Guerra in Ucraina Da Azovstal: «Non ci arrendiamo», strage a Lugansk

SDA

8.5.2022 - 21:38

«La resa per noi è inaccettabile», affermano dall'Azovstal i combattenti del reggimento Azov. Dopo l'evacuazione di tutti i civili dall'acciaieria, confermata da Kiev e Mosca, gli ultimi resistenti di Mariupol convocano una conferenza stampa online per ribadire la loro posizione. L'offensiva nel resto del Paese continua. La first lady statunitense Jill Biden e il Primo Ministro canadese Trudeau arrivano a sorpresa in Ucraina.

Del fumo dall'acciaieria Azovstal a Mariupol dopo dei bombardamenti, sabato.
Del fumo dall'acciaieria Azovstal a Mariupol dopo dei bombardamenti, sabato.
KEYSTONE/AP Photo/Alexei Alexandrov

Keystone-SDA

«Ci sono molti militari feriti da evacuare, ma combatteremo fino alla fine», ha assicurato il vice comandante del battaglione, il capitano Svyatoslav Kalina Palamar, parlando accanto al responsabile dell'intelligence, il tenente Ilya Samoilenko.

«Le forze russe stanno continuando a bombardare l'area e stanno cercando di assaltare l'impianto. Ora i nostri politici stanno provando a negoziare con quegli animali. Ma non ricordano cosa hanno fatto? – ha aggiunto, puntando il dito anche contro la linea del presidente Volodymyr Zelensky -. Non possiamo parlare con questa gente. Il nostro obiettivo è eliminare la minaccia. Non stiamo difendendo solo l'Ucraina, ma anche il mondo libero».

Mosca cerca un successo per il 9 maggio

Il 9 maggio è la giornata in cui Mosca ricorda la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale. Ma il Cremlino è ancora a caccia di un successo simbolico da brandire dopo 74 giorni di guerra.

La presa dell'ultima sacca di resistenza di Mariupol, circondata in un raggio di almeno cento km da sole forze nemiche, resta il trofeo più prestigioso da offrire alla retorica di Vladimir Putin.

Ma in attesa del minacciato assalto finale, Mosca si prepara già a governare. Nella città portuale sul mar d'Azov si è recato il vicepremier russo Marat Khusnullin, inviato dal Cremlino «per valutare le opere di ricostruzione» dopo il conflitto, in compagnia dal leader filorusso di Donetsk, Denis Pushilin, che ha annunciato la riapertura entro questo mese del porto cittadino per l'esportazione di merci dal Donbass.

Strage a Lugansk

Proprio nei territori dell'est continua intanto l'offensiva con bombardamenti a tappeto. Un attacco aereo ha centrato una scuola trasformata in rifugio nel villaggio di Bilohirivka, nell'oblast di Lugansk, nei cui sotterranei si nascondevano 90 persone.

Una trentina sono state tratte in salvo, secondo il governatore regionale, Serhiy Gaidai. «Ma tutte le 60 persone rimaste sotto le macerie degli edifici – ha aggiunto – sono molto probabilmente morte». Una strage che andrebbe ad aggravare il drammatico bilancio di migliaia di vittime civili denunciato dagli ucraini.

L'offensiva sul terreno

I raid proseguono in tutto il Paese, mantenendo la contraerea ucraina sotto costante pressione. «I principali sforzi del nemico si sono concentrati sulla distruzione delle infrastrutture aeroportuali al fine di prevenire le azioni dei nostri aerei, inclusi i droni Bayraktar», in particolare nell'Ucraina orientale e nella zona operativa del mar Nero, ha riferito lo Stato maggiore di Kiev.

Un altro attacco ha ucciso due ragazzini di 11 e 14 anni nella città di Pryvillia, nel distretto di Severodonetsk, sempre nella martoriata regione di Lugansk.

«Forti esplosioni» si sono registrate anche a Odessa e in zone residenziali di Mykolaiv, dove un'anziana insegnante è rimasta uccisa e altri 27 civili sono stati feriti.

Ma le sirene d'allarme antiaereo hanno risuonato in tutto il Paese. E dopo due giorni di ricerche, è stata trovata morta Sofia, la 13enne scomparsa dopo il bombardamento su una colonna di mezzi che stavano evacuando civili nella regione orientale di Kharkiv, che i familiari avevano cercato di rintracciare con appelli sui social. «Purtroppo – ha riferito il capo della polizia regionale Serhiy Bolvinov – i resti del corpo e un ciondolo indicato dai suoi parenti sono stati trovati nell'auto su cui viaggiava» con la sorella di 6 mesi e la madre, rimasta gravemente ferita.

Jill Biden e Trudeau a sorpresa in Ucraina

«I cuori del popolo americano sono con le madri dell'Ucraina»: è il messaggio lanciato nella giorno della festa della mamma da Jill Biden nel suo viaggio lampo in Ucraina occidentale, dove ha abbracciato la moglie del presidente, Olena Zelenska, regalandole un bouquet di fiori.

Una tappa che carica di ulteriore significato politico e umano la sua missione prima in Romania e poi in Slovacchia per visitare le truppe Usa, ribadire i forti legami bilaterali con i due alleati Nato ma soprattutto per mostrare solidarietà ai rifugiati ucraini e gratitudine per gli sforzi umanitari dei Paesi vicini, delle agenzie Onu e delle ong.

La visita in Ucraina arriva pochi giorni dopo quella della speaker della Camera Nancy Pelosi e dei segretari di Stato e alla Difesa Usa, Antony Blinken e Lloyd Austin.

In attesa di un possibile viaggio a Kiev anche di Biden, che nel frattempo però è stato battuto sul tempo da Justin Trudeau, protagonista anche lui domenica di un blitz tenuto riservato per incontrare Zelensky a margine della video call tra i leader del G7.

Il premier canadese ha prima fatto tappa a Irpin, alla periferia di Kiev, teatro di violenti combattimenti e di molti orrori russi che ha voluto vedere con i propri occhi, accompagnato dal sindaco Oleksander Markushyn, che ha postato delle foto insieme a lui.

Assieme alla vice premier Chrystia Freeland e alla ministra degli Esteri Mélanie Joly, Trudeau ha anche issato la bandiera del suo Paese all'ambasciata canadese, che dovrebbe riaprire a breve.