COVID-19 Koch e Bertoli: «Ecco perché non chiudiamo le scuole dell'obbligo»

SwissTXT / pab

11.3.2020

Il capodivisione malattie trasmissibili dell’UFSP Daniel Koch durante la conferenza stampa da Bellinzona
Il capodivisione malattie trasmissibili dell’UFSP Daniel Koch durante la conferenza stampa da Bellinzona
Ti-Press / Keystone

Il capodivisione malattie trasmissibili dell’UFSP Daniel Koch, presente alla conferenza stampa di mercoledì pomeriggio del Governo ticinese, ha spiegato perché si è deciso per il momento di tenere le scuole dell'obbligo aperte.

«Dobbiamo in tutti i modi evitare il mescolamento delle generazioni, perché se chiudiamo il rischio che a occuparsi dei bambini siano i nonni, la fascia più a rischio, è troppo alta», ha detto. Una visione confermata in seguito anche dal direttore del DECS Manuele Bertoli, che ha voluto sottolinearla a più riprese, vista anche la pressione popolare.

Istruzione a distanza dove possibile

Il direttore del DECS ha poi precisato che «le scuole non sono chiuse e sigillate: ci lavoreranno i direttori, i docenti che restano in servizio e il personale amministrativo. I maestri dovranno predisporre l’istruzione a distanza, quando possibile». 

«Deprecabili i dibattiti tra medici che creano confusione»

Bertoli, dopo aver spiegato la decisione sulle scuole, ha voluto tornare anche sulle polemiche per la mancata chiusura e sui pareri contrastanti espressi dal mondo medico/scientifico: «È deprecabile che ci sia questo dibattito tra scienziati che disorienta la popolazione. Il dibattito è legittimo, ma fatto in questo modo sui media cantonali è nefasto e non aiuta assolutamente a contenere il contagio».

Il direttore del DECS ha poi anche invitato i municipi a non aprire altri fronti non rispettando quanto deciso dal Governo: «Se qualcuno vuole comportarsi in quest’ottica sappia che andrà incontro al rischio di dare un contributo alla diffusione intergenerazionale del virus».

«Il Ticino ha un ruolo precursore»

Koch ha infine aggiunto, più in generale, che non è escluso a priori che una regione possa essere isolata in Svizzera anche se la situazione varia tra i cantoni. «Il Ticino adesso ha un ruolo precursore per il resto della Confederazione, che può imparare dall’esperienza ticinese».

Sulle misure adottate in Ticino ha poi spiegato che hanno due obbiettivi: rallentare l’impatto dell’epidemia sui cittadini e sulle strutture sanitarie, e proteggere la parte più vulnerabile della popolazione che sarà colpita dalla malattia.

Numeri e link utili

È utile ricordare che, per tutte le informazioni sul COVID-19 e sulle misure prese dalle autorità, la hotline cantonale ticinese è sempre in funzione dalle 7h00 alle 22h00 allo 0800 144 144. Il sito specifico che il Cantone ha aperto è consultabile in ogni momento cliccando qui.

La Hotline a livello federale risponde invece a tutte le domande 24 ore su 24 al numero +41 58 463 00 00. Il sito della Confederazione sul coronavirus COVID-19 invece è raggiungibile cliccando qui.

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