El Pibe de Oro compie 60 anni «Noi argentini sappiamo che Dio non esiste più, ci rimane Maradona»

bfi

30.10.2020 - 15:57

Maradona
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Source: KEY

Diego Armando Maradona festeggia, esattamente una settimana dopo l'80esimo di Pelé, il suo 60esimo compleanno.

E lo fa in isolamento, dopo che uno degli altri membri dello staff tecnico del Gimnasia La Plata, squadra che allena, è risultato positivo al COVID-19. Nato il 30 ottobre 1960, il Pibe de Oro ha scritto la storia del calcio, lasciando il segno, nel bene e nel male, ovunque è andato.

Nella sua bacheca Maradona (eletto miglior giocatore del 20o secolo insieme a Pelé) vanta in particolare il Mondiale vinto nel 1986, anno della «Mano de Dios» e del «gol del secolo» e i due scudetti - unici e leggendari - vinti con il Napoli nei bienni 1986-87 e 1989-1990.

Oltre ad esser stato eletto miglior giocatore del secolo in compagnia di Pelè, Maradona è stato insignito di moltissimi altri titoli e onorificenze. 

Ma Diego Armando Maradona è molto più di 359 reti segnate in carriera, di un Mondiale vinto e di tutto il resto a cui abbiamo accennato sopra.

Maradona è calcio, poesia, genio e dannazione

Su Maradona è stato scritto molto, moltissimo, a lui sono stati dedicati libri, film e documentari.

A distanza di quasi 30 anni dalle sue ultime apparizioni in campo come giocatore, Maradona incarna ancora oggi la bellezza e la dannazione del calcio, quello magnifico e perverso. 

A 58 anni, nel 2019, il Pibe de Oro era stato appuntato allenatore del Gymnasia de La Plata, una formazione di Primera Division argentina, il massimo campionato professionistico del paese sudamericano. La sua presentazione ai tifosi del Gymnasia - ultimo grande evento mediatico ufficiale che lo riguarda - è avvenuta circa un anno fa. Davanti a 20'000 persone in tripudio - accorse allo stadio unicamente per vedere il nuovo coach - Maradona è stato trasportato a metà campo con un veicolo. Con una deambulazione estremamente compromessa da anni di calcio, di abuso di droghe, farmaci e alcol, il 58enne ha salutato la folla, come farebbe un dio. Scene quasi drammatiche, che allo Stadio Juan Carmelo Zerillo si sono trasformate in apoteosi: un popolo che racchiude nel suo eroe universale i propri sogni di salvezza, e non solo calcistica.

Il ragazzo povero che è diventato una star internazionale, osannato come pochi nella storia e dannato per il suo talento. Un uomo, che dopo essere sceso negli inferi cerca da tempo di risalire il sentiero dell'Olimpo.

A fatica Diego Armando Maradona ha biascicato il suo discorso, commosso da tanto affetto.

«Noi argentini sappiamo che Dio non esiste più, non ci rimane null'altro che credere in qualcos'altro».

Se lo scrittore brasiliano Jorge Amado ha detto che «Se il calcio non avesse un nome dovrebbero denominarlo Pelé», il giornalista argentino Carlos Ares, ha cercato di descrivere così il fenomeno di Maradona in Argentina.

«Noi argentini sappiamo che Dio non esiste più, non ci rimane null'altro che credere in qualcos'altro».

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Fu lo stesso Maradona, nel 1986, a tirare in ballo il divino per giustificare la famosa rete segnata con la mano nella sfida dei quarti di finale vinti contro l'Inghilterra. 

«È stata la mano di Dio», spiegò l'allora 26enne Diego Armando Maradona. 

Una mano che ingiustamente eliminò l'Inghilterra di Hateley e proietto l'Argentina verso la conquista della Coppa del Mondo.

Sostenitore indefesso dell'America Latina

Una mano che punì l'invasione delle isole Faulkland da parte delle forze armate inglesi. 

Perché se Maradona non è mai stato un politico, spesso si è schierato al fianco di uomini di potere e delle loro ideologie, sostenendole apertamente. Lo fece appunto in occasione dell'invasione delle Faulkland, diventò amico intimo di Fidel Castro - denunciando così l'embargo statunitense - e appoggiò Hugo Chavez, l'allora presidente venezuelano che si contrapponeva 'all'Imperialismo statunitense in Sudamerica'. 

Immagini immortali

Oltre alla 'Mano di Dio', ad alcune reti di ineguagliabile bellezza - tra cui 'La rete del secolo' - alle brutte faccende legate alle dipendenze e ai presunti contatti con la Camorra, Maradona ha lasciato un momento di poesia calcistica senza eguali.

Ci riferiamo al famoso riscaldamento di Monaco, quando in occasione degli esercizi preparatori alla sfida di Coppa Uefa contro il Bayern, Maradona trasformò l'ordinario in poesia.

Buon compleanno campione!

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