Il calcio in Sud America è una vera e propria passione, una religione quasi, un modo di intendere la vita. A volte giocatori, arbitri e addetti alla sicurezza vanno però oltre la decenza, mostrando tutte le bruttezze di un gioco nato per divertire e far divertire.
Non c'è mai stato nessuno come Eduardo Galeano, capace di descrive il calcio con sguardo critico, la passione dell'amante, l'occhio vigile del giornalista e quella capacità di montare lenti caleidoscopiche per sondarne tutte le sfaccettature, politiche, sociali, tecniche ed estetiche.
Ci affidiamo ad alcune citazioni di questo grandissimo della letteratura mondiale, uruguaiano di nascita, per accompagnare delle scene alquanto inusuali provenienti dal calcio del Sud America.
Perù: cartellino rosso per una pausa-pipì
«Il calcio è una festa per gli occhi di chi lo guarda e una gioia per il corpo di chi lo gioca».
Brasile: poliziotti selvaggi sugli spalti
«Nella sua vita, un uomo può cambiare moglie, partito politico o religione, ma non può cambiare la sua squadra di calcio preferita».
Copa Libertadores: Deyverson, attore prestato al calcio
«Chiunque creda che le dimensioni fisiche e le prove di velocità o di forza abbiano a che fare con la bravura di un calciatore si sbaglia di grosso. Così come sbaglia chi crede che i test del QI abbiano a che fare con il talento o che ci sia una relazione tra le dimensioni del pene e il piacere sessuale. Non è necessario che i bravi calciatori siano titani scolpiti da Michelangelo. Nel calcio, l'abilità è molto più importante della forma, e in molti casi l'abilità è l'arte di trasformare i limiti in virtù».
Chiudiamo questa rassegna di bruttezze con un'ultima citazione dello scomparso giornalista, che sembra poter ridare lustro al gioco più popolare del pianeta.
«I testi di storia contemporanea non ne fanno menzione, nemmeno di sfuggita, ma in alcuni Paesi il calcio è stato e continua a essere un simbolo primordiale di identità collettiva. Gioco quindi sono: uno stile di gioco è un modo di essere che rivela il profilo unico di ogni comunità e afferma il suo diritto di essere diversa. Dimmi come giochi e ti dirò chi sei. Per molti anni il calcio è stato giocato con stili diversi, espressioni uniche della personalità di ogni popolo, e la conservazione di questa diversità mi sembra oggi più che mai necessaria. Questi sono tempi di uniformità obbligatoria, nel calcio e in tutto il resto».