Il bomber del Napoli, Victor Osimhen, ha parlato dei tantissimi soldi messi sul piatto, in estate, dall'Al-Hilal per portarlo in Arabia Saudita. Ha confessato le motivazioni che lo hanno fatto rimanere a Napoli.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Il Napoli cambia allenatore: è Mazzarri a subentrare al partente Garcia.
- Il centravanti del Napoli, Victor Osimhen, in occasione di un podcast condotto da un connazionale, ha ricordato il periodo del mercato estivo, quando i sauditi gli hanno offerto tantissimi soldi.
- Il nigeriano ha deciso di rimanere a Napoli, per questioni sportive e di onore.
- Spalletti? «Ha cambiato le nostre vite».
Fischi, cambi, Inter e Juve che allungano: il mese di novembre del Napoli è tutt'altro che divertente.
I fischi sono piovuti domenica scorsa, in casa contro l'Empoli (0-1). Il cambio di panchina è ormai cosa certa: Mazzarri subentra al partente Rudi Garcia. L'Inter comanda la classifica con 31 punti, la Juve segue a 29, mentre i partenopei sono quarti a quota 21.
In tutto questo casino, il centravanti che l'hanno scorso ha trascinato il Napoli allo scudetto, Victor Osimhen, è stato ospite del podcast «Obi One Podcast» condotto dall'ex centrocampista del Chelsea John Obi Mikel.
«Più rifiutavo, più aumentavano l'offerta»
«Più rifiutavo, più aumentavano l'offerta. Mi avrebbe cambiato la vita, ma ho detto di no», ha confessato il nigeriano riferendosi alla corte dei sauditi dell'Al-Hilal dell'estate scorsa.
«Quello che è stato detto è vero. Devo essere sincero, non avevo mai pensato di andarmene perché il Napoli voleva trattenermi, ma quando è arrivata l'offerta dei sauditi, è stato molto difficile rifiutare».
«È stato pazzesco, perché più dicevo di no, più loro aumentavano l'offerta. Non hanno mai mollato sino all'ultimo giorno di mercato. Era un'offerta di quelle che ti possono cambiare la vita, ma la mia volontà era quella di rimanere in Europa e quindi penso di aver preso una buona decisione per la mia carriera», ha confidato il 24enne al suo connazionale.
Oltre all'aspetto economico e al blasone sportivo, l'africano tira poi in ballo anche l'aspetto dell'onore: «Per quanto giochiamo a calcio per soldi - ha detto - l'onore deve seguire di pari passo».
Spalletti, un grande motivatore
Nel corso del podcast gli è stato chiesto di parlare di Luciano Spalletti, oggi alla guida della Nazionale italiana, l'anno scorso artefice del trionfo partenopeo.
«Quando si stava per avvicinare il momento della conquista dello Scudetto Luciano ci ha mandato un lungo messaggio emozionante, in cui ci ha fatto capire cosa avesse potuto significare per la città un simile traguardo. Ci ha fatto venire la pelle d'oca».
Da quel momento, lui e i colleghi hanno affrontato ogni gara dando il massimo, anche di più. «Contro la Juventus all'intervallo ci fece alzare tutti in piedi e ci disse che non voleva essere ricordato come un allenatore senza trofei, così come noi calciatori non volevamo essere ricordati come quelli che non avevano vinto nulla. Ci fece capire che avevamo una grande opportunità per cambiare le nostre vite».
E così è stato, anche senza i tantissimi milioni sauditi - almeno per ora.