Epidemia La storia di Enrico, frontaliere al contrario

SwissTXT / pab

15.5.2020

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

«Il primo giorno in cui torneranno a circolare i treni dal Ticino a Milano, ci sarò seduto sopra».

Così, ai microfoni della RSI, Enrico Bernasconi, una vita con e sui treni. Ha lavorato occupando diversi ruoli per le ferrovie svizzere: da 14 anni è responsabile della promozione della Ferrovia retica a Milano.

Domicilio e famiglia a Mendrisio, luogo di lavoro a Milano. E allora com'è la vita di frontaliere al contrario? «Contrario significa non nella norma. E a me piace essere anche un po' non nella norma. E quindi lo prendo come un simpaticissimo complimento», risponde Bernasconi.

Un frontaliere al contrario, abituato per diversi anni agli spostamenti dal domicilio al luogo di lavoro con i mezzi pubblici, che ora ha visto cambiare tutto: «Nel mio caso ci si mette anche una frontiera di mezzo. Sto parlando da Mendrisio, in quanto da due mesi e mezzo praticamente lavoro da casa».

Il Ticino come un esempio

Un tele-lavoro come quello svolto da moltissimi lavoratori in questo periodo che però, a breve, potrebbe diventare solo parziale: «Mi sono procurato tutti i documenti necessari per poter rientrare al più presto, almeno un giorno o due alla settimana in ufficio».

Ma qual è lo sguardo di Milano e della Lombardia sul Ticino, pure in difficoltà? «Si parla relativamente poco del Ticino, in questo momento il problema o la tematica che sta in testa ai Lombardi, è la propria regione», risponde ancora Bernasconi.

Un popolo ticinese, diventato negli ultimi mesi un esempio per molti lombardi: «Lo Stato del Canton Ticino ci ha consigliato delle regole, non ci ha imposto delle regole con tanto di multe a livello personale, autocertificazioni etc. E noi siamo stati in grado di rispettarle»

Milano è una città che non presenta un calo di casi come quello del resto dell'Italia. Tornare a Milano incute più timore oppure più felicità per ritrovare una pseudo quotidianità? «La felicità. Soprattutto di ritrovare il mio ambiente di lavoro», conclude Bernasconi.

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