Rapporto Corte dei conti UE L'Unione Europea non tiene il passo con Stati Uniti e Cina nella corsa all'IA

SDA

29.5.2024 - 00:01

Immagine d'illustrazione
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Nella corsa globale agli investimenti nell'intelligenza artificiale (IA), l'Ue non riesce a tenere il passo con Stati Uniti e Cina. Tra il 2018 e il 2020, si stima che il divario con Washington in termini di investimenti complessivi nel settore sia più che raddoppiato, uno scarto di oltre 10 miliardi di euro (somma analoga in franchi). 

Secondo un rapporto della Corte dei conti europea, le azioni messe in campo da Bruxelles per sviluppare un «ecosistema» di IA europeo non sono state ben coordinate con quelle degli Stati membri e il monitoraggio della performance degli investimenti non è stato sistematico, incidendo negativamente sulla credibilità dei piani dell'Ue.

Vaghi e obsoleti anche gli obiettivi europei di investimento – 20 miliardi di euro (19,6 miliardi di franchi al cambio attuale) nel periodo 2018-2020 e 20 miliardi di euro all'anno nel decennio successivo – la cui mancanza di ambizione, secondo i «giudici contabili», contrasta con l'obiettivo di costruire un sistema di IA competitivo a livello mondiale.

Non era chiaro in che modo gli Stati membri avrebbero contribuito agli obiettivi di investimento generali dell'Ue, scrive la Corte evidenziando una mancanza di «visione d'insieme» a livello europeo.

Manca il cofinanziamento privato ai progetti di ricerca

Quanto ai progetti di ricerca nel settore, la Commissione europea ne ha aumentato la spesa a carico del bilancio dell'Ue ma, osserva la Corte nel rapporto, non ha potenziato in modo significativo il cofinanziamento privato. Bruxelles ha poi disposto tutta una serie di misure per porre in essere dei catalizzatori finanziari e infrastrutturali per lo sviluppo e la diffusione dell'IA.

A parere dei giudici, le infrastrutture finanziate dall'Ue, come le strutture di prova, hanno tardato a decollare, mentre occorrerà aspettare ancora perché le misure per la realizzazione di un mercato unico dei dati dispieghino i loro effetti, stimolando gli investimenti nell'IA.

Per la Corte, perché l'Ue realizzi le proprie ambizioni in materia di IA, saranno di fondamentale importanza una governance più forte e investimenti pubblici e privati più consistenti e mirati. Due aspetti che per Mihails Kozlovs, membro della Corte che ha diretto l'esame, saranno «in grado di determinare la velocità della crescita economica dell'Ue negli anni a venire».

«Nella corsa all'IA, c'è il rischio che il vincitore pigli tutto», ha poi avvertito, sottolineando la necessità per Commissione e Stati membri di «unire le forze in modo più efficace, accelerare il passo e sbloccare il potenziale dell'Ue per avere successo in questa grande rivoluzione tecnologica in corso».

Francia e Germania hanno annunciato i più ingenti investimenti pubblici nell'IA, mentre quattro paesi (Bulgaria, Croazia, Grecia e Romania) non dispongono ancora di alcuna strategia in materia. L'Ue ha come obiettivo che il 75% delle imprese utilizzi l'IA entro il 2030. Ad oggi la percentuale è in media dell'8% nell'Ue, con notevoli variazioni tra uno Stato e l'altro.