Digitale & LifestyleDiane von Furstenberg: stop all'uso di pelliccia e angora
CoverMedia
4.10.2018 - 13:10
L’associazione a sostegno dei diritti animali PETA ha elogiato l’etichetta belga per la scelta etica e «al passo coi tempi».
Diane von Furstenberg non utilizzerà più pelliccia o angora.
Negli ultimi mesi, numerosi dirigenti di case di lusso come Versace, Michael Kors, Burberry e Gucci si sono impegnati a disfarsi di pellicce e altri prodotti di origine animale.
Decisione ora sottoscritta anche dalla stilista belga, che si è impegnata a cessare la produzione e l'uso di pellicce, pelli esotiche, mohair e angora: il mantello lanuginoso prodotto dal coniglio d'angora.
«Sono felice che la tecnologia ci abbia fornito un modo per sentirci glamour con l’eco-pelliccia», ha dichiarato Diane von Furstenberg in una nota, mentre l'amministratore delegato di DVF Sandra Campos ha aggiunto: «È tempo per noi di apportare questo cambiamento e garantire che non promuoviamo l’uccisione di animali per amore della moda. Fornendo al consumatore alternative innovative e sofisticate, ci impegniamo a sostenere il passaggio a un'industria della moda più etica e sostenibile».
Preoccupati per l'impatto etico e ambientale prodotto dell'uso di pellicce nelle collezioni di moda, e nell'intento di soddisfare il desiderio del consumatore fornendo un moda più etica, i capi dell'azienda hanno collaborato con i funzionari della Humane Society degli Stati Uniti e di People for the Ethical Treatment of Animals (PETA ) per porre fine allo sfruttamento della pelliccia animale nella moda.
Inoltre, i dirigenti dell’etichetta stanno collaborando con i partner del Council of Fashion Designers of America (CFDA) a una roadmap sulla sostenibilità e si concentreranno anche sullo sviluppo di tessuti innovativi come sostituti della pelliccia.
Scelta per cui i sostenitori dei diritti degli animali al PETA hanno elogiato la decisione di Furstenberg.
«PETA brinda alla decisione compassionevole di DVF che rinuncia a pelliccia e angora», ha scritto un rappresentante dell’associazione.
«Chiediamo a qualsiasi rivenditore che ancora vende cappotti, colletti e polsini realizzati con animali tormentati di fare lo stesso».
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