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Lifestyle La casa, specchio della nostra anima: l’ordine fa bene
Kerstin Degen
17.10.2018

Una casa la dice lunga su chi la abita e sul suo umore. Alcune persone vivono in mezzo ad un caos organizzato, altre fanno regnare un ordine rigidissimo e altre ancora hanno rinunciato alle mensole, alle grucce e a tutto ciò che aiuta a mettere a posto le cose.
Avete mai osservato il vostro appartamento chiedendovi quali siano gli oggetti che vi rendono davvero felici? Probabilmente no, poiché questo genere di pratica vi apparirà senz’altro destabilizzante. Tuttavia, la realtà è che la sensazione di gioia che può garantire il possesso di un oggetto, così come l’assenza di tale sensazione, può portare a casi di maniacalità.
Personalmente, trovo piacevole ordinare e classificare gli oggetti. Prim’ancora di aver letto il libro «Il magico potere del riordino», della giapponese Marie Kondo, i miei volumi erano già disposti in ordine cromatico nella libreria. Allo stesso modo, i mattoncini della Lego dei miei bambini sono stati vittime della mia maniacalità: i gialli con i gialli, i verdi con i verdi, pezzo dopo pezzo abbiamo rimesso a posto una gigantesca scatola.
Successivamente, è con gioia e soddisfazione per il lavoro fatto che abbiamo contemplato la nostra opera.
Mentre io e mia figlia eravamo immerse nella contemplazione di questo arcobaleno di mattoncini, mio marito ci guardava e scuoteva la testa.
In fin dei conti, la predilezione per il caos o per l’ordine dipende dal carattere. Tuttavia, la tendenza al minimalismo non esiste solo in Svizzera. La cernita, il «decluttering» nella lingua di Shakespeare, è la parola maestra. Si tratta di conferire una struttura, e donare calma e tranquillità, allo spirito della nostra vita.
L’ordine dell’anima
Tutti hanno bisogno di sentirsi rilassati e soddisfatti. È una constatazione che grazie a Marie Konda e al suo metodo certificato KonMari è nota ormai nel mondo intero. Ma in cosa consiste tale strategia?
Il metodo della «regina dell’ordine» è semplice: tutto ciò che non serve, tutto ciò che è inutilizzato da anni, o ancora tutto ciò che ricade nella categoria «altro» deve sparire. Ma non finendo in cantina o in soffitta: definitivamente.
Si comincia con il guardaroba, poi ci si dedica ai libri, alle riviste, ai soprammobili e agli oggetti che si usano quotidianamente. Solo alla fine è il turno dei ricordi, dai quali è più difficile separarsi.
Certo, non tutti hanno necessariamente voglia di andare in libreria per comprare un testo di aiuto allo sviluppo personale, quindi appostarsi di fronte all’armadio per dedicarsi a mettere in ordine. Tuttavia, Marie Kondo ha una soluzione anche per questo: il suo metodo, infatti, viene insegnato anche attraverso seminari. Sparpagliati in tutto il mondo, esistono «esperti di ordine», professionali e certificati, per supportare chi è allergico a sistemare le cose.
Karine Paulon, esperta e «coach dell’ordine», originaria di Thalwil, sottolinea come a molte persone mettere a posto dia soddisfazione. Ha anche fondato «à jour», un servizio disponibile sul suo sito internet. I suoi clienti sono uomini e donne di tutte le età; la maggior parte di loro attraversa un periodo di transizione. Possono avere bisogno di più spazio nel loro appartamento per il compagno o la compagna che si sta per trasferire, oppure soffrono per via di figli disordinati. O semplicemente cercano un nuovo inizio e vogliono concentrarsi sull’essenziale.
In ogni caso si tratta di un lavoro che prende tempo, che lo si faccia attendendosi ai consigli o meno. I risultati, però, parlano da soli. I clienti della signora Paulon confermano di avvertire una sensazione duratura di benessere. Anche l’esperta di ordine lo conferma: «Mettere a posto libera l’anima. Con ciascun oggetto abbiamo instaurato una relazione, sia essa cosciente o incosciente. Se la sensazione che sorge è negativa, ne soffriamo. Abbiamo sensi di colpa, siamo tristi, ecc. Una volta che questi oggetti saranno scomparsi dalla nostra vita, e dopo che avremo fatto un po’ di sforzo, saremo in grado di assaporare una certa serenità e distensione. Perché sapremo ciò che vogliamo e ciò che ci fa bene».

Dal materialismo al minimalismo
Inoltre, questa epurazione procura anche una sensazione di libertà. Ci si rende conto di quanto la vita quotidiana sia governata dalle cose materiali. La distanza tra il prima e il dopo è talmente grande che nessun cliente desidera tornare alla situazione iniziale. Ad esempio, grazie al regno dell’ordine e alla limitazione all’essenziale, non è più necessario dedicarsi ogni giorno a rimettere a posto. Ciò consente di liberare tempo che si può utilizzare per altri progetti, o semplicemente per il riposo del proprio spirito. Infine, non bisogna dimenticare un altro effetto positivo: se sapete ciò che volete oggi, e siete in grado di prevedere ciò di cui avrete bisogno in futuro, potrete risparmiare parecchio denaro.
Certo, alcune pratiche dell’esperta giapponese richiedono un po’ di adattamento. Ad esempio, io non ho ancora ringraziato ciascun oggetto per ciò per cui è stato utile, prima di sbarazzarmene». Tuttavia, il concetto di limitarmi all’essenziale mi piace. Inoltre, imparerete a piegare i vostri indumenti intimi facendo sì che occupino le dimensioni di una scatola di fiammiferi!
Che si tratti o meno di una follia, sta a voi giudicarlo. Personalmente, osservare il guardaroba post-trattamento KonMari mi procura una gioia quotidiana e ho anche contagiato alcune persone.
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