A partire dal 2020, questa auto sportiva di lusso e una versione cult del «Bulli» saranno ufficialmente considerate auto d'epoca.
La Audi 100 C4: prodotta fino al 1994, rappresenta l'ultimo modello della serie. In seguito, il modello del segmento medio-superiore è stato ribattezzato A6. Considerata come la più curata, la versione C4 è stata dotata per la prima volta di un motore V6.
La Renault Clio, erede della R5, ha rappresentato uno dei più grandi successi in materia di utilitarie francesi. Oggi è arrivata già alla quinta generazione e rivaleggia nel mercato del nuovo e dell'usato con concorrenti come la VW Polo.
La Opel Calibra: numerosi fan della casa tedesca attendono con impazienza il compleanno del coupé disegnato a Rüsselsheim. Ben concepito sul piano aerodinamico (con un coefficiente di resistenza pari a 0,26), questo modello ha sostituito la Manta. Per dieci anni, la Calibra ha rappresentato l'auto di serie più aerodinamica al mondo. Costruita sulla struttura della Vectra dal punto di vista tecnico, è stata prodotta a partire dal 1990.
La BMW Serie 3 E36, rispetto ai modelli precedenti, ha segnato una rottura stilistica importante in materia di design per la casa di Monaco di Baviera. Ad esempio per i gruppi ottici, che sono stati posti dietro vetri trasparenti, ma anche per il lunotto posteriore. Benché il modello fosse sofisticato dal punto di vista tecnico, sin dall'inizio ha presentato alcuni problemi di qualità.
La Lotus Elan SE è stata prodotta a partire dal 1989. È nell'anno successivo che la roadster britannica a trazione anteriore - dotata di un motore a benzina da 1.600 cc di cilindrata, capace di erogare 123 kW (167 ch) di potenza - è stata commercializzata. Grazie ad una carrozzeria in acciaio e in plastica, il suo peso è stato contenuto a meno di una tonnellata, il che ha concesso alla due posti decappottabile delle performance di tutto rispetto, con una velocità massima pari a 220 km/h.
La Audi Coupé S2 ha dovuto raccogliere la pesante eredità della leggendaria Quattro, le cui versioni sportive permisero un tempo a Walter Röhrl di ottenere importanti successi nei rally. Il motore di questo modello a trazione integrale era derivato da quello del suo predecessore. La berlina e la station-wagon sono arrivate in seguito.
La Ford Escort: la quinta generazione della compatta è arrivata nei concessionari nel 1990. Nettamente più grande (4,10 metri) rispetto alle auto che l'avevano preceduta, misurava in ogni caso 30 centimetri in meno rispetto all'attuale Focus, che ne ha raccolto l'eredità nel segmento.
La Mini Cooper: prima dell'acquisizione dell'azienda da parte di BMW, la Mini (di proprietà della Rover nel 1990) aveva prodotto una nuova versione sportiva della piccola auto, cosa che aveva fatto l'ultima volta negli anni Settanta.
La Mitsubishi Sigma: caduta nell'oblio in Europa centrale, la berlina del costruttore giapponese proponeva una tecnologia rivoluzionaria per l'epoca e motori di grandi dimensioni. Era dotata ad esempio di quattro ruote sterzanti, di un telaio a settaggio elettronico e, più tardi, di un sistema di regolazione della distanza basato su una tecnologia laser.
La VW T4: il Transporter ha subito una rivoluzione tecnica nel 1990. Dotato per la prima volta di un motore montato trasversalmente all'anteriore, piuttosto che al posteriore, e di una trazione allo stesso modo anteriore (come in un'auto da turismo), il «Bulli» offriva una superficie di carico senza soluzioni di continuità. I due interassi differenti rappresentavano inoltre una novità per l'epoca.
La Lamborghini Diablo: il «diavolo» italiano, che ha sostituito la leggendaria Countach, era considerato all'epoca come la vettura di serie più veloce del mondo, con una velocità massima di 325 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 4,1 secondi. Queste performance sono state possibili in virtù di un motore V12 da 5.700 cc di cilindrata e 362 kW (492 ch).
La Golf II Country Syncro: trasmissione integrale, carrozzeria rialzata, protezione per i fari anteriori e ruota di scorta sul posteriore, come su tutti i fuoristrada: ecco una delle varianti più curiose del veicolo, da anni il più venduto in Germania. Contrariamente al modello di base della Golf, il numero di esemplari di questa versione è stato tuttavia esiguo: ciò fa di questo modello, considerato un predecessore dei SUV, un oggetto da collezione ricercato.
La Volvo 940: all'epoca, il modello era considerato meno spigoloso rispetto al suo predecessore. Ma oggi, la produzione svedese della serie 900 - sia in versione berlina che station wagon - si mostra tanto squadrata quanto le carrozzerie classiche che si trovano nei libri per bambini. La 960 era anche disponibile con un motore a sei cilindri in linea.
