Diversi L’ultimo sopravvissuto di una tribù vive da solo da 22 anni nella foresta

AP

31.7.2018

Le foto dell'uomo datano al 2011
Le foto dell'uomo datano al 2011
Uncredited/Brazil's National Indian Foundation/dpa

Mentre in Brasile gli agricoltori e i boscaioli guadagnano sempre più terreno nella regione amazzonica, i membri delle tribù locali tentano di portare avanti il loro stile di vita tradizionale. Uno di loro vive da solo da più di due decenni.

Sono già 22 anni che quest’uomo vive da solo nella regione amazzonica del Brasile. Nessuno conosce il suo nome e nessuno sa da dove venga. È probabilmente l’ultimo sopravvissuto della sua tribù, come spiega l’organo governativo della Funai, che assicura la protezione dei popoli indigeni del paese. Quest’anno, l’organizzazione ha pubblicato diversi video rari dell’uomo, che vive nello stato brasiliano di Rondônia.

Anche se le immagini sono un po’ sfuocate e oscurate dalla vegetazione della foresta tropicale, si può vedere l’uomo mentre abbatte un albero. I colpi della sua ascia risuonano nella foresta e si sentono versi di uccelli.

L'eremita desta curiosità

Queste immagini datano al 2011. Prima, un giornale aveva dichiarato che gli unici video dell’uomo erano stati girati da un regista di documentari negli anni 90. La Funai assicura che ci sono stati molti altri segni di vita, come alcune tracce di passi o ancora degli alberi abbattuti. Gli ultimi sarebbero stati scoperti lo scorso maggio da alcuni membri dell’organizzazione.

L'organizzazione governativa ha a lungo esitato nel pubblicare il video, come spiega il coordinatore Altair Algayer. Anche se l’uomo non ha potuto dare la sua approvazione alla diffusione di queste immagini, esse potrebbero rivelare dove si trovano le persone giudicate inaccessibili, che cercano nella giungla un rifugio lontano dal mondo esterno. «In molti sono alla ricerca di questo video. Vogliono sapere chi è quest’uomo, come si può vedere e se è sempre vivo», ha rivelato Altair Algayer durante un’intervista telefonica. «Penso che in definitiva sia utile proteggere la regione.»

Le autorità lo osservano dal 1996

Il Brasile conta moltissime persone «inaccessibili» che, così come i gruppi indigeni, sono minacciati dallo sviluppo economico della regione amazzonica. L'anno scorso, ben 71 persone sono state uccise nel corso di una contesa di territorio, come spiega la commissione brasiliana che si incarica dei pascoli. Non avveniva un massacro simile dal 2003.

La Funai osserva l’eremita di Rondônia dal 1996. All’epoca, l’uomo viveva già da solo, come spiega Altair Algayer. Egli ritiene che la tribù dell’eremita sia stata decimata nel corso di violenti assalti organizzati degli agricoltori e dei boscaioli a partire dagli anni 80. Quello che è noto è che l’ultimo altro membro della sua tribù è stato ucciso nel 1995 o 1996.

Il video dell'uomo

FUNAI

Nessun contatto

«Non sappiamo a quale tribù appartenga», spiega Altair Algayer. I membri della Funai che osservano l’indigeno l’avrebbero soprannominato l'«Indiano del buco», poiché ha scavato una fossa incredibilmente profonda. L'uomo avrebbe tra i 55 e i 60 anni e sarebbe in buona salute. La regione nella quale vive è protetta. Sono anni che nessuno straniero vi si è più avventurato, assicura la Funai.

Pensando che fosse in pericolo, l’organizzazione aveva inizialmente tentato di entrare in contatto con l’uomo. Tuttavia, quest’ultimo aveva chiaramente fatto capire che non voleva alcun contatto, spiega Altair Algayer. E’ questa la ragione per cui nel 2005, la Funai ha abbandonato ogni tentativo di comunicazione e da quel momento l’ha lasciato vivere solo.

Una visita ogni due mesi

Una volta ogni due mesi circa, una squadra della Funai penetra nel suo territorio e si mette la ricerca di segnali per sapere come sta. Spesso, i membri dell’organizzazione non vedono neppure il loro protetto. L’ultima volta che l’hanno visto era nel 2016. Gli vengono forniti regolarmente strumenti e semi e si è potuto constatare che l'uomo coltiva mais, patate, papaia e banane, segno che è ancora in vita.

Secondo Altair Algayer, l'uomo ha provato a sopravvivere da solo nella giungla senza aver bisogno della società moderna, anche se ha perso tutto — la sua tribù e gran parte della sua cultura. «Penso che abbia avuto ragione a rifiutare qualsiasi contatto con noi all’epoca. Ed è molto meglio così», spiega Altair Algayer.

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