Un paio di settimane fa ha dato l'addio al Lugano dopo 4 stagioni. Prima di raggiungere lo Zugo - tutt'ora in corsa per il titolo - Gregory Hofmann ha raccontato qualcosa dello spogliatoio dei bianconeri.
Alcune settimane fa Gregory Hofmann ha salutato il pubblico della Corner Arena da giocatore del Lugano. Il 26enne attaccante giocherà infatti con lo Zugo a partire dalla prossima stagione.
Hofmann ha vestito per 4 anni la maglia dell'HCL, dopo aver giocato per tre anni a Davos sotto l'ala protettiva di Arno Del Curto che lo aveva prelevato da Ambrì, dove aveva iniziato la sua carriera da professionista nella massima lega nazionale.
Prima di lasciare Lugano, a Gregory Hofmann sono state poste alcune domane curiose, riguardanti lo spogliatoio del Lugano.
Chi è il più vanitoso?
«Credo sia Bertaggia, in quanto si prende molta cura del suo aspetto e del suo abbigliamento. Anche Elvis (Merzlikins, oggi portiere dei Columbus) però non scherza in fatto di look».
Il 26enne nativo de La Chaux-de-Fonds ha fino ad oggi giocato 399 partite in NL totalizzando 236 punti ( 123 gol e 113 assist). Nell'ultima stagione, la più produttiva della sua carriera, Hofmann ha messo a segno 30 reti e 21 assist.
Chi ha i peggiori gusti musicali?
«Per me è Alessandro Chiesa, in quanto lui ascolta molto rock e heavy-metal, mentre io prediligo altri generi musicali».
Chi è il più secchione, il nerd dello spogliatoio?
«Direi Sannitz e Walker».
I Carolina Hurricanes di NHL si sono interessati a Gregory Hofmann a più riprese, anche se fin'ora la chiamata per il Nordamerica non è ancora arrivata.
Chi è il buffone della squadra?
«Non ci sono dubbi: Julian Walker. Ha sempre delle idee divertenti. Julian è una gran brava persona».
Chi è il peggiore perdente?
«Elvis è un ragazzo che non accetta la sconfitta».
Chi è il più loquace?
«Senza ombra di dubbio si tratta di Alessio Bertaggia. Lui parla tutto il tempo, fuori e dentro lo spogliatoio. Anche quando stai discutendo di qualcosa con qualcuno lui vuole sapere di cosa si tratta; fa parte del suo carattere, è fatto così».