Spettacolo Alessandro Gassmann: «La carriera da attore? La devo a mio padre»

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9.10.2018 - 13:12

Source: Covermedia

Da giovane era un badboy che viveva di notte. Poi arriva papà Vittorio che lo trascina sul palco di un teatro.

Alessandro Gassmann non voleva diventare attore.

A differenza di suo figlio Leo, che a 19 anni e in gran segreto si è già presentato alle audizioni di X Factor perché nella vita è determinato a fare il musicista, il protagonista de «I Bastardi di Pizzofalcone» ha impiegato qualche anno prima di capire che teatro e cinema erano la sua «strada», e tutto grazie all’aiuto del padre Vittorio.

«Io non volevo fare niente. Non ho fatto l’università, sono stato una capra a scuola. Ero sportivo perché giocavo a pallacanestro, ma ero uno scavezzacollo: ragazze, discoteche, vivevo di notte. Lavoravo come buttafuori al Piper: mi piaceva fare a botte e così monetizzavo per comprare la miscela per la mia Vespa truccata. Una vita fallita», racconta Alessandro Gassmann a TV Sorrisi e Canzoni.

«Tutto è cambiato grazie a mio padre, che mi ha dato un’educazione severa, mi ha obbligato a fare il servizio militare e poi mi ha preso per le orecchie e portato quasi controvoglia in teatro a 19 anni a fare il coprotagonista con lui di “Affabulazione” di Pier Paolo Pasolini - ricorda Gassmann -. È stato un successo fragoroso e da lì ho iniziato ad accettare le cose che mi arrivavano perché avevo un nome importante, sfruttandole biecamente perché facevo film di cui non mi importava niente. Ma a forza di sentirmi dire: “È bello, ha un bel nome ma non è capace”, perché ero davvero scarso, ho avuto un moto di orgoglio e ho cominciato a studiare, a impegnarmi. E piano piano sono cambiato».

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