Giustizia Manor, l'accoltellatrice non mostra «Nessun pentimento»

Swisstxt

30.8.2022 - 12:40

Al processo contro l'accoltellatrice della Manor ha parlato la seconda perita psichiatrica. Sorgono divergenze sul luogo dove far scontare la pena. L'imputata non ha mostrato pentimento nemmeno guardando il video dell'aggressione.

L'aggressione è avvenuta alla Manor di Lugano, la cui entrata si vede in questa foto d'archivio.
L'aggressione è avvenuta alla Manor di Lugano, la cui entrata si vede in questa foto d'archivio.
© Ti-Press / archivio

30.8.2022 - 12:40

Al Tribunale penale federale di Bellinzona si sta concludendo la prima fase del processo nei confronti della 29enne di Vezia che il 24 novembre di due anni fa accoltellò due donne alla Manor di Lugano in nome dello Stato Islamico.

Questa mattina è stata sentita la dottoressa Alessandra Canuto, che ha confermato quanto dichiarato lunedì dall’altro perito Carlo Calanchini. Entrambe le perizie erano state commissionate dal Ministero pubblico della Confederazione.

La donna, che è accusata di duplice tentato assassinio oltre che di violazione della legge federale che vieta i gruppi «Al-Qaïda» e «Stato Islamico» nonché le organizzazioni associate, non dimostra nessun segnale di pentimento, neppure dopo quasi due anni di trattamento in carcere. La perita Alessandra Canuto l’ha incontrata ancora un’ultima volta solo poche settimane fa.

Nessun pentimento

La stessa imputata aveva dichiarato lunedì durante l’interrogatorio in aula: «Lo rifarei ma meglio, con dei complici», aveva detto. Oggi (martedì), interpellata dai suoi legali, ha precisato che lo avrebbe rifatto ma non in Svizzera, nella sostanza però poco cambia.

La donna non ha mostrato alcun segno di empatia o dispiacere neppure quando in aula sono stati mostrati i video dell’aggressione alla Manor e della ferita riportata da una delle due vittime, che è stata accoltellata alla gola dall’imputata con un coltello per tagliare il pane. «Pensavo che fosse più profondo», ha dichiarato interrogata dalla Corte presieduta dalla giudice Fiorenza Bergomi.

Curare il suo stato mentale non sarà facile

I due periti hanno riscontrato nell’imputata problemi psichiatrici seri associati a un lieve ritardo mentale. Una concomitanza di fattori che rendono difficile la terapia e che fanno sì che l’imputata rischi di commettere nuovamente dei reati ai danni delle persone, in particolare in assenza di una terapia adeguata.

Per tutti questi motivi, sempre secondo i due esperti, la donna dovrebbe scontare la sua pena in una struttura terapeutica chiusa. I due pareri divergono invece sul luogo in cui dovrebbe venir eseguita questa pena.

Secondo il dottor Carlo Calanchini anche nelle strutture carcerarie ticinesi (alla Stampa di Lugano) la donna potrebbe venir seguita in modo sufficiente. 

Secondo la dottoressa Alessandra Canuto sarebbe invece meglio che la donna venisse trasferita in una struttura ad hoc come Curabilis (nel canton Ginevra) o il carcere femminile Hindelbank (nel canton Berna). In queste strutture che prevedono un seguito interdisciplinare – secondo la perita Canuto – è più probabile che lo stato psichico della donna possa migliorare.

La fase dibattimentale del processo si è conclusa a fine mattinata. Il processo riprende giovedì con la requisitoria della procuratrice pubblica Elisabetta Tizzoni e l’arringa difensiva dei legali Daniele Iuliucci e Simone Creazzo.

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