Bötschi domanda Peter Marvey: «Non l’ho mai raccontato a nessuno»

Bruno Bötschi

27.11.2019

Peter Marvey sull'illusionismo: «La magia mi ha sempre affascinato. Avevo cinque o sei anni quando ho avuto le prime esperienze in cui mi sono reso conto che sarebbe stata molto importante nella mia vita. Solo che all’epoca non sapevo ancora perché».
Peter Marvey sull'illusionismo: «La magia mi ha sempre affascinato. Avevo cinque o sei anni quando ho avuto le prime esperienze in cui mi sono reso conto che sarebbe stata molto importante nella mia vita. Solo che all’epoca non sapevo ancora perché».
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È uno degli illusionisti più famosi al mondo: Peter Marvey racconta di un guasto memorabile, rivela quanto costa preparare un trucco di magia e parla per la prima volta della separazione dalla sua fidanzata di lunga data.

Un freddo pomeriggio autunnale in un luogo poco magico – almeno a prima vista: dieci anni fa, nella zona industriale di Feusisberg, nel canton Svitto, Peter Marvey ha realizzato il suo sogno, la Magic House, «probabilmente l’unica casa privata al mondo con teatro».

La particolarità dell’edificio? La magia e la casa, appunto. All’ingresso dell’appartamento, una scala da palcoscenico in plexiglass conduce alla stanza della torre. Il 48enne può così allenarsi ogni giorno a salire le scale per le sue apparizioni in scena.

Poiché la Magic House può ospitare «solo» 99 ospiti e il palco è alto tre piani ma non è particolarmente ampio, Marvey si sposta regolarmente in sale più ampie sia in patria che all’estero. A dicembre, per un mese, presenterà un’auto pendente presso la Maag Halle di Zurigo.

Signor Marveyoggi faremo un gioco domanda-risposta: nel corso dei prossimi 30 minuti, le porrò più domande possibili e lei risponderà preferibilmente in modo rapido e spontaneo. Se c’è qualcosa a cui non vuole rispondere, basta che dica «passo».

Ok, sono pronto.

Simsalabim o hocus pocus fidibus?

Funzionano entrambe e ogni tanto le uso insieme durante i miei spettacoli.

Mago o prestigiatore?

Preferisco il titolo professionale di «illusionista» perché descrive in modo più preciso ciò che faccio sul palco.

Cosa pensa di Hazel Brugger (giovane cabarettista, autrice e presentatirce svizzero-statunitense, celebre nella Svizzera tedesca ndr.) ? 

È molto irriverente e questo mi piace tantissimo.

Le piace fare bricolage?

Moltissimo.

Riesce a fare un bel disegno con le matite colorate?

Preferisco gli schizzi in bianco e nero. Da piccolo odiavo colorare i disegni.

Non le piacciono i colori?

Sì molto, ma non nei disegni.

Il consumismo prenatalizio è una follia?

Ogni tanto, quando passeggio per un mercatino di Natale, mi capita di pensare: «È pazzesco quanta roba ci sia da comprare.» Ma è ancora più pazzesco il fatto che non mi serva niente di tutto ciò e che quindi riesca solo a curiosare e divertirmi.

Albero di Natale. Sì o no?

Sì.

Dove ha messo il suo albero di Natale?

Di fianco alla TV, lo decoriamo tutti insieme. Alla fine, il mio compito è quello di occuparmi del cablaggio dell’albero.

Le piacciono le bombe da tavolo?

È passata un’eternità da quando me n’è esplosa una sul tavolo, ma può essere molto divertente.

Peter Marvey sui mercatini di Natale: «Ogni tanto, quando passeggio per un mercatino di Natale, mi capita di pensare: «È pazzesco quanta roba ci sia da comprare. Ma è ancora più pazzesco il fatto che non mi serva niente di tutto ciò e che quindi riesca solo a curiosare e divertirmi».
Peter Marvey sui mercatini di Natale: «Ogni tanto, quando passeggio per un mercatino di Natale, mi capita di pensare: «È pazzesco quanta roba ci sia da comprare. Ma è ancora più pazzesco il fatto che non mi serva niente di tutto ciò e che quindi riesca solo a curiosare e divertirmi».
Keystone

Festeggia il suo compleanno?

Sì.

Festeggerà il suo prossimo compleanno tra due anni così in grande come l’ultimo?

Può darsi, ma non ho ancora iniziato i preparativi.

Film romantico preferito?

