Charles mort ou vif, di Alain Tanner (1969).
Germania, anno zero, di Roberto Rossellini (1948).
E Nachtlang Füürland, di Clemens Klopfenstein e Remo Legnazzi (1981).
India Song, di Marguerite Duras (1975).
Kǒng bù fèn zǐ (The Terrorizers), di Edward Yang (1986)
M, di Yolande Zauberman (2018).
Stranger Than Paradise, di Jim Jarmusch (1984).
Mababangong Bangungot (Perfumed Nightmare), di Kidlat Tahimik (1977)
O Bobo, di José Álvaro Morais (1987).
No Home Movie, di Chantal Akerman (2015).
Metropolitan, di Whit Stillman (1990).
Invasión, di Hugo Santiago (1969).
Cavalo Dinheiro (Horse Money), di Pedro Costa (2014).
Au Nom du Christ, di Roger Gnoan M’Bala (1993).
Noon-O-Goldoon (A Moment of Innocence), di Mohsen Makhmalbaf (1996).
Rapado, di Martín Rejtman (1992).
Der siebente Kontinent, di Michael Haneke (1989).
In Gefahr und größter Not bringt der Mittelweg den Tod, di Alexander Kluge e Edgar Reitz (1974).
Comizi d’amore, di Pier Paolo Pasolini (1964).
Terra em Transe (Entranced Earth), di Glauber Rocha (1967).
Locarno 2020: «Un viaggio nella storia del Festival»
Charles mort ou vif, di Alain Tanner (1969).
Germania, anno zero, di Roberto Rossellini (1948).
E Nachtlang Füürland, di Clemens Klopfenstein e Remo Legnazzi (1981).
India Song, di Marguerite Duras (1975).
Kǒng bù fèn zǐ (The Terrorizers), di Edward Yang (1986)
M, di Yolande Zauberman (2018).
Stranger Than Paradise, di Jim Jarmusch (1984).
Mababangong Bangungot (Perfumed Nightmare), di Kidlat Tahimik (1977)
O Bobo, di José Álvaro Morais (1987).
No Home Movie, di Chantal Akerman (2015).
Metropolitan, di Whit Stillman (1990).
Invasión, di Hugo Santiago (1969).
Cavalo Dinheiro (Horse Money), di Pedro Costa (2014).
Au Nom du Christ, di Roger Gnoan M’Bala (1993).
Noon-O-Goldoon (A Moment of Innocence), di Mohsen Makhmalbaf (1996).
Rapado, di Martín Rejtman (1992).
Der siebente Kontinent, di Michael Haneke (1989).
In Gefahr und größter Not bringt der Mittelweg den Tod, di Alexander Kluge e Edgar Reitz (1974).
Comizi d’amore, di Pier Paolo Pasolini (1964).
Terra em Transe (Entranced Earth), di Glauber Rocha (1967).
Sono 20 e raccontano una storia, quella del Locarno Film Festival. «Un viaggio nella storia del Festival» è la sezione di Locarno 2020 costruita insieme ai 22 autori che concorreranno al Pardo 2020 per riscoprire i grandi film che hanno segnato il Festival dal 1946 a oggi. Venti film che dal 5 al 15 agosto il pubblico potrà riscoprire online e in sala a Locarno.
Si parte dal 1948 di Germania Anno Zero e si arriva al 2018 di M. Da Roberto Rossellini a Yolande Zauberman, 20 film firmati da grandi registi del cinema d’autore sono pronti a raccontare 72 anni di storia del Locarno Film Festival.
Sono i film di «Un viaggio nella storia del Festival», la sezione di Locarno 2020 costruita dai registi e dalle registe della selezione The Film After Tomorrow ripercorrendo le migliaia e migliaia di film che dal 1946 a oggi hanno riempito le serate d’agosto del Festival.
Il futuro che guarda il passato
Insieme alla bella notizia di essere stati selezionati per The Films After Tomorrow, i 22 registi che dal 5 al 15 agosto concorreranno al Pardo 2020 hanno ricevuto una richiesta particolare dalla Direzione artistica: scegliere un film della lunga storia del Festival da riproporre al pubblico durante le giornate di Locarno 2020. Un film che li abbia colpiti, scossi, emozionati, o - perché no - che abbia influito nel loro percorso artistico.
Così, uno dopo l’altro, i protagonisti dei «film sospesi» hanno disegnato ,tappa dopo tappa, il tragitto del viaggio nella storia del Festival che ora aspetta solo di essere percorso da chiunque vorrà vivere l’edizione Locarno 2020 - For the Future of Films.
Dalla Svizzera alle Filippine
Come sempre al Festival non c’è geografia che tenga o confini che resistano. Insomma, preparatevi a un viaggio lungo, ma lungo davvero. Partendo dalla Svizzera di Charles mort au vif, di Alain Tanner (1969, Locarno22), si partirà alla volta delle Filippine di Mababangong Bangungot (Perfumed Nightmare), di Kidlat Tahimik (1977, Locarno30).
Il tutto passando per l’Italia di Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini (1964, Locarno17) o per Paesi che non esistono nemmeno più, come la Germania dell’Ovest di In Gefahr und größter Not bringt der Mittelweg den Tod, di Alexander Kluge e Edgar Reitz (1974, Locarno28).
Un viaggio d’oro
Se si racconta la storia di Locarno non si può che raccontare scoperte, talenti, film nati minuscoli e diventati pietre miliari. Film che per qualcuno possono essere passati in sordina e che per altri hanno segnato un punto di svolta.
Tra le 20 opere di «Un viaggio nella storia del Festival» insomma troverete film a voi perfettamente sconosciuti al fianco di giganti della storia del cinema. Un esempio? Germania Anno Zero, di Roberto Rossellini, protagonista di Locarno3, la terza edizione del Festival, e oggi annoverato tra i capolavori della storia del cinema.
E a proposito di chi ha lasciato il segno, ecco pure un certo Stranger Than Paradise, il film d’esordio di Jim Jarmush con cui vinse subito il Pardo d’oro nel 1984, a Locarno37. E pensare che non sarebbe mai riuscito a finirlo se un certo Wim Wenders non gli avesse regalato la pellicola che gli era avanzata dal set del suo ultimo film Lo stato delle cose…
Alla pagina speciale del Locarno Film Festival
I morti non muoiono
Film/Horror ∙ US 2019 ∙ blue Video
Charles mort ou vif
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