Le auto che diventerranno d'epoca nel 2020
A partire dal 2020, questa auto sportiva di lusso e una versione cult del «Bulli» saranno ufficialmente considerate auto d'epoca.
La Audi 100 C4: prodotta fino al 1994, rappresenta l'ultimo modello della serie. In seguito, il modello del segmento medio-superiore è stato ribattezzato A6. Considerata come la più curata, la versione C4 è stata dotata per la prima volta di un motore V6.
La Renault Clio, erede della R5, ha rappresentato uno dei più grandi successi in materia di utilitarie francesi. Oggi è arrivata già alla quinta generazione e rivaleggia nel mercato del nuovo e dell'usato con concorrenti come la VW Polo.
La Opel Calibra: numerosi fan della casa tedesca attendono con impazienza il compleanno del coupé disegnato a Rüsselsheim. Ben concepito sul piano aerodinamico (con un coefficiente di resistenza pari a 0,26), questo modello ha sostituito la Manta. Per dieci anni, la Calibra ha rappresentato l'auto di serie più aerodinamica al mondo. Costruita sulla struttura della Vectra dal punto di vista tecnico, è stata prodotta a partire dal 1990.
La BMW Serie 3 E36, rispetto ai modelli precedenti, ha segnato una rottura stilistica importante in materia di design per la casa di Monaco di Baviera. Ad esempio per i gruppi ottici, che sono stati posti dietro vetri trasparenti, ma anche per il lunotto posteriore. Benché il modello fosse sofisticato dal punto di vista tecnico, sin dall'inizio ha presentato alcuni problemi di qualità.
La Lotus Elan SE è stata prodotta a partire dal 1989. È nell'anno successivo che la roadster britannica a trazione anteriore - dotata di un motore a benzina da 1.600 cc di cilindrata, capace di erogare 123 kW (167 ch) di potenza - è stata commercializzata. Grazie ad una carrozzeria in acciaio e in plastica, il suo peso è stato contenuto a meno di una tonnellata, il che ha concesso alla due posti decappottabile delle performance di tutto rispetto, con una velocità massima pari a 220 km/h.
La Audi Coupé S2 ha dovuto raccogliere la pesante eredità della leggendaria Quattro, le cui versioni sportive permisero un tempo a Walter Röhrl di ottenere importanti successi nei rally. Il motore di questo modello a trazione integrale era derivato da quello del suo predecessore. La berlina e la station-wagon sono arrivate in seguito.
La Ford Escort: la quinta generazione della compatta è arrivata nei concessionari nel 1990. Nettamente più grande (4,10 metri) rispetto alle auto che l'avevano preceduta, misurava in ogni caso 30 centimetri in meno rispetto all'attuale Focus, che ne ha raccolto l'eredità nel segmento.
La Mini Cooper: prima dell'acquisizione dell'azienda da parte di BMW, la Mini (di proprietà della Rover nel 1990) aveva prodotto una nuova versione sportiva della piccola auto, cosa che aveva fatto l'ultima volta negli anni Settanta.
La Mitsubishi Sigma: caduta nell'oblio in Europa centrale, la berlina del costruttore giapponese proponeva una tecnologia rivoluzionaria per l'epoca e motori di grandi dimensioni. Era dotata ad esempio di quattro ruote sterzanti, di un telaio a settaggio elettronico e, più tardi, di un sistema di regolazione della distanza basato su una tecnologia laser.
La VW T4: il Transporter ha subito una rivoluzione tecnica nel 1990. Dotato per la prima volta di un motore montato trasversalmente all'anteriore, piuttosto che al posteriore, e di una trazione allo stesso modo anteriore (come in un'auto da turismo), il «Bulli» offriva una superficie di carico senza soluzioni di continuità. I due interassi differenti rappresentavano inoltre una novità per l'epoca.
La Lamborghini Diablo: il «diavolo» italiano, che ha sostituito la leggendaria Countach, era considerato all'epoca come la vettura di serie più veloce del mondo, con una velocità massima di 325 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 4,1 secondi. Queste performance sono state possibili in virtù di un motore V12 da 5.700 cc di cilindrata e 362 kW (492 ch).
La Golf II Country Syncro: trasmissione integrale, carrozzeria rialzata, protezione per i fari anteriori e ruota di scorta sul posteriore, come su tutti i fuoristrada: ecco una delle varianti più curiose del veicolo, da anni il più venduto in Germania. Contrariamente al modello di base della Golf, il numero di esemplari di questa versione è stato tuttavia esiguo: ciò fa di questo modello, considerato un predecessore dei SUV, un oggetto da collezione ricercato.
