«Make the HCD Great again» Gli stambecchi di Wohlwend e Raffainer tornano a mostrare le corna 

bfi

2.10.2019

Getty Images 

Raeto Raffainer e Chirstian Wohlwend stanno riportando in alto il Davos: dalla filosofia delcurtiana ad una replica della nazionale svizzera.

Per gli amanti dell'hockey nostrano l'HC Davos è sinonimo di storia, tradizione e vittorie. La società grigionese ha infatti vinto 31 titoli nazionali - più di tutti gli altri -, il primo nel lontano 1926, l'ultimo nel 2015. Il Davos ha inoltre conquistato 15 volte la Coppa Spengler, oggi un prestigioso e rinomato torneo internazionale. 

I gialloblu sono scesi due volte in serie B e una volta in 1a lega, quando alla fine degli anni '80 anche i cugini dell'Arosa salutarono la massima serie per non più farvi ritorno. Il Davos invece ha saputo risollevarsi e sotto la guida di Arno Del Curto ha riportato nei Grigioni altri 6 campionati svizzeri. 

Il dopo Del Curto

La stagione 2018-2019 aveva visto il Davos salutare il suo Arno Del Curto e lottare fino alla fine per rimanere mantenere il proprio posto in National League. Operazione riuscita. 

Nel corso dell'estate la società ha effettuato dei cambi importanti: Reto Raffainer (37 anni) è stato appuntato quale direttore sportivo, Christian Wohlwend (42 anni) ha invece raccolto l'eredità di Del Curto dopo la breve parentesi Witolinsch. 

Un cambio in direzione che ha portato comunque due elementi che hanno avuto in passato delle relazioni con Davos e il canton Grigioni: Raffainer è cresciuto nelle giovanili dell'HCD mentre Wohlwend ha giocato nel Coira. 

«Abbiamo iniziato ad allenarci sul ghiaccio già dal 21 di luglio - ha detto Raffainer - così da avere più tempo per provare il nuovo sistema di gioco.»

Sistema di gioco che ha portato il Davos a vincere tre delle cinque sfide giocate fin'ora, battendo Lugano, Losanna e Langnau fuori casa.

Dal leggendario Del Curto al duo Raffainer-Wohlwend 

Se il Davos di Arno Del Curto si è sempre contraddistinto per la velocità del suo gioco - i gialloblu per un ventennio hanno dato l'impressione di essere spesso un passo avanti ai loro avversari - e per l'aggressività dei 'cacciatori grigionesi' in qualsiasi zona del campo, quello proposto oggi da Wohlwend rimane uno stile di gioco dove la rapidità è ancora presente, forse un po' più strutturata, meno 'selvaggia'. 

L'HC Davos rimane un club formatore di giovani talenti che si appoggia sull'esperienza di alcuni navigate bandiere del club grigionese - Ambühl e i fratelli Wieser -, e di questo ne è consapevole anche Wohlwend. 

«È possibile formare dei giovani giocatori  solo se gli permetti di sbagliare». 

Una replica della Nazionale di Patrick Fischer

Raeto Raffainer, Patrick Fischer e Christian Wohlwend hanno insieme plasmato la nazionale svizzera e la selezione U-20 nel corso degli anni. La nazionale di Fischer ha saputo recentemente entusiasmare non solo i tifosi ma soprattutto i giocatori, anche quelli che giocano in Nordamerica, tanto da creare un gruppo del quale tutti vogliono far parte, giocatori di NHL inclusi. Il secondo posto raggiunto ai Mondiali del 2018 al termine della finale persa contro la Svezia è stato fin'ora il culmine di questa nuova cultura hockeystica portata da Fischer, Raffainer e Wohlwend. 

Il concetto di gioco e lo spirito battagliero portato a Davos da Raffainer e Wohlwend è molto simile a quello attuato da Fischer con la Nazionale; manca un po' di talento. 

«Questo è chiaro - dice lo stesso Wohlwend - nella squadra Nazionale abbiamo i migliori giocatori del nostro campionato oltre ad alcuni giocatori che giocano in NHL.» 

Intanto...

Intanto l'HC Davos ha incamerato 8 punti in cinque gare disputate, Marc Wieser (31 anni) ha già segnato 4 reti e lo svedese Perttu Lindgren (32 anni) ha messo 8 punti sul suo conto. Il 22enne portiere Joren van Pottelberghe ha una percentuale di dischi presi del 95,65% e il suo secondo, Sandro Aeschlimann (24 anni) ha anche un grande potenziale da far esplodere.

Dalle parti di Davos si è abituati a vincere e l'energia di Raffainer sembra essere contagiosa: Un direttore sportivo con una missione « Make the HCD Great again».

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