Per lo sgombero del deposito di munizioni situato nel comune bernese di Mitholz, e la riqualificazione dell'intera area interessata, il Consiglio federale chiede al Parlamento un credito di 2,59 miliardi di franchi da sbloccare in due fasi.
Nel messaggio approvato oggi dal Governo, si conferma la volontà dell'esecutivo di gettare le basi per un futuro sicuro e attrattivo per il comune senza addossare alle generazioni future le sfide legate ai residui di munizioni.
La situazione iniziale
Costruito nella montagna durante la seconda guerra mondiale, il deposito di Mitholz - villaggio situato tra Frutigen e Kandersteg - è esploso nel dicembre 1947, distruggendo circa 100 case e causando la morte di nove persone e il ferimento di molte altre.
Stando agli esperti, le circa 3500 tonnellate lorde di residui di munizioni che giacciono nel cunicolo ferroviario sepolto sotto le macerie, nelle fenditure della montagna e nel cumulo di macerie antistante l'impianto di Mitholz possono provocare un grave inquinamento, poiché le munizioni contengono metalli pesanti, in particolare mercurio, piombo, zinco e antimonio.
Durante lo sgombero non saranno rimossi soltanto i residui di munizioni presenti nel cunicolo ferroviario sepolto all'entrata delle caverne, dove sono concentrati i maggiori rischi di esplosione e inquinamento ambientale: il perimetro da sgomberare è stato esteso a tutta l'area di eiezione della catastrofica esplosione del 1947.
Il progetto
Il progetto, stando a una nota governativa odierna, elimina il pericolo che si verifichino eventi maggiori dovuti all’esplosione di grandi quantità di munizioni.
Inoltre verrà realizzata una galleria di protezione per la strada nazionale e verranno adottate misure volte a proteggere le infrastrutture da pericoli naturali come valanghe, piene, colate detritiche o cadute di massi; queste opere continueranno a esistere anche una volta ultimato lo sgombero, permettendo quindi di migliorare la sicurezza e la qualità di vita in modo duraturo.
Il credito
Il credito d’impegno è costituito da due tranche che comprendono spese per beni e servizi, investimenti nonché un supplemento per incertezze legate ai costi. La prima tranche pari a 1,090 miliardi comprende misure preliminari e di protezione nonché le attività di preparazione dello sgombero. Per la seconda tranche è stimato un importo di 740 milioni volto a finanziare lo sgombero e lo smaltimento di residui di munizioni nonché il ripristino del territorio e il reinsediamento di Mitholz.
In aggiunta il credito comprende 760 milioni per il rincaro sull’arco della lunga durata del progetto, come detto pari a circa 25 anni, nonché supplementi per rischi legati al progetto, dato che continuano a sussistere incertezze riguardo alla posizione esatta, allo stato e alle quantità dei residui di munizioni e alle impegnative condizioni geologiche e idrologiche.
Il Consiglio federale chiede al parlamento che sblocchi la prima tranche approvando il decreto federale. Per quanto concerne lo sblocco della seconda tranche come pure delle riserve, il governo deciderà in base all’avanzamento del progetto.
L'impatto sulla popolazione
Sempre nella seduta odierna, l'esecutivo ha anche approvato la scheda di coordinamento Mitholz del Piano settoriale militare, uno strumento di pianificazione e di coordinamento che istituisce le basi per lo sgombero dell’ex deposito di munizioni.
La scheda di coordinamento, sulla quale la popolazione nonché i comuni e i cantoni interessati hanno potuto esprimersi, stabilisce i perimetri di evacuazione, di sicurezza e dell’impianto in maniera definitiva e vincolante per le autorità.
Il progetto avrà un grande impatto sulla popolazione del luogo, con gli abitanti che dovranno decidere se partire definitivamente o prevedere un futuro ritorno. Sulla base delle aree di pericolo definite dagli esperti, il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport acquisterà entro il 2030 tutti i terreni che figurano nelle zone più a rischio e gli immobili.
Per la costruzione delle strutture a protezione della strada e della ferrovia, i primi abitanti dovranno lasciare le loro abitazioni già a partire dal 2025. Rispetto ai timori iniziali non tutti gli abitanti dovranno lasciare il villaggio e parte dei campi potranno continuare a essere coltivati.