Lugano Airport Salvataggio scalo di Agno: i soldi ci sono, ma non si possono toccare

SwissTXT / pab

26.11.2019

Sostenitori dello scalo ticinese apprezzano il voto del CC di Lugano
Sostenitori dello scalo ticinese apprezzano il voto del CC di Lugano
Ti-Press

I soldi ci sono, ma al momento non si possono toccare: si può riassumere così quello che attende nei prossimi mesi l'aeroporto di Lugano.

La raccolta firme contro il sostegno cantonale per la ricapitalizzazione e la copertura delle perdite è già in corso e anche sul credito approvato lunedì dal Legislativo cittadino incombe il voto popolare. Il salvagente potrà essere usato solo una volta superati l'eventuale scoglio del o dei referendum, ma fino ad allora l'aeroporto dovrà cercare di restare a galla con i propri mezzi.

Eventuale chiamata alle urne a maggio

Almeno fino al voto popolare che, verosimilmente, se l'uno o tutti e due i referendum dovessero riuscire, verrà fissato al prossimo mese di maggio.

Una chiamata alle urne a febbraio sarebbe difficile da un punto di vista della tempistica, mentre sembra anche poco probabile che un voto di questa portata venga fissato in concomitanza con le elezioni comunali di aprile.

Voto, che, se contrario, porterebbe al fallimento dello scalo. Dal canto suo il direttore dell'aeroporto, Maurizio Merlo, precisa: «Attualmente l'aeroporto ha una settantina di dipendenti e fino a fine mese il Cantone ha concesso le indennità per lavoro ridotto. LASA ha chiesto che questa misura venga prolungata per altri tre mesi».

Incertezze anche sul lungo termine

Ma l'incertezza crea problemi anche per quanto riguarda il futuro più a lungo termine dello scalo: entro fine 2020 toccherà decidere se e in che forma lo scalo potrà continuare ad esistere.

E sono due le questioni che vanno affrontate: quella dei voli di linea e quella di un possibile coinvolgimento dei privati.

Per quanto riguarda la prima fattispecie in corso ci sarebbero, secondo quanto riferito dai vertici dell'aeroporto, delle trattative con la Lions Air per ripristinare il collegamento con Ginevra. La compagnia elvetica metterebbe a disposizione aerei e personale, LASA gestirebbe compiti (e rischi) commerciali. Costo previsto: meno di un milione all'anno, che andrebbero ammortizzati con la vendita dei biglietti.

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