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Hollywood in crisi Anche Jennifer Lawrence e Meryl Streep presto in sciopero?
Di Marlène von Arx
13.7.2023
Dopo il contratto con le autrici e gli autori, nel frattempo è scaduto anche quello con le attrici e gli attori con le case di produzione. Se non si troverà un accordo, sciopereranno anche loro.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Negli Stati Uniti il sindacato degli sceneggiatori e l'alleanza dei produttori cinematografici e televisivi sono ai ferri corti dall'inizio di maggio.
- Presto anche le star di Hollywood come Jennifer Lawrence o Ben Stiller potrebbero perdere il loro lavoro.
- Le nuove stagioni di serie popolari saranno ritardate.
Gli sceneggiatori di Hollywood scioperano dall'inizio di maggio. E insieme agli attori sono in rivolta: il 30 giugno è scaduto il contratto del loro sindacato SAG-AFTRA (Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists) con i produttori dell'AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers).
Per dare alle trattative un po' più di tempo, è stato prolungato fino a ieri, 12 luglio. Se non è stata trovata una soluzione, anche le star e le comparse vogliono lasciare il lavoro.
Di cosa si tratta?
I punti principali sono gli stessi degli sceneggiatori: più soldi dai servizi di streaming e protezione dall'intelligenza artificiale, che nei prossimi anni condizionerà fortemente il cinema e la televisione.
Inoltre, sono richieste nuove regolamentazioni per i casting auto-registrati, che sono giudicati fuori controllo: troppe pagine da imparare, troppo poco tempo per la preparazione e altre dispendiose richieste rendono attualmente queste riprese, che attori e attrici devono organizzare da soli e poi inviare, un onere sproporzionato.
«Siamo a un punto senza precedenti nel nostro settore. Quello che potrebbe essere percepito come un buon accordo in qualsiasi altro anno non è sufficiente», esortano i membri della SAG-AFTRA in una lettera aperta a non fare marcia indietro.
«Siamo pronti a scioperare»
E ancora: «Uno sciopero comporta una serie di incredibili disagi per molti e nessuno vuole questo, ma siamo pronti a scioperare, se sarà necessario». La lettera stata firmata da note star di Hollywood come Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Rami Malek, Glenn Close e Ben Stiller.
Anche l'attrice svizzera Debby Gerber, che lavora a Los Angeles, ritiene che lo sciopero sia necessario se non si riuscirà a trovare un nuovo accordo: «È importante che noi attori siamo protetti dall'intelligenza artificiale e che non veniamo rimpiazzati da essa», racconta l'attrice basilese, che fa parte del 98% dei membri della SAG che hanno votato per l'autorizzazione allo sciopero.
Inoltre, si chiede una buona retribuzione per quando il lavoro e le sembianze delle attrici e degli attori vengono utilizzate per addestrare l'IA. «Un'altra grande preoccupazione è che gli attori vengano pagati meglio per il loro lavoro su serie o film per servizi di streaming come Netflix o Disney+ e che ricevano dei residui, ovvero dei compensi per le repliche, come avviene comunemente nel cinema e nella TV», dichiara Gerber. «Molte attrici e attori non sono grandi lavoratori che vengono ingaggiati in continuazione. Per poter vivere della loro professione, dipendono finanziariamente dai diritti residuali».
Non ci sono quasi più casting
Gli effetti dello sciopero degli autori della WGA (Writers Guild of America) si fanno sentire. Da allora non ci sono quasi più progetti e casting. «Io ho normalmente da uno a cinque casting o autoregistrazioni al giorno. Al momento sono da uno a quattro alla settimana per progetti che non sono legati alla WGA».
Poiché nessuno sa, quanto durerà lo sciopero, al momento nessun nuovo film e serie vengono realizzati e diverse nuove produzione hanno dovuto essere interrotte fino a nuovo avviso. Tra queste la commedia «Good Fortune» di Keanu Reeves e Seth Rogen, il nuovo film di Blake Lively «It Ends With Us», la quinta stagione della serie di Netflix «Stranger Things» e la nuova serie di Disney+ «Daredevil: Born Again».
Gerber stima che, in caso di sciopero di attori e attrici, centinaia di migliaia di persone resteranno senza lavoro per mesi. Perché senza di loro, anche gli scenografi, i truccatori e i cameraman sarebbero disoccupati.
Tuttavia, ritiene che il fatto che il vecchio contratto sia stato prorogato di poco meno di due settimane sia un segno che sono vicini a un accordo e che non si arriverà a questo.
Anche la presidente della SAG Fran Drescher («La tata») ha dichiarato in un videomessaggio del 1° luglio che le trattative sono state «estremamente produttive» e che «rimane ottimista» sulla possibilità di un accordo equo.
Se così non fosse, anche Gerber è pronta a scendere in piazza, come stanno già facendo Mark Ruffalo, Rob Lowe e Cynthia Nixon a sostegno degli sceneggiatori. «Preferisco avere meno lavoro a breve termine piuttosto che dover lavorare a lungo con nuovi contratti che non ci tutelano abbastanza come attori», ha dichiarato l'attrice, spiegando la sua volontà di vivere con i suoi risparmi per un po'.
Nuove stagioni saranno ritardate
Più a lungo i sindacati a Hollywood sciopereranno, più scarse saranno le riserve di film e show, i cui cast sono già in cantiere e che possono essere presentati al pubblico.
I late night, i talk show di tarda serata, che vivono di attualità e i loro autori di grido si sono già presi una pausa estiva all'inizio di maggio. Al momento non è possibile prevedere quanto durerà.
I nuovi episodi di «Grey's Anatomy» saranno trasmessi in ritardo e la stagione sarà probabilmente accorciata. Le prossime stagioni della serie hit di Zendaya «Euphoria» non è attesa prima del 2025. L'inizio delle riprese della quarta stagione di «Emily in Paris» è stata posticipata di almeno due mesi. Anche il reboot di «Blade» di Mahershala Ali e il prossimo film di Tom Holland su Spider-Man subiranno un ritardo.
Ad approfittare dello stop ai lavori sono soprattutto i reality show. Loro infatti non hanno per definizione convenzionale né sceneggiatori né attori, per questo gli studi di produzione e i canali televisivi riempiranno con loro i loro vuoti di programmazione.
Così è stato durante l'ultimo sciopero del 2007/2008 quando «Big Brother» e «The Amazing Race» sono diventi veri e propri campioni di incassi. Allora non esistevano imponenti piattaforme di streaming o problemi di intelligenza artificiale. Difficile immaginarlo oggi: il pomo della discordia 15 anni fa era la divisione dei profitti sulla vendita dei DVD.