Dovrebbe essere un cartone animato ... ma in questo momento non me ne viene in mente nessuno.

Questa è stata la prima cosa divertente, ma è strano che a Marvey non sembri tale. Rimane concentrato.

Attrice preferita?

Anche qui, così su due piedi non me ne viene in mente nessuna. Purtroppo non sono molto aggiornato in fatto di film, perché negli ultimi 12 mesi non sono andato al cinema neanche una volta. Questo è legato al fatto che ho uno schermo, una sorta di cinema casalingo.

Qual è l’ultimo film che ha visto a casa?

Tre giorni fa ho visto la commedia ‹‹Crazy, Stupid, Love››. Le commedie sono il mio genere preferito. Mi piace quando dopo un film mi fa male la pancia per quanto ho riso.

Può fare un esempio?

‹‹Cose molto cattive›› del regista Peter Berg è uno dei miei preferiti. Il film tratta in modo cinico di alcuni amici che partecipano a Las Vegas a un addio al celibato che va a finire male e delle sue conseguenze. Si parla di omicidio e omicidio volontario e, nonostante tutto, fa sempre ridere.

Le piace lo humor nero?

Moltissimo.

Come ha conosciuto la sua fidanzata Viviane Vega?

Ho conosciuto Vivi più di dieci anni fa, ma ora siamo solo partner commerciali. Ci siamo lasciati un anno e mezzo fa.

Mi dispiace.

Nessun problema, molti non lo sanno ancora perché lavoriamo ancora benissimo insieme.

Che cognome c’è sul suo passaporto: Marvey o Wollenmann?

Sul mio passaporto c’è il mio vero nome: Peter Marcel Wollenmann.

Perché il cognome Marvey non compare sul suo passaporto?

In Svizzera non sono consentiti cognomi aggiuntivi nei passaporti. L’ho chiarito già anni fa. Quindi avrei dovuto cambiare il cognome da Wollenmann a Marvey ma non ho voluto farlo.

I suoi cognomi le causano mai problemi ad esempio al check-in in hotel o in aeroporto?

Sì, è successo una volta. Il biglietto aereo è stato emesso a nome di Marvey anziché Wollenmann.

È riuscito comunque a prendere l’aereo?

È stato snervante, ma dopo che il nome sul biglietto è stato modificato mi è stato permesso di salire sull’aereo.

Peter Marvey sulla sua ex fidanzata Viviane Vega: «Ho conosciuto Vivi più di dieci anni fa, ma ora siamo solo partner commerciali. Ci siamo lasciati un anno e mezzo fa».
Peter Marvey sulla sua ex fidanzata Viviane Vega: «Ho conosciuto Vivi più di dieci anni fa, ma ora siamo solo partner commerciali. Ci siamo lasciati un anno e mezzo fa».
Keystone

Da bambini si hanno molti sogni: quali erano i suoi?

Uno dei miei più grandi sogni era volare. Un sogno a cui ho dato molto spazio anche nel mio nuovo spettacolo ‹‹Peter Marvey & Friends – Stars of Illusion›› in scena a Zurigo a dicembre. Ci sarà anche un breve video che mostra come già da bambino abbia provato a volare.

Marvey testa le nuove illusioni per la prima volta nella sua Magic House – quindi a casa e senza pubblico. Se le magie riescono, gli spettatori potranno godersi un bello spettacolo. Ed è proprio questo l’obiettivo di Marvey.

Ha costruito le ali ed è salito su una montagna per librarsi in volo?

Più o meno. Ma non si preoccupi, non ho mai messo la mia vita in pericolo. Sono sempre stato consapevole del fatto che nonostante avessi le ali non potevo volare per davvero.

Quando è stata la prima volta che ha volato a bordo di un aereo?

Per motivi economici, per la mia famiglia prendere un aereo è stato fuori discussione per molto tempo. Avevo dieci anni quando i miei genitori mi regalarono un volo a Ginevra. Tornammo in treno. All’epoca prendemmo l’aereo solo per l’idea di volare.

All’età di 8 anni i miei genitori, come a quanto pare fecero anche i suoi, mi regalarono un kit di magia. Dopo poco tempo misi il kit dentro l’armadio. Lei no. Perché?

La magia mi ha sempre affascinato. Avevo cinque o sei anni quando ho avuto le prime esperienze in cui mi sono reso conto che sarebbe stata molto importante nella mia vita. Solo che all’epoca non sapevo ancora perché.

