COVID-19 Straordinari per compensare il lavoro perso? I sindacati: «Ok, ma...»

SwissTXT / pab

7.5.2020

L'accordo tra mobilifici e sindacati non è stato trovato
L'accordo tra mobilifici e sindacati non è stato trovato
Ti-Press

Se in molti, con la crisi di coronavirus, hanno già perso o rischiano di perdere il lavoro, da qualche tempo ci si interroga anche sulle condizioni di chi un lavoro ancora ce l’ha.

Alcune associazioni padronali stanno infatti chiedendo delle modifiche ai contratti collettivi di lavoro in modo da recuperare il tempo perduto in queste settimane di crisi.

L'esempio viene dell'Associazione fabbricanti mobili e serramenti, che ha chiesto alcune deroghe al CCL di settore. Ad esempio la possibilità di lavorare, fino a fine anno, il sabato e più a lungo di sera: «Ci sono alcuni collaboratori – spiega ai microfoni RSI il presidente dell’associazione Renato Scerpella – che avevano chiesto ai datori di lavoro di recuperare quel 20% che è venuto a mancare nel portafoglio a causa del lavoro ridotto».

Non la vede però allo stesso modo Igor Cima, responsabile del settore artigianato del sindacato UNIA: «Noi abbiamo consultato i nostri delegati sindacali e ci hanno chiesto di mettere dei paletti che evitino che da qui a dicembre si lavori tutti i sabati e che si termini tutte le sere alle 22. Per questo abbiamo messo questi argini ed evidentemente non sono andati bene all’associazione padronale».

Chieste dai sindacati alcune condizioni, ma...

UNIA aveva infatti posto alcune condizioni per approvare la deroga, in particolare il pagamento dei supplementi orari previsti per i sabati e per i turni serali, così come il blocco dei licenziamenti per la durata delle disposizioni eccezionali.

Condizioni che però non sono piaciute all’associazione padronale: «Si voleva un po’ più di elasticità .- prosegue Scerpella –, ad esempio il sabato non vogliamo pagare il supplemento del 25%, considerato che non è la parte padronale che desidera lavorare, ma era invece per permettere di recuperare queste ore».

L’accordo non è quindi stato trovato e si andrà avanti con il normale CCL, ma il padronato ha già ventilato possibili perdite. E sul timore di possibile licenziamenti, UNIA lascia uno spiraglio di discussione aperto, ma a precise condizioni: «Siamo comunque pronti a discutere, non siamo però disposti a sospendere quelli che sono diritti conquistati con anni di lotte sindacali da parte dei lavoratori».

Lo stesso tipo di discussione è stata fatta nell'edilizia. La società impresari e costruttori ha inoltrato richieste simili a quello degli artigiani del legno e anche in questo caso, dopo un mese di trattative, non è stato raggiunto un accordo fra le parti.

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