Scandalo a Palazzo Domande razziste a corte, si dimette un'amica di Elisabetta II

SDA

30.11.2022 - 19:58

È Lady Susan Hussey (a destra), amica e dama di compagnia della defunta regina Elisabetta II, ad essersi dimessa dal suo ruolo ricoperto a corte dopo aver scandalizzato un'ospite con domande pressanti e toni inopportuni sulle sue radici etniche (foto d'archivio).
È Lady Susan Hussey (a destra), amica e dama di compagnia della defunta regina Elisabetta II, ad essersi dimessa dal suo ruolo ricoperto a corte dopo aver scandalizzato un'ospite con domande pressanti e toni inopportuni sulle sue radici etniche (foto d'archivio).
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È Lady Susan Hussey, amica e dama di compagnia della defunta regina Elisabetta II, ad essersi dimessa dal suo ruolo ricoperto a corte dopo aver scandalizzato un'ospite – durante il ricevimento offerto martedì dalla regina consorte Camilla a margine della Giornata internazionale contro la violenza sessuale – con domande pressanti e toni inopportuni sulle sue radici etniche.

L'aristocratica 83enne è una figura importante all'interno della famiglia reale ed è stata una delle madrine del principe William e accompagnatrice di Elisabetta II durante i funerali del principe Filippo nell'aprile 2021.

Lady Susan si è scusata per l'accaduto e dopo essere stata travolta dallo scandalo anche il principe di Galles, tramite un suo portavoce, è intervenuto sulla vicenda, affermando che il «razzismo non ha posto nella nostra società».

L'aristocratica occupava ancora il ruolo di dama di compagnia destinato a cambiare e diventare «compagna» della regina con una riforma voluta da Camilla. Oltre a modernizzare il titolo, le sei assistenti donne saranno meno presenti rispetto a quanto accadeva nella tradizione della monarchia britannica.

Una vicenda «traumatica»

La vicenda era stata denunciata ai media come «traumatica» da Ngozi Fulani, invitata all'evento in quanto responsabile di un'organizzazione caritativa di Londra, la Hackney Charity Sistah Space, che dà sostegno a donne d'origine africana e caraibica vittime di abusi domestici.

La Fulani ha raccontato d'essere stata avvicinata bruscamente dall'addetta di corte che, dopo averle spostato i capelli per leggere la targhetta con il suo nome davanti ad almeno altre due donne testimoni «sconcertate», l'ha investita con una serie di domande, insistendo a chiedere quali fossero le sue radici, malgrado i ripetuti tentativi dell'attivista di spiegarle che si sentiva britannica, essendo nata nel Regno Unito – dove i suoi familiari si erano trasferiti 70 anni fa, ben prima che lei venisse al mondo – e avesse nelle vene sangue sia africano, sia caraibico, sia inglese.

Uno scambio di battute che forse sarebbe stato perdonato al defunto principe consorte Filippo, protagonista in tempi lontani di «gaffe» analoghe, ma su cui evidentemente il Palazzo – sotto il nuovo regno di Carlo III e di Camilla, e sullo sfondo del ricordo delle polemiche scatenate in tema di razzismo da una controversa intervista dei principi ribelli Harry e Meghan dopo il loro trasferimento negli Stati Uniti – ha deciso di non fare sconti.