Di quale tipo di esperienze parla?

In passato accaddero piccoli eventi magici – ad esempio una carta del memory mi rimase attaccata alla mano.

A 14 anni ha scoperto un libro di magia in biblioteca che le ha indicato la strada giusta.

Esatto. A quel tempo mi si aprì un mondo completamente nuovo. Il libro mi mostrò che si può imparare la magia. Fino ad allora credevo che le illusioni più grandi venissero tramandate da uno dei genitori.

Perché voleva posticipare l’esame di maturità?

Nel 1991, a Losanna si sarebbe tenuto il congresso mondiale dei maghi, che si svolge solo ogni tre anni. Per me era chiaro: dovevo andarci a tutti i costi. Un’occasione simile non si sarebbe ripresentata presto. C’era addirittura David Copperfield. Ecco perché ho cercato di spostare l’esame di maturità, ma purtroppo allora non ero così bravo con le magie. (ride)

Quindi non è riuscito a posticiparlo?

Purtroppo no, quindi ho partecipato al congresso solo per due giorni. Poi sono dovuto tornare per sostenere l’esame di maturità.

Cosa hanno detto i suoi genitori quando ha abbandonato nuovamente gli studi di architettura dopo poco tempo?

Per un bel po’ non sapevo che cosa studiare. Ecco perché mi sono preso due anni sabbatici. Durante questo periodo mi sono dedicato esclusivamente alla magia. Ho partecipato a concorsi con il mio numero ‹‹Magic Hands›› e ho vinto premi in patria e all’estero. Già a 20 anni i miei impegni mi hanno portato in Giappone e negli Stati Uniti.

Stava per diventare un mago di successo. Perché voleva comunque studiare?

Forse perché sono svizzero e ho pensato che prima di tutto dovessi dedicarmi a degli studi seri. Già dopo un anno realizzai però che per me non funzionava così. Studiare non faceva per me.

Da quasi architetto: qual è l’edificio più bello della Svizzera?

Per me gli edifici più belli del mondo sono le Torri Petronas...

… ma si trovano a Kuala Lumpur, in Malesia. Quale edificio svizzero le piace particolarmente?

Non ci ho mai pensato ... Mi piace molto il teatro dell’opera di Zurigo, sia dall’interno che dall’esterno. Trovo bellissima anche la Prime Tower di Zurigo e anche la stazione di Stadelhofen costruita dall’architetto svizzero-spagnolo Santiago Calatrava.

E qual è l’edificio più brutto della Svizzera?

L’edificio più brutto della Svizzera era una casa plurifamiliare a Schindellegi: è stata demolita due anni fa e sostituita da un nuovo edificio più bello.

Peter Marvey a proposito del suo carattere: «A volte sono abbastanza impaziente, ma questo non dà fastidio a me, quanto a chi mi circonda.»
Peter Marvey a proposito del suo carattere: «A volte sono abbastanza impaziente, ma questo non dà fastidio a me, quanto a chi mi circonda.»
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Una volta ha affermato: ‹‹Più un mago è vecchio e più sarà credibile.››

A 16 anni non si viene presi sul serio come maghi, a prescindere da ciò che si fa sul palco. Prima di arrivare all’età di Merlino devo ancora invecchiare un po’ e lasciare che i miei capelli diventino grigi. (ride)

Ha poteri psichici?

Spero di sì, ma purtroppo non ho alcuna prova.

Tony Hassini, presidente della International Magicians Society, ha recentemente definito Marvey il «Michelangelo della magia». Tuttavia per lui la consacrazione più alta è l’entusiasmo del pubblico.

La consacrazione più alta è l’entusiasmo del pubblico e il bagliore negli occhi dei bambini. Ogni volta devo ricreare questo effetto.

Come impedisce alle sue assistenti di divulgare i suoi trucchi di magia?

Le mie assistenti sono sotto ipnosi permanente ... (ride)

… e seriamente?

Nel contratto c’è una clausola, ma non è niente di che. Anche in altre aziende vige il divieto di non divulgare informazioni interne.

Quale difetto del suo carattere la infastidisce di più?

A volte sono abbastanza impaziente, ma questo non dà fastidio a me, quanto a chi mi circonda.

È una persona coraggiosa?

Credo di sì, ma non penso a una data cosa, la faccio e basta.

Come si mantiene in forma?

Mi alleno almeno ogni due giorni secondo un programma fisso. A casa ho allestito una sala fitness e corro sul tapis roulant.