La Volvo 940: all'epoca, il modello era considerato meno spigoloso rispetto al suo predecessore. Ma oggi, la produzione svedese della serie 900 - sia in versione berlina che station wagon - si mostra tanto squadrata quanto le carrozzerie classiche che si trovano nei libri per bambini. La 960 era anche disponibile con un motore a sei cilindri in linea.
Chiunque desideri che sui documenti della propria Open Calibra o della propria VW T4 sia aggiunta la menzione «auto d'epoca» potrà presentare la domanda a partire dal 2020. L'età della pensione è stata raggiunta anche da un solitario precursore dei SUV.
Sono sempre di più gli svizzeri che si mettono al volante di auto d'epoca. Come riferisce Ruedi Müller dell'organizzazione nazionale Swiss Historic Vehicle Federation (SHVF), intervistato da «Bluewin», nel 2016 sono stati immatricolati nel nostro Paese più di 77'000 veicoli di più di 30 anni.
Poco meno di 50'000 tra queste auto da collezione sono considerate «auto d'epoca». Benché non disponga di dati più recenti, l'esperto di auto storiche ha segnalato che la SHVF ha di recente realizzato uno studio di mercato completo intitolato «Veicoli d'epoca in Svizzera», i cui risultati sono in questo momento in corso di valutazione.
«Auto d'epoca» dopo 30 anni
Ogni anno che passa, il numero di veicoli da collezione aumenta. Nel 2020, numerosi modelli compiranno 30 anni e potranno ambire al titolo di «auto d'epoca», menzione che può essere inserita sui documenti dopo un controllo presso gli uffici cantonali della circolazione stradale.
Oltre all'età del mezzo (ufficialmente, quella in cui è stato messo in circolazione per la prima volta), occorre soddisfare altri standard affinché il veicolo possa ottenere la menzione.
Deve corrispondere ad esempio al modello originale e non devono essere state operate modifiche se non conformi con lo stato del veicolo dell'epoca. Occorre che dal punto di vista estetico e tecnico l'auto sia impeccabile, anche se sono accettate delle tracce d'usura. Il chilometraggio annuale è inoltre limitato a non più di 2 - 3'000 km.
Viaggi a pagamento vietati
I veicoli storici non possono quindi essere utilizzati con regolarità e possono esserlo solo da privati. Sono espressamente vietati, ad esempio, i tragitti effettuati a fronte di un pagamento.
La lista 2020 dei candidati a diventare auto d'epoca comprende una vettura sportiva di lusso, una compatta cult e un modello considerato come il precursore tedesco di una categoria oggi estremamente popolare: quella dei SUV. Sfogliate la nostra galleria di immagini per scoprire di quali veicoli parliamo.
Dimenticata per 50 anni, una Aston Martin rara viene venduta all’asta
Dimenticata per 50 anni, una Aston Martin rara viene venduta all’asta
Questo modello di berlina sportiva Aston Martin Mark II non si muove su strada da mezzo secolo. Il veicolo da collezione, assemblato nel 1936, vale una piccola fortuna.
Nel 1953 Philip Kenyon, ingegnere elettrico, posa con le figlie Joan e Ann davanti all’auto che ha appena acquistato.
L’uomo ha lasciato il veicolo a Joan in eredità.
L’auto da collezione viene venduta all’asta in condizioni che non lasciano per nulla immaginare una manutenzione «assidua». Il nuovo proprietario dovrà investire migliaia di franchi in un restauro per restituire a questa vecchia Aston il suo lustro di un tempo.
Questa placca indica che l’Aston Martin ha bisogno di diversi tipi di olio in estate e in inverno.
La berlina sportiva è stata utilizzata su strada fino agli anni 1970.
Soltanto il genero di Philip Kenyon, Neil Marks (79 anni) e suo figlio Chris (a destra, 39 anni) si sono di nuovo interessati al veicolo e l’hanno fatto ispezionare.
Grazie al suo motore a quattro cilindri da 1,5 litri, l’auto, quando era nuova, poteva raggiungere una velocità di punta di circa 130 km/h.
H&H Classics, casa di vendita specializzata nelle automobili, vorrebbe portare l’auto all’asta il 19 giugno all’Imperial War Museum Duxford, nel Cambridgeshire.
Il prezzo di partenza si eleva a 55’000 sterline, ovvero 72’000 franchi.
Intervisato da «The London Economic», il commissario-banditore Nick Lumby esprime la sua venerazione nei confronti di questo modello di berlina sportiva Aston Martin Mark II: «E’ una meravigliosa occasione per acquistare all’asta e restaurare una Aston rara e carismatica del periodo tra le due guerre. Sono stati prodotti soltanto 24 modelli.»
Joan (la seconda partendo da sinistra, in basso), l’ultima proprietaria del veicolo, festeggia qui i suoi 21 anni circondata dalla sua famiglia.
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