Luganese Gli abusi dell'ex direttore sono avvenuti anche a scuola

SwissTXT / Red

29.12.2022

Immagine illustrativa/foto d'archivio.
Immagine illustrativa/foto d'archivio.
© Ti-Press

Sono avvenuti anche all’interno della sede scolastica gli abusi compiuti dall’ex direttore di una scuola media del Luganese, che presto comparirà alla sbarra: come rende noto la RSI, in due occasioni e di sera, l’insegnante ha approfittato di una delle vittime all’interno dell’istituto del Luganese.

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È quanto emerge dall’atto d’accusa del procuratore pubblico Roberto Ruggeri, che ripercorre nel dettaglio i fatti – integralmente ammessi – accaduti tra la fine di maggio e la metà del luglio scorso.

In quel periodo il docente ha avuto, con la prima delle due allieve vittime delle sue attenzioni, una relazione «consenziente», ma vietata dalla legge, perché – come ricorda la RSI – consumatasi con una minore di 16 anni. In tutto si parla di una ventina di episodi, che vanno dai toccamenti fino ai rapporti completi.

I soprusi sono stati commessi sia in Ticino, sia all’estero: in auto, in alberghi di lusso, al ristorante e – come detto dall'emittente radiotelevisiva – a scuola. È capitato due volte, alla sera e quindi fuori dall'orario scolastico: una nell’ufficio del 39enne, l’altra in un’aula dell’istituto. 

Meno pesanti gli addebiti legati alla seconda ragazza

Meno pesanti gli addebiti legati alla seconda ragazza, che l’uomo è accusato di avere palpeggiato in una circostanza agli inizi di luglio, mentre si trovavano nella sua automobile, in presenza della vittima principale.

Di qui il reato di atti sessuali con fanciulli. Alle Assise Criminali l’ex direttore, difeso da Davide Ceroni, dovrà rispondere inoltre di somministrazione a fanciulli di sostanze pericolose per la salute, infatti ad entrambe le allieve aveva dato dell’alcol (vino, rhum e tequila).

Il processo – come riporta la RSI – si terrà con la formula del rito abbreviato. Le parti si sono accordate per una pena di tre anni di carcere, sei mesi dei quali da espiare. La proposta su cui si chinerà la Corte prevede pure l’interdizione a vita dall’esercizio di qualsiasi attività (professionale o extra-professionale) che implichi un contatto regolare con dei minorenni.