Sul suo sito internet c’è scritto: ‹‹Quello che il pubblico vede sul palco è circa l’1% del lavoro totale che richiede: esercizi quotidiani per le dita, invenzioni, coreografie, psicologia, linguaggio del corpo, editing musicale, illuminotecnica, produzione di interi spettacoli, sperimentazione, deposito di brevetti, redazione di piani di costruzione, progettazione di costumi, grafica, costruzione di oggetti di scena, scienza dei materiali, meccanica, organizzazione e logistica, collaborazione con persone in tutto il mondo.››  Quale delle attività citate le piace particolarmente?

Quello che preferisco è sviluppare e inventare, perché ho la massima libertà e non ci sono orari fissi. A volte mi sembra di essere nel vuoto. E in questi casi penso che non sia un castello in aria e che un giorno riuscirò a riprodurre questa illusione nella realtà.

Cosa pensa degli esercizi quotidiani per le dita?

Mi piacciono perché hanno un effetto calmante.

Le sue mani sono davvero assicurate?

In passato sì, oggi no.

Sul palco è un perfezionista, lo è anche a casa?

Ho due lati: sono allo stesso tempo confusionario e perfezionista.

Ci spieghi.

Il mio appartamento è molto ordinato ma spesso sul mio leggio regna il caos.

Quale trucco di magia che oggi padroneggia perfettamente sul palco l’ha portata quasi sull’orlo della follia durante le prove?

Inizialmente, il trucco del volo sembrava una cosa senza fine. Alla fine ci sono voluti quasi sette anni affinché il primo numero sul volo funzionasse bene. Nel 1999 sono stato il primo mago della storia a fluttuare in aria in una sala di teatro a Brema a una distanza di solo un metro e mezzo dalla testa del pubblico.

In seguito ha trasformato la sua illusione sul volo nel suo pezzo forte, la carrozza volante. Nel 2007 ha mostrato questo numero per la prima volta al CSI (Concorso Ippico Internazionale, ndr.) presso l’Hallenstadion di Zurigo. Quanto si è esercitato?

Dovevo fare abbastanza in fretta. Avevo solo un anno di tempo per prepararmi. Poco prima della prima esibizione al CSI qualcosa è andato storto.

Ci racconti.

Durante l’ultima prova prima della conferenza stampa del CSI sono caduto dalla carrozza. Finora non l’ho mai raccontato a nessuno.

Si è fatto male?

Per fortuna no, ma la carrozza è stata danneggiata. Fortunatamente siamo riusciti a ripararla alla bell’e meglio prima dell’inizio della conferenza stampa. È stato un brutto momento, molto stressante. Allo tempo stesso non era niente di nuovo per me. Nella maggior parte dei casi, le nuove illusioni non funzionano subito, ci vuole un po’ di tempo prima che siano pronte per il palcoscenico. Di solito ci vogliono diversi tentativi.

Quando è stata l’ultima volta in cui ha fallito un numero sul palco?

Piccoli errori capitano di continuo.

E l’ultimo errore grande?

Nel 2014, durante uno spettacolo di Halloween a Kuala Lumpur, c’è stato un guasto all’intero impianto audio. Ci sono voluti quasi 40 minuti prima di trovare un elettricista che potesse riparare il danno.

Peter Marvey sulle sue abilità di volo: «Inizialmente, il trucco del volo sembrava una cosa senza fine. Alla fine ci sono voluti quasi sette anni affinché il primo numero sul volo funzionasse bene».
Peter Marvey sulle sue abilità di volo: «Inizialmente, il trucco del volo sembrava una cosa senza fine. Alla fine ci sono voluti quasi sette anni affinché il primo numero sul volo funzionasse bene».
Keystone

Si esibirà nel suo numero sul volo anche nello spettacolo ‹‹Stars of Illusion›› a Zurigo?

Sì, ma in un modo nuovo. Per la prima volta, durante il numero inviterò anche uno spettatore sul palco che potrà vedermi volare da vicino e persino stringermi la mano.

Potrei imparare anch’io a volare?

Per farlo dovrebbe essere un po’ matto.

E quanto dovrei pagarla affinché mi riveli il trucco?

Il denaro non è il punto essenziale. Anche se sapesse come funziona il volo, non significa che riuscirebbe a volare. In altre parole: essere a bordo di un aereo non significa esserne il pilota.

Volare è il suo grande sogno. Ha mai sognato di diventare pilota?

