Regno UnitoNuova incriminazione per abusi sessuali contro Russell Brand
SDA
2.10.2023 - 16:38
Si aggrava la posizione di Russell Brand, 48enne attore comico, conduttore e polemista britannico finito sotto accusa nell'ambito dell'ennesimo caso di denunce d'asseriti abusi sessuali, risalenti a diversi anni fa, sull'onda del cosiddetto effetto MeToo.
02.10.2023, 16:38
02.10.2023, 16:44
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Brand è da oggi ufficialmente sotto indagine di un secondo dipartimento territoriale della polizia del Regno Unito, la Thames Valley Police, dopo l'apertura di un primo fascicolo annunciato la settimana scorsa da Scotland Yard a Londra.
I due organismi investigativi indagano su episodi diversi, denunciati nella capitale o altrove da parte di almeno 4 donne, e che sarebbero avvenuti fra il 2003 e il 2013.
Le presunte vittime, venute alla luce a 10-20 anni di distanza nell'ambito di un'inchiesta giornalistica realizzata da Channel 4 e da Times prima ancora dell'apertura di qualunque iniziativa penale di polizia, avevano evocato vicende di asserite molestie, violenze psicologiche, e in qualche caso pure di sospetto stupro, a carico di Brand. Riesumando dal passato il ricordo di «relazioni tossiche» che in una circostanza avrebbero coinvolto una ragazza all'epoca 16enne.
Brand nega le accuse
Tutte accuse che peraltro l'attore nega, ammettendo di essere stato a lungo notoriamente promiscuo, ma sempre in forma «consensuale». E che per ora gli valgono da parte dei due corpi di polizia il sospetto d'imputazioni quali molestia o stalking, ma non violenza sessuale.
Popolare in veste di celebrità sopra le righe, fra il Regno e gli Usa, oltre che di playboy seriale (protagonista di un matrimonio durato nemmeno 2 anni con la popstar americana Katy Perry), Russel Brand è conosciuto per aver sostenuto in passato posizioni di sinistra radicale, salvo sposare successivamente – su canali web personali inaugurati negli ultimi anni non senza un vasto seguito di follower -tesi definite complottistiche da vari giornali e commentatori. Dopo le denunce, egli ha contrattaccato ipotizzandosi vittima di congiure o vendette dei «media mainstream»; mentre è stato difeso fra gli altri da Elon Musk e – sia pure con riserva – da ex compagni di lavoro come Rupert Everett.