30 anni fa Baggio e Baresi ricordano quel giorno a Pasadena: «Sofferenze inattese sul cammino di ognuno»

bfi

18.7.2024

Roberto Baggio (a sinistra) e Franco Baresi tragici eroi del Mondiale 1994
Roberto Baggio (a sinistra) e Franco Baresi tragici eroi del Mondiale 1994
IMAGO/BSR Agency

A 30 anni di distanza da quella drammatica finale del campionato del mondo giocato negli Stati Uniti - persa ai rigori contro il Brasile -, gli italiani Roberto Baggio e Franco Baresi ricordano con passione e analizzano a distanza i loro errori fatali dal dischetto. 

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Hai fretta? blue Sport riassume per te

  • Nel 1994 i Mondiali di calcio si tennero per la prima volta negli Stati Uniti.
  • La finale, giocata nel caldo torrido di Pasadena, vide il Brasile spuntarla sull'Italia ai calci di rigore, dato che le due squadre si erano annullate per 120 minuti.
  • Dal dischetto, i due uomini più iconici degli Azzurri, Franco Baresi e Roberto Baggio, sbagliarono clamorosamente.
  • I due hanno ricordato quel momento a 30 anni di distanza, con la consapevolezza della loro raggiunta maturità.

«La vita non è sempre facile. Se lo fosse non cresceremmo né progrediremmo come esseri umani». Roberto Baggio su Instagram ricorda così il 17 luglio del 1994 quando l'Italia perse ai rigori in finale il Mondiale con il Brasile. Il divin codino ne sbagliò uno.

«Se riusciamo in qualcosa siamo spesso invidiati; se manchiamo uno scopo siamo ridicolizzati e attaccati – scrive l'ex fantasista azzurro – Purtroppo le persone sono così. Dolore e sofferenze inattese possono ritrovarsi sul cammino di ognuno. Ma è proprio nel momento in cui incontrate queste prove che non vi dovete far sconfiggere. Non mollate mai. Non retrocedete mai».

Il capitano Franco Baresi, che riuscì a giocare la finale dopo aver recuperato a tempo di record da un infortunio al ginocchio, sbagliò pure lui dal dischetto.

Baresi: «Purtroppo ho sbagliato quel rigore»

Così l'ex giocatore, oggi 64enne, ha ricordato la sconfitta a Pasadena e ha sostenuto Baggio. «Senza di lui non avremmo raggiunto la finale. In realtà, eravamo un po' frustrati perché Baggio è entrato in campo lontano dalla sua migliore condizione fisica, non era al 100%. Se lo fosse stato, credo che avremmo avuto più possibilità di vincere».

«Come ho fatto a calciare così in alto? Me lo chiedo ancora oggi. In quel momento c'era tanta emozione, tensione, tante sensazioni tutte insieme. E purtroppo ho sbagliato quel rigore», ha dichiarato Baresi al quotidiano brasiliano «O Globo».

Nell'intervista, l'ex difensore del Milan ha anche ammesso la sua sorpresa quando l'allenatore Arrigo Sacchi ha deciso di includerlo nella formazione titolare per la finale, solo 22 giorni dopo che si era sottoposto a un intervento chirurgico per riparare la lesione al menisco subita in una partita del girone.

«Sacchi me lo disse la sera prima della finale, mi conosceva e sapeva che se avessi accettato non avrei dato il 100%, ma il 200%. Non ero sicuro di aver recuperato completamente, ma era la partita che aspettavo da anni e non potevo mancare. Ero il capitano e sentivo che quella squadra era mia», ha detto ancora Baresi.

Alla domanda sui rigori, l'ex difensore ha risposto: «Puoi allenarti quanto vuoi, ma quello che conta davvero è quando sei lì. Cambia tutto. Quando si mette la palla sul dischetto, la porta diventa più piccola e il portiere più grande. Pensi di calciare con una certa angolazione, ma poi cambi idea e succede quello che è successo a me», si rammarica ancora oggi. 

Il portiere brasiliano Claudio Taffarel (sinistra) rincuora Franco Baresi, eroe tragico. Dopo di lui sbaglieranno anche Massaro e Baggio.
Il portiere brasiliano Claudio Taffarel (sinistra) rincuora Franco Baresi, eroe tragico. Dopo di lui sbaglieranno anche Massaro e Baggio.
KEYSTONE

«Ricordo di aver guardato i movimenti di Taffarel e di aver pensato di calciare alla sua sinistra, ma quando ho iniziato a correre ho cambiato idea e il movimento del mio corpo ha reso il tiro altissimo», ha spiegato a 30 anni di distanza.

«Sono cose che succedono, lo sport è così. Puoi allenarti molto, ma anche i migliori specialisti falliscono, è nella storia del calcio e bisogna accettarlo», ha detto l'oggi vicepresidente onorario del Milan.

Quanto ai prescelti per battere i rigori, ha detto che «abbiamo deciso in quel momento chi avrebbe calciato, perché dovevamo capire come stavamo. Quello che conta di più non è come si sta prima della partita, ma dopo, e quel giorno faceva anche molto caldo».