Studio Screen time: aumenta il rischio di miopia nei giovani

Covermedia

9.12.2021 - 16:10

Lo studio evidenzia la correlazione tra il tempo trascorso davanti allo schermo e i disturbi legati alla vista: si stima che nel 2050 circa la metà della popolazione mondiale soffrirà di miopia.

9.12.2021 - 16:10

Lavorare e studiare a casa durante il lockdown ha significato trascorrere molto più tempo davanti ai display.

Tutte le ore e i giorni trascorsi su tablet e laptop possono tuttavia avere un impatto negativo sulla vista dei più giovani.

Pertanto, ricercatori ed esperti di salute degli occhi di Singapore, Australia, Cina e Regno Unito hanno esaminato più di 3.000 studi che indagano sulla miopia nei bambini e nei giovani adulti, di età compresa tra 3 mesi e 33 anni, dovuta ad un’eccessiva esposizione ai devices elettronici.

Hanno scoperto che ad alti livelli di tempo trascorsi sullo schermo sono associati un 30 percento di rischio di calo della vista o miopia, e se combinati con un uso eccessivo del computer, tale rischio è aumentato a circa 80 percento.

I risultati giungono quando milioni di bambini in tutto il mondo hanno trascorso «tempo considerevole» utilizzando metodi di apprendimento a distanza. Questo a seguito della chiusura delle scuole dovuta alla pandemia di coronavirus.

«Si prevede che circa la metà della popolazione mondiale soffrirà di miopia entro il 2050. È un problema di salute che sta aumentando rapidamente. Il nostro studio è il più completo finora su questo tema e mostra un potenziale legame tra tempo davanti allo schermo e miopia nei giovani», ha affermato il professor Rupert Bourne dell'Anglia Ruskin University.

«Questa ricerca arriva in un momento in cui i nostri figli trascorrono più tempo che mai davanti agli schermi per lunghi periodi, a causa della chiusura delle scuole, ed è chiaro che sono necessarie ricerche urgenti per comprendere ulteriormente come l'esposizione ai dispositivi digitali possa influenzare i nostri occhi e la nostra visione. Sappiamo anche che le persone sottovalutano il tempo trascorso davanti allo schermo, quindi studi futuri dovrebbero utilizzare misure oggettive per acquisire queste informazioni».

I risultati completi sono stati pubblicati su The Lancet Digital Health.

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