Tra meno di 48 ore il Lugano scenderà in pista per la prima sfida stagionale. A Sami Kapanen il compito di far scordare la stagione passata.
Sami Kapanen è il nuovo allenatore dell'HC Lugano. Un volto nuovo nel panorama dell'hockey svizzero ma molto conosciuto invece da chi mastica l'hockey internazionale, in quanto Kapanen ha giocato ben 918 partite di NHL tra il 1995 e il 2008.
Il finlandese è un avido lettore e uno dei suoi ultimi libri letti è l'autobiografia di Carlo Ancelotti, Il Leader Calmo.
"Mi piace imparare dagli allenatori vincenti."
Il Lugano è un Top Team a livello europeo
Kapanen non ha dubbi a riguardo in quanto ricorda bene che suo padre - ex giocatore di hockey e nazionale finlandese - giocò con Juha Rantasila, ex giocatore del Lugano degli anni settanta.
"Il Lugano è una squadra ben conosciuta in Finlandia e non solo, non solo perchè fu il primo club svizzero ad introdurre il professionismo, ma perchè a Lugano hanno giocato diversi grandi giocatori finlandesi tra cui Eloranta, Nummelin, Peltonen e Hentonen."
I bianconeri hanno vinto l'ultimo titolo svizzero 13 anni fa, ma "la squadra viene sempre costruita per competere ai vertici".
Team First
Sami Kapanen ha un'idea ben precisa del modo di condurre una squadra. 'La squadra prima di tutto'. Secondo il nativo di Vantaa (nelle vicinanze di Helsinki), nello spogliatoio deve regnare armonia, innanzitutto. Il talento presente nella rosa è indiscutibile e sa che molti potrebbero giocare le situazioni di powerplay. "Ma lo scontento uccide l'energia. Se la squadra fa bene anche i singoli brillano."
Linus Klasen
Il nuovo coach del Lugano è convinto che bisogna concedere spazio al talento del giocatore creativo. "Non si può chiedere a Klasen di essere una superstar in difesa e gli va lasciato spazio per inventare, ad esempio in powerplay. Ma quando si perde il disco anche lui deve fare del suo meglio per riconquistarlo."
Un giocatore deve sentirsi libero di commettere errori
Kapanen non vorrebbe che il messaggio venisse recepito nel modo sbagliato. Lui è convinto che un giocatore che ha paura di sbagliare "limita la sua creatività e la squadra tende poi a giocare in modo troppo conservativo." Errori gravi, come concedere un disco all'avversario in una zona pericolosa del campo, sono certamente da evitare, e su questo il coach finlandese non transige. Inoltre, "i giocatori possono imparare velocemente dagli errori commessi dai compagni."
Conciliare l'integrazione dei giovani e progetti ambiziosi è possibile
Il coach del Lugano prende ad esempio il caso di Alexandre Texier, 20enne attaccante francese draftato dai Columbus Blue Jackets e dato in prestito al KalKa Kuopio (il club del quale Kapanen è il maggior azionista). "L'anno scorso, sul punteggio di 3-3 -racconta il finlandese - non l'ho schierato negli ultimi 5 minuti della partita e gli ho spiegato il perchè: 'Tex, per giocare gli ultimi minuti di una partita in parità devi migliorare il tuo gioco difensivo.'.
Per Kapanen non ci sono dubbi: conciliare i giovani ai progetti ambiziosi si può fare, ma ognuno deve sapere che "negli ultimi minuti di una partita bisogna guadagnarsi il diritto di giocare, non importa se sei giovane o vecchio."
Una filosofia ben distinta tra coach canadesi, finlandesi e russi non esiste quasi più
"Negli anni '90 gli stili erano ancora ben distinti: c'era quello sovietico, quello nordamericano e quello europeo. Oggi c'è molta fusione" spiega il 46enne coach finlandese. L'esempio più emblematico riguarda il coach degli ZSC Lions Rikard Grönborg, che prima di allenare in patria diverse compagini giovanili e conquistare 2 Ccampionati del Mondo con la nazionale svedese, ha lavorato molto in Nordamerica a livello universitario.
"Io personalmente ho un background europeo come formazione tecnica - spiega Kapanen - ma in 13 anni di NHL ho imparato molto dallo stile più diretto che si pratica in Nordamerica."