«Problemi di lusso» Lamentarsi: lo sport nazionale degli svizzeri

Di Marianne Siegenthaler

30.7.2019

Lamentarsi, brontolare, avere da ridire: gli svizzeri, uomini e donne, sono campioni del mondo in quanto a lamentele.
Lamentarsi, brontolare, avere da ridire: gli svizzeri, uomini e donne, sono campioni del mondo in quanto a lamentele.
iStock

Il brontolio attira l'attenzione, porta conforto e, nella migliore delle ipotesi, genera compassione. Oltre a creare un senso di unione.

Lamentarsi, brontolare, avere da ridire: gli svizzeri, uomini e donne, sono campioni del mondo in quanto a lamentele. Neppure l'opinionista di «Bluewin» fa eccezione.

Di recente ho partecipato ad un meeting importante nella città di Zurigo. Naturalmente si è svolto nel giorno più caldo di questa estate, perlomeno il più caldo finora. E, ovviamente, il treno è stato cancellato, per cui mi è toccato guidare a tutta velocità per raggiungere la città.

Per quanto di correre a «tutta birra» non si possa comunque parlare: la profondità dei cantieri qui è talmente elevata che ci si imbatte costantemente in luci rosse di segnalazione. E sì: c'è voluta un'eternità prima di riuscire a trovare un parcheggio gratuito. Tra l'altro non avevo spiccioli per il parchimetro. Pagare con il cellulare? Purtroppo la batteria era scarica.

In tutto questo, al mio ritorno ho trovato una multa per divieto di sosta sotto il tergicristallo. E quando poi ho provato a metterla in borsa, mi sono resa conto che la bottiglia di acqua si era sversata all’interno, bagnandola completamente. Quello stupido tappo non era chiuso bene.

«First World Problems»

Dunque, avevo tutte le ragioni per lamentarmi. Del tempo. Delle FFS. Dei cantieri. Delle vigilesse. Della borsa rovinata. E così, arrivata la sera, mio marito ha dovuto prima restare ad ascoltare tutto quello che il mondo ingiusto mi aveva fatto quel giorno.

Ad un certo punto ha interrotto il mio piagnisteo e mi ha chiesto come fosse andata la riunione. «Ehm...bene». In realtà, la cosa più importante è stata che mi sono subito dimenticata del mio pesante brontolio e del mio inveire.

Dopotutto potevo ritenermi fortunata del fatto che tutto fosse andato bene al meeting e che per il momento avrei continuato a guadagnare abbastanza per vivere in una bella casa con giardino. Anche se, purtroppo, senza vista lago...

In passato questo problema sarebbe stato definito una frivolezza, mentre oggi si parla di «First World Problems», abbreviato in FWP. Espressione con cui, in realtà, ci si riferisce a problemi ridicoli se paragonati a quelli del Terzo mondo. Perché uno dovrebbe essere grato già soltanto per il fatto di avere accesso ad acqua potabile pura, a una quantità di cibo sufficiente e a cure mediche ragionevolmente efficaci.

C'è sempre qualcuno a cui va peggio

È comunque un dato di fatto che ci sia sempre qualcuno a cui le cose vanno anche peggio. Sarebbe dunque meglio reprimere completamente la tentazione di lasciarsi andare al piagnisteo? Io non la penso così.

Per me, ad esempio, è importante arrivare puntuali ad una riunione di lavoro. E se non ci si riesce perché le FFS non sono in grado di far partire i loro treni dai binari in orario o una sezione della nostra rete stradale viene convertita in cantiere permanente, allora mi arrabbio e mi stresso. E voglio anche manifestare palesemente questo mio stato d'animo.

Di certo quando mi viene in mente che non ci sono mezzi pubblici alternativi altrove, la cosa non mi conforta affatto. O strade asfaltate. I miei sentimenti e i miei problemi sono qualcosa che mi riguarda molto da vicino e questo di certo non vale solo per me.

Lamentarsi è controproducente

Sono ben consapevole del fatto che tante persone in tutto il mondo si trovano a dover affrontare problemi esistenziali. Niente da mangiare. Niente da bere. Nessun tetto sopra la testa. Ogni volta che ci penso mi pervade un senso di colpa.

Tuttavia, non riesco a smettere del tutto di lamentarmi, perché farlo ogni tanto mi fa sentire davvero bene. Il lamento attira l'attenzione, porta conforto e, nella migliore delle ipotesi, anche compassione. E crea un senso di unione. Ecco perché la logica dei tavoli riservati ai clienti abituali funziona. Così come i Kaffeekränzchen. O i partiti politici.

Ma a lungo termine, lamentarsi diventa controproducente. Chi si lamenta continuamente e a lungo mette a dura prova la pazienza di chi gli sta accanto. Danneggia il cervello, è stressato, diventa smemorato. Questo è quello che hanno scoperto gli scienziati statunitensi.

Di conseguenza: se si entra costantemente nella modalità di lamentela, si può andare a finire dentro una spirale di pensieri negativi che trascina verso il fondo. Cosa si può fare per contro?

Il trucco del braccialetto

Il pastore statunitense Will Bowen ha ideato un progetto interessante che allontana da questa spirale: ha distribuito un braccialetto viola nella sua comunità. Ogni volta che ci si lamenta di qualcosa, che si bestemmia o che si brontola ad alta voce, bisogna spostare il braccialetto sull'altro polso.

In questo modo si diventa consapevoli di quanto frequentemente ci si lamenti. Nonché del fatto che si può tranquillamente evitare di farlo. Quindi ora ho comprato un braccialetto viola. Per quanto mi sarebbe piaciuto molto di più il celeste...

Marianne Siegenthaler è una giornalista e autrice indipendente. Quando non si dedica alla scrittura di libri, preferisce passare il tempo al lago di Zurigo, immergersi nelle sue acque o rilassarsi sulle sue sponde.

La Svizzera in immagini

Tornare alla home page