E tre persone rilasciateFurto al Louvre, altri due sospetti incriminati. Gli avvocati: «Le ondate di arresti sono spari nel mucchio»
SDA
1.11.2025 - 17:08
Il museo è stato rapinato il 19 ottobre (immagine d'archivio).
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Due delle cinque persone fermate mercoledì sera nell’ambito dell’inchiesta sul colpo al Louvre sono state incriminate sabato, mentre le altre tre sono state rilasciate senza procedimenti a loro carico, hanno riferito all’AFP fonti di polizia e vicine al dossier.
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Keystone-SDA, Keystone-ATS
01.11.2025, 17:08
01.11.2025, 19:41
ATS
Tra gli incriminati figura una donna di 38 anni, accusata di complicità in furto in banda organizzata e di associazione a delinquere finalizzata a un crimine. È stata posta in detenzione provvisoria da un giudice per le libertà e la detenzione (JLD), durante un’udienza alla quale l’AFP ha potuto assistere in parte.
La 38enne, residente a La Courneuve, è scoppiata in lacrime durante l’udienza, dicendo di avere «paura» per sé e per i suoi figli. Uno degli avvocati della madre di famiglia, Adrien Sorrentino, ha sottolineato che la sua assistita «contesta fermamente le accuse mosse contro di lei».
Anche l’altra persona incriminata è stata posta in detenzione provvisoria, in attesa di un’udienza differita martedì davanti al JLD, secondo una delle fonti.
«Spari nel mucchio»
Altre tre persone, invece, sono state rilasciate al termine della custodia cautelare, senza ulteriori procedimenti. «In questi casi di grande criminalità, constatiamo che le ondate di arresti rappresentino degli spari nel mucchio», hanno commentato all’AFP le avvocate Sofia Bougrine e Noémie Gorin, che difendono una delle persone rilasciate.
Le cinque nuove operazioni di polizia erano state annunciate giovedì mattina dalla procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, che aveva precisato come i gioielli rubati restassero introvabili.
Questi arresti si aggiungono a quelli di due uomini sulla trentina fermati una settimana fa, sospettati di aver fatto parte del commando di quattro persone presenti sul posto. I due residenti di Aubervilliers, di 34 e 39 anni, erano stati incriminati e posti in detenzione provvisoria mercoledì sera.
Durante la custodia cautelare, i due – uno arrestato all’aeroporto di Roissy mentre tentava di raggiungere l’Algeria, l’altro ad Aubervilliers – avevano rilasciato confessioni «minimali», stando Laure Beccuau.
Le nuove operazioni, «non sono affatto legate alle dichiarazioni» dei due già incriminati, ma «ad altri elementi presenti nel fascicolo», come tracce di DNA, videosorveglianza o l’analisi delle comunicazioni telefoniche, aveva spiegato la procuratrice.
Si cerca il bottino
Beccuau aveva sottolineato la propria «determinazione», come quella della centinaia di investigatori mobilitati, a ritrovare il bottino e l’insieme dei malviventi coinvolti.
Per quanto riguarda i gioielli, la procuratrice aveva spiegato che l’Ufficio centrale per la lotta contro il traffico dei beni culturali stava esplorando «una serie di mercati paralleli», poiché è improbabile che riappaiano nel mercato legale dell’arte.
Tra le ipotesi, quella che i gioielli possano essere utilizzati come «merce di riciclaggio o di negoziazione nel mondo criminale».
La sicurezza al Louvre sotto esame
Il caso ha suscitato lunghi dibattiti sulla sicurezza del Louvre, il museo d’arte più visitato al mondo.
La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha presentato venerdì le prime conclusioni dell’inchiesta dell’Ispettorato generale degli affari culturali, con un bilancio molto critico: «una sottovalutazione cronica e strutturale del rischio di intrusione e furto» da parte del Louvre, «una dotazione insufficiente dei dispositivi di sicurezza», una governance «non adeguata» e protocolli di reazione a furti e intrusioni «totalmente obsoleti».
«Non possiamo continuare così», ha insistito la ministra. Il giorno del colpo, i quattro malviventi erano riusciti a parcheggiare un camion elevatore ai piedi del museo, permettendo a due di loro di raggiungere con una piattaforma la Galleria di Apollo.
Pur ribadendo che i dispositivi di sicurezza interni del Louvre avevano funzionato, Dati ha annunciato misure per rispondere a una «grave falla nella sicurezza» all’esterno del museo.