Alimentazione Il dolcificante artificiale può causare attacchi cardiaci e coaguli di sangue

Covermedia

13.3.2023 - 16:00

Il dolcificante artificiale eritritolo viene prodotto attraverso la fermentazione del mais.

Un comune dolcificante artificiale è stato collegato a tassi più elevati di infarto e ictus.

I ricercatori della Cleveland Clinic hanno studiato oltre 4.000 persone negli Stati Uniti e in Europa per conoscere meglio gli effetti dell'eritritolo, un popolare dolcificante artificiale.

Hanno riferito che i partecipanti con livelli più elevati di eritritolo nel sangue presentavano un rischio elevato di subire un evento avverso grave come infarto, ictus o morte.

Inoltre, hanno esaminato gli effetti dell'aggiunta di eritritolo – prodotto dalla fermentazione del mais – al sangue intero o alle piastrine isolate e hanno scoperto che rendeva le piastrine più facili da attivare, formando così un coagulo.

Occorrono ricerche approfondite sugli effetti a lungo termine

«I dolcificanti come l'eritritolo sono aumentati rapidamente di popolarità negli ultimi anni, ma è necessario condurre ricerche più approfondite sui loro effetti a lungo termine», ha dichiarato l'autore principale, il dottor Stanley Hazen.

«Le malattie cardiovascolari si accumulano nel tempo e le malattie cardiache sono la principale causa di morte a livello globale. Dobbiamo assicurarci che negli alimenti che mangiamo non ci siano fattori nascosti».

Alla luce dei risultati, il dottor Hazen e il suo team sperano di condurre ulteriori studi sull'argomento.

«Il nostro studio dimostra che quando i partecipanti consumano una bevanda dolcificata artificialmente con una quantità di eritritolo – che si trova in molti alimenti trasformati – si osservano livelli notevolmente elevati nel sangue per giorni. Livelli ben superiori a quelli osservati che aumentano i rischi di coagulazione. È importante che vengano condotti ulteriori studi di sicurezza per esaminare gli effetti a lungo termine dei dolcificanti artificiali in generale, e dell'eritritolo in particolare, sul rischio di infarto e ictus, in particolare nelle persone a maggior rischio di malattie cardiovascolari».

I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature Medicine.