Il processo verte su un accordo 'segreto' avvenuto tra la famiglia del brasiliano e il Barcellona, prima del suo trasferimento in Spagna nel 2013. Il mecenate che ne lanciò la carriera chiede ora il risarcimento di decine di milioni.
«Mio padre si è sempre occupato delle trattative contrattuali, ne è sempre stato responsabile. Firmo quello che mi dice di firmare». Queste le parole del brasiliano Neymar Jr in occasione dell'udienza in tribunale che vede al centro l'accordo siglato nel 2011 con il Barca sul suo trasferimento dal Santos al club catalano.
Neymar Jr ha anche detto di non «ricordare».
Il mecenate
Chi non ha dimenticato è invece Delcir Sonda, il quale, al New York Times, ricorda ancora il momento in cui vide per la prima volta il ragazzo. Anni prima che diventasse una delle più grandi stelle del calcio, anni prima che qualcuno al di fuori della sua comunità locale di São Vicente sentisse il suo nome. Sonda ricorda che fu un incontro casuale. L'imprenditore brasiliano era in barca con alcuni amici una domenica pomeriggio quando notò un gruppo di ragazzi che giocavano a calcio. «C'era un ragazzino completamente diverso dagli altri», racconta Sonda parlando di Neymar, che all'epoca aveva 11 o 12 anni. «Mi è rimasto impresso nella mente. Non avrei mai immaginato che un giorno questo bambino sarebbe diventato un mio giocatore».
Perché anni dopo le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo: il magnate dei supermercati anticipò al campione in erba e alla sua famiglia milioni di dollari in quello che riteneva un investimento sicuro nel prodigioso talento calcistico del giocatore.
Schemi segreti, intrallazzi e intermediari spietati
Invece le cose sono andate diversamente per il signor Sonda, che ha portato Neymar junior e senior in tribunale. L'accusa al giocatore, ai suoi genitori, a due delle sue ex squadre e ad alcuni importanti dirigenti di calcio è di essere gli artefici di un elaborato schema che lo ha defraudato di decine di milioni di dollari.
Il processo inoltre riguarda un meccanismo perverso più ampio, un mercato da 7 miliardi di dollari l'anno in cui le squadre di calcio più ricche del mondo, aiutate da una rete di agenti, intermediari e investitori, scambiano i giocatori come fossero merci: valutazioni multimilionarie fatte di carne, sangue e sogni. Ma questa è un altro lato del processo. Torniamo a Neymar Jr.
Sonda chiede 35 milioni di euro di risarcimento
Sonda chiede almeno 35 milioni di euro, la cifra che sostiene gli sia dovuta in base ai termini del suo investimento originario nei diritti economici di Neymar. L'uomo d'affari non ha davvero bisogno di soldi, ha ammesso, e non sembra interessargli particolarmente se Neymar e i suoi genitori finiranno in prigione, o se il processo interromperà la corsa del Brasile verso la Coppa del Mondo. Tutto ciò che vuole, ha detto in un'intervista nel suo ufficio sopra San Paolo, è la verità, come riferito dal New York Times.
L'accordo
Era il 2011 quando Neymar Sr. e il Barcellona avevano già raggiunto un accordo senza interpellare né il Santos né Sonda. Il club catalano accettava di pagare 10 milioni di euro immediatamente a una società creata dai genitori di Neymar, e poi altri 30 milioni una volta che Neymar avesse firmato con il Barcellona alla fine del suo contratto con il Santos nel 2013. Una clausola penale che imponeva la restituzione di tutti i 40 milioni di euro assicurava che Neymar non avrebbe cambiato idea. Il club catalano ha però negato di avere avuto un accordo con il brasiliano, ha detto Sonda al NYTimes.
Dal Santos al Barcellona
Nella primavera del 2013 il Santos ha accettato di vendere i diritti di Neymar al Barcellona al prezzo scontato di 17,1 milioni di euro. Alcuni accordi accessori addolcirono leggermente l'affare, e il prezzo pieno per Neymar - più di 100 milioni di dollari - emerse solo dopo che un socio del Barcellona portò il club in tribunale. Ma poiché nessuno dei pagamenti segreti del Barcellona alla famiglia di Neymar faceva parte del prezzo ufficiale di trasferimento, la società di Sonda è stata tagliata fuori da quella che sostiene essere la sua giusta quota.
«Hanno venduto il mio 40% al Barcellona», si è infuriato Sonda. «Mi hanno imbrogliato».
Inizialmente prevista per il 21 o il 28 ottobre, l'udienza del giocatore è stata anticipata su richiesta degli avvocati della stella brasiliana. Il giocatore non dovrà più tornare a Barcellona per assistere al procedimento nei prossimi giorni. Potrà esprimersi, se lo desidera, un'ultima volta al termine del processo, previsto per il 31 ottobre, in videoconferenza.