Digitale&Lifestyle Corpo umano: anche i muscoli hanno un orologio biologico

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9.10.2017 - 16:10

Physio therapy: therapist relaxes tensions of leg muscles

When: 06 Jun 2017

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**Only for use by WENN CPS**
Physio therapy: therapist relaxes tensions of leg muscles When: 06 Jun 2017 When: 06 Jun 2017 **Only for use by WENN CPS**
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(Cover) - IT Fitness & Wellbeing - La maggior parte di noi ha sentito parlare dell’orologio biologico, il preciso meccanismo che ha il nostro corpo di tenere sotto controllo il livello degli ormoni, l’apparato digerente e tante altre funzioni cruciali per garantire il buon funzionamento dell’organismo durante il giorno e la notte.

Ma secondo una nuova ricerca condotta presso l’Università di Bath, l’Università Claude-Bernard Lyon 1 in Francia, il Politecnico Federale di Losanna (EPFL) e il Nestle Institute of Health Sciences in Svizzera, e l’Università del Surrey nel Regno Unito, anche i muscoli possiedono un orologio precisissimo.

I team di ricerca hanno rilevato livelli di diversi tipi di lipidi (grassi) presenti nelle cellule dei muscoli, in grado di variare a seconda del momento della giornata; a seconda dell’ora, dunque. Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di volontari a dei test specifici al fine di sincronizzare i loro orologi biologici attraverso l’alimentazione e il sonno (chiedendo loro di mangiare ed andare a dormire alla stessa ora) analizzando poi la composizione dei lipidi in piccoli campioni estratti dal loro tessuto muscolare ogni quattro ore.

I risultati mettono in evidenza un netto legame tra la composizione dei grassi nei tessuti e l’orario del giorno; una delle ipotesi del team riguarda l’impatto positivo di tale meccanismo muscolare sul controllo dell’insulina, l’ormone prodotto dalle cellule del pancreas. Si tratta di risultati importanti, che rappresentano un potenziale passo in avanti nella cura e nel trattamento di gravi malattie come il diabete.

«Dato che la combinazione di lipidi varia significativamente da un individuo all’altro, abbiamo bisogno di ulteriori ricerche per convalidare queste scoperte», ha spiegato il professore Howard Riezman, del dipartimento di biochimica presso la facoltà di scienza dell’Università di Ginevra, in Svizzera.

Il co-direttore dello studio, dottor Charna Dibner, ha aggiunto: «Grazie ai nostri strumenti innovativi siamo in grado di studiare questo sistema nei muscoli dell’uomo in vitro. In questo modo potremo investigare meglio queste ipotesi nelle prossime ricerche».

Lo studio è stato pubblicato nella rivista scientifica PNAS.

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