale a disposizione.

«Non si può certo tagliare», invece, ha detto Zanini, sui 270'000 franchi attribuiti a parrocchie non in grado di andare avanti da sole.

Sostegni d verificare

De Raemy al Quotidiano martedì sera aveva detto che ogni Diocesi svizzera ha problemi finanziari ma che a Lugano ci sono istituzioni sostenute dalla Curia e che queste sono un punto da chiarire. Ma quali sono?

Zanini cita fra i beneficiari di aiuti commissioni e uffici diocesani, il seminario, il liceo di Lucino, la facoltà di teologia, il collegio Papio, «tutti ambiti che ci stanno a cuore». Per Zanini, in questi casi, più che agire sui costi bisogna «bilanciare i ricavi».

L'addio al GdP ha aiutato nel senso che «alle cifre citate, oggi dovremmo aggiungere circa mezzo milione all'anno di perdite» ha concluso Zanini.