BellinzonaUn altro ragazzo sapeva che l'allievo voleva minacciare la docente della Commercio
SwissTXT / amo
6.6.2024
Emergono nuovi dettagli sulle minacce rivolte alla docente da un allievo lunedì alla Scuola di Commercio di Bellinzona: anche un altro studente sapeva delle intenzioni del 15enne, che ha mostrato una pistola finta all'insegnante perché non voleva gli fosse assegnata l'insufficienza. Lo rende noto la RSI.
SwissTXT / amo
06.06.2024, 18:53
Alessia Moneghini
Il ragazzo – che lunedì a Bellinzona ha minacciato una docente con un'arma fasulla nascosta nei pantaloni – aveva confidato il giorno precedente le sue intenzioni anche ad un altro allievo – amico e compagno di classe – della Scuola di Commercio. Lo riporta la RSI.
Quello stesso lunedì mattina, durante la ricreazione, ha confermato di voler procedere nel suo «piano» a lui ed al suo «complice», il 16enne che ha poi nascosto la finta Glock al di fuori dell'edificio scolastico.
A differenza di lui, il compagno però non ha agito in alcun modo, né quella domenica, né i giorni successivi. Per questa ragione nei suoi confronti non è stato aperto nessun procedimento penale.
La docente doveva «pensarci bene» dal bocciarlo
Inoltre, come segnala la radiotelevisione, sono emersi ulteriori dettagli sulla dinamica dell'incontro in cui il 15enne ha minacciato la professoressa.
Giova ricordare che l'insufficienza in francese avrebbe comportato la bocciatura dell’anno scolastico al ragazzo, che in un primo momento ha supplicato la maestra di promuoverlo.
Quando ha capito che non sarebbe riuscito a convincerla, ha quindi sollevato la maglia, mostrandole il calcio della pistola falsa ed invitandola «a pensare bene» alla sua scelta, si legge sul sito della RSI.
Una volta uscito dall'aula ha subito realizzato di avere sbagliato: ha dunque aspettato che l'insegnante finisse i colloqui, e rientrato in classe si è scusato, chiedendole di non segnalare quello che era appena successo.
Intanto aveva già dato la pistola fasulla al «complice», che lungo il tragitto verso casa, dove è poi stato fermato, l’ha buttata in un fosso. La polizia l’ha recuperata poco dopo grazie alle sue indicazioni.
Una «pistola» che aveva da tempo
Infine, l'arma da fuoco finta – come detto una riproduzione di una Glock – il 15enne la possedeva da tempo e non se l'è quindi procurata in vista di quanto ha avuto luogo a scuola, come riferisce l'emittente di Comano.
L'allievo e il 16enne sono stati rilasciati al termine degli interrogatori e adesso devono rispondere entrambi di infrazione alla legge federale sulle armi, e il 15enne anche del reato di minaccia. L’inchiesta è coordinata dalla magistrata dei minorenni Fabiola Gnesa.