In Nordamerica li chiamano «Franchise Player», da noi sono i «Giocatori bandiera». Vi presentiamo le nostre scelte per Ambrì, Zugo, Zurigo e Ginevra.
Molti si chiedono oggi - altri lo facevano già prima - se la globalizzazione non sia un pilastro della nostra società da mettere in discussione. Il coronavirus sta dimostrando alcuni limiti di questa nostra società che non conosce più confini. Alcuni vorrebbero tornare ad una società più locale, una dimensione più da villaggio.
L'hockey su ghiaccio, quello svizzero in questo caso, non ha mai snobbato le bandiere, cioè quei giocatori che più di altri raccontano la storia di un club, la cultura nel quale esso è nato ed esiste, insomma, coloro sono diventati la 'carta d'identità' della loro società sportiva.
Vi proporremo in tre episodi, un piccolo dossier sui giocatori-bandiera delle formazioni di National League. Abbiamo scelto un giocatore per squadra, voi stessi, potreste individuarne degli altri.
Elias Bianchi: HC Ambrì-Piotta
Cresciuto nelle giovanili dei rivali cantonali del Lugano, dopo una breve parentesi in Nordamerica (USHL), un corto passaggio a Zugo, un ritorno a Lugano (7 match di NL) e due campionati giocati con il Basilea (2010 e 2011) in Swiss Hockey League, Bianchi si allena e gioca alla Valascia dal stabilmente dal 2011.
Nato a Lugano, Bianchi incarna oggi lo spirito dei leventinesi, al punto tale che quando l'Ambrì si trovò orfano di Fora - quando tentò l'avventura in Nordamerica - Luca Cereda non ci pensò due volte a nominare il numero 20 capitano della squadra biancoblu.
Nonostante il ritorno di Michael Fora - un beniamino del pubblico biancoblu - Bianchi continua a godere del rispetto del coach, dei compagni e del pubblico. Galloni guadagnati non certo a suon di reti e punti - 102 punti fin'ora collezionati in NL con i leventinesi - ma grazie al lavoro duro, e all'umiltà di chi ben ha capito l'identità del club in cui gioca. Luca Cereda è un coach che chiede molto ai suoi giocatori e in Elias Bianchi ha trovato un ambasciatore di questa sua filosofia.
Raphael Diaz: EV Zug
Quando si pensa all'EV Zug viene subito in mente il nome del capitano Raphael Diaz. Il trentaquattrenne è un'istituzione tra la gente di Zugo, avendo giocato con la maglia dello Zugo durante tutta la sua carriera professionale, eccezion fatta per i quattro anni trascorsi in NHL dove ha vestito i colori di Montréal Canadiens, Vancouver Canucks e Calgary Flames. Da alcune stagioni, al difensore nato a Baar, non sono solo le sue qualità di gioco ad essere richieste, ma soprattutto le sue qualità umane: Raphael Diaz gode del massimo riconoscimento da parte dei suoi compagni di squadra e naturalmente dei tifosi. Non per niente il veterano è anche il braccio destro della Nazionale di Patrick Fischer.
521 partite in NL, 201 in NHL, condite da 287 punti in totale, una medaglia d'argento ai Mondiali con la selezione nazionale e una Coppa Svizzera; un palmarés di tutto rispetto per Diaz al quale manca ancora il grande titolo, quello di campione svizzero. Il titolo era finalmente in vista questa stagione, interrotta però dallo scoppio della pandemia. Il 34enne avrà occasione di rifarsi l'anno prossimo, Zugo ci spera.
Patrick Geering: ZSC Lions
Chi altro se non l'attuale capitano dei Lions Patrick Geering quale legittimo successore della leggenda del club Mathias Seger.
Già durante l'ultima stagione professionistica di Mathias Seger (2017/18) a Patrick Geering fu affidata la fascia da capitano degli ZSC Lions e proprio in quella stagione il difensore aiutò la sua squadra a conquistare il titolo di campione svizzero.
Il trentenne è una risorsa indispensabile per la squadra dello Zurigo, tanto che l'anno scorso i Lions proprio non riuscirono a decollare senza la presenza del loro leader assente per lungo tempo a causa di infortunio. Nonostante i grandi campioni quali Suter, Bodenmann, Cervenka, Nilson, Noreau e Bodenmann allo Zurigo mancava un giocatore che aldilà del blasone e del denaro sa lottare e soffrire per il suo club, del quale veste la maglia dal 2007.
Noah Rod: Ginevra-Servette
Romando, dalla categoria U-17 gioca con il Ginevra-Servette, nonostante il suoi soli 23 anni Noah Rod è oggi il giocatore che più di tutti rappresenta l'identità battagliera del Ginevra. Infatti, a 21 anni, McSorley gli affidò la fascia da capitano, intuendo il suo potenziale in fatto di leadership e non solo. Un attaccante di potenza, già entrato nel giro della Nazionale di Patrick Fischer.
Come attaccante, anche Rod non può essere giudicato solo in base ai punti fatti, ma con 14 gol e 12 assist, il 23enne ha stabilito un record personale la scorsa stagione, oltre che ad essere risultato uno dei migliori marcatori della sua squadra.
Il suo contratto con i ginevrini durerà fino all'estate 2024, ma sembra che il Servette dovrà risparmiare a causa dell'attuale situazione eccezionale, e potrebbe mettere dunque il suo capitano in vendita.
Aldilà della volontà del giocatore, bisognerà capire se la società ginevrina sarà pronta a risparmiare qualcosa pur di rischiare di trovarsi senza la sua giovane bandiera.