Coronavirus Berset: «Nuova misura: mantenere una distanza sociale»

sam / ATS

4.3.2020

Il ministro dell'interno Alain Berset e la presidente della CDS Heidi Hanselmann
Il ministro dell'interno Alain Berset e la presidente della CDS Heidi Hanselmann
Keystone

Ha preso il via intorno alle 20.40 la nuova conferenza stampa (prevista inizialmente alle 20), in diretta da Berna, per gli ultimi aggiornamenti sull'epidemia di coronavirus in Svizzera.

Un appuntamento voluto per informare in merito alle discussioni e alle decisioni prese durante l'incontro del pomeriggio di mercoledì tra il direttore del Dipartimento federale dell’interno Alain Berset e i rappresentanti della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS), al quale ha partecipato anche il consigliere di Stato ticinese Raffaele De Rosa.

L'incontro fra il ministro Berset e i rappresentanti della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS)
L'incontro fra il ministro Berset e i rappresentanti della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS)
Keystone

Nuova misura: il «social distancing»

Dapprima ha preso la parola il ministro Berset, il quale ha sottolineato che la Svizzera è confrontata con una situazione assolutamente inedita e particolare.

In questo momento, ha affermato, l'obiettivo è quello di riuscire a «controllare l'evoluzione di questa malattia in modo che la pressione sul sistema sanitario rimanga sopportabile e per proteggere i gruppi maggiormente vulnerabili, quindi le persone anziane o quelle a rischio».

Berset ha quindi fatto sapere che nella campagna di prevenzione si aggiunge un nuovo tassello, quello del «social distancing», vale a dire il mantenimento di una distanza «di sicurezza» dalle altre persone, senza però dimenticare le misure di base, già note, definite «semplici, ma efficaci», come quella di lavarsi accuratamente le mani, starnutire nella parte interna del gomito o evitare le strette di mano.

Norme precauzionali in caso di eventi

Successivamente ha parlato la presidente della CDS Heidi Hanselmann, la quale ha comunicato che è stato deciso che le riunioni con meno di 1'000 persone possono continuare a svolgersi se gli organizzatori prestano attenzione ad alcuni aspetti, come ad esempio informare attivamente i partecipanti sulle misure igieniche da applicare.

«Le persone con più di 65 anni - ha aggiunto - sarebbe meglio se non partecipassero a questo tipo di incontri, soprattutto se soffrono di patologie diverse». Gli organizzatori devono comunque essere in grado di contattare i partecipanti alla riunione in caso di necessità.

L'UFSP non fissa un limite minimo al di sotto del quale gli organizzatori possano evitare ogni controllo; evoca comunque una cifra di 150, che vale sia per le riunioni private che per quelle pubbliche.

Koch: «La situazione è seria, ma niente panico»

Ricordiamo che mercoledì mattina il capo della Divisione malattie trasmissibili dell'UFSP Daniel Koch ha fatto sapere che in Svizzera «la situazione è seria e diventerà sempre più seria, anche se non vi sono ragioni per farsi prendere dal panico».

Koch ha inoltre precisato che la malattia Covid-19, anche se attualmente nella Confederanzione colpisce prevalentemente i giovani adulti, riguarderà sempre di più la popolazione anziana, quella più fragile nei confronti del nuovo coronavirus.

È questo lo scenario considerato dall'Ufficio federale della sanità pubblica, che per il momento però non ha modificato le raccomandazioni in vigore.

15 casi positivi in Ticino

Intanto anche le autorità ticinesi hanno aggiornato, nel pomeriggio, la popolazione sulla situazione per quanto riguarda il Cantone. 

I casi confermati al momento sono 15, ai quali si aggiunge il 16esimo, ossia il milite trovato infetto a un corso di ripetizione nel Canton Berna. È di oggi la notizia del primo studente risultato positivo, il quale frequenta l'Arti e Mestieri di Bellinzona. 23 allievi e 4 docenti sono quindi stati posti in quarantena.

Febbre o tosse? Restate a casa

Intanto oggi l'Ufficio federale della sanità pubblica ha ricordato una delle regole base da rispettare, ossia: in caso di febbre o tosse bisogna restare a casa.

A chi rivolgersi?

È utile ricordare che la hotline cantonale ticinese è sempre in funzione dalle 7h00 alle 22h00 allo 0800 144 144. Il sito specifico che il Cantone ha aperto è consultabile in ogni momento cliccando qui.

La Hotline a livello federale risponde invece a tutte le domande 24 ore su 24 al numero +41 58 463 00 00. Il sito della Confederazione sul coronavirus COVID-19 invece è raggiungibile cliccando qui.

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