Di recente mi è stato concesso di pilotare un piccolo aereo ma sinceramente mi è sembrato di volare meno rispetto a quando mi trovo sul palco.

Lancio in paracadute. Sì o no?

Mi piace molto il paracadute e ho già fatto questa esperienza, ma il parapendio mi affascina ancora di più.

Le piacerebbe volare sulla luna?

Sì, ma …

... Perché quel “ma”?

Non andrei mai sulla luna se non avessi la certezza che gli aerei sono assolutamente sicuri. Al momento il rischio sarebbe troppo alto per me.

Spesso le viene chiesto: come fa?

Sì, ma la maggior parte delle persone non si aspetta che glielo dica. Dò sempre delle spiegazioni ma non sempre quelle giuste. Ad esempio a scuola ci è stato spiegato che le centrali nucleari sono sicure. Dopo il disastro nucleare di Chernobyl abbiamo capito che non è così. È triste e ci dimostra che le illusioni sono spesso più vicine alla realtà poiché nulla va mai come previsto. 

Una volta ha affermato che i bambini sono più difficili da ingannare rispetto agli adulti. Perché?

I bambini sono ancora esseri incontaminati e hanno un loro modo di pensare, che non segue schemi prestabiliti. Le persone più grandi d’età fanno automaticamente troppe supposizioni: una tazza di caffè è calda, ha del liquido all’interno, e così via. In qualità di mago sfrutto questa situazione, mettendo in discussione tutte le conoscenze che la gente ritiene logiche. Ecco perché le persone istruite sono spesso più facili da ingannare rispetto a quelle non istruite.

Esistono trucchi di magia nuovi che non sono ancora stati inventati?

Chiunque dica che è già stato inventato tutto non fa sicuramente parte di quelle persone che inventeranno qualcosa di nuovo.

Corre anche questa voce: nella Maag Halle di Zurigo, Marvey proverà una nuova illusione oltre a quella dell’auto volante. Si farà tagliare in due dalla sua assistente mentre fluttua in aria.

Ci sono già stati molti momenti culminanti nella sua carriera di illusionista e mago. Ora ne nominerò due e mi piacerebbe se potesse aggiungere brevemente qualcosa al riguardo: a 24 anni il Principe Alberto le ha consegnato la ‹‹bacchetta magica d’oro›› al Gran Premio di Monaco.

Finora questo è stato uno dei momenti salienti della mia carriera. Anche se all’epoca forse ero l’unico in tutta la sala a non sapere chi fosse il signore che mi aveva consegnato il premio. Ho capito solo dopo che un vero principe mi aveva stretto la mano.

Gli stessi Siegfried & Roy hanno imparato qualcosa da lei: per lo stravagante Comeback Show a Las Vegas, la coppia di maghi famosa in tutto il mondo ha messo in scena un suo numero di magia.

Dieci anni fa, Siegfried assistette a uno dei primi spettacoli nella mia ‹‹Magic House›› a Feusisberg. Si innamorò subito di una delle mie illusioni perché all’inizio pensò che fosse impossibile. Dopo lo spettacolo mi si avvicinò e mi chiese se potesse mettere in scena lo stesso numero nel suo ultimissimo spettacolo di Sigfried & Roy.

Quanto hanno dovuto pagare Siegfried & Roy per usare il suo trucco di magia sul palco?

Non c’è stato nessun pagamento, ma ovviamente hanno dovuto sostenere tutte le spese. Sono andato a Las Vegas per insegnare il trucco a Siegfried & Roy. Dopo lo spettacolo, Sigfried mi chiese se potesse tenere l’illusione come ricordo, ma io non volevo perché anch’io volevo mostrarla durante i miei spettacoli. Tuttavia, se un giorno non dovessi più mettere in scena il numero, allora lo regalerò a Siegfried.

E per finire siamo giunti al test sul talento - dia un punteggio al suo talento: zero significa nessun talento, dieci significa massimo talento. Il suo talento come giardiniere?

Cinque punti.

Motivazione?

Il 50% delle mie piante muore. (ride)

Cantante?

Zero punti. Non canto più da anni perché non sono assolutamente portato.

Femminista?

Dieci punti. Uomini e donne dovrebbero poter vivere assolutamente con gli stessi diritti, anche se non sono uguali.

Politico?

Non sono un politico, quindi non posso valutare il mio talento, ma ho un’opinione politica e vado regolarmente a votare.

Riesce a immaginarsi di assumere una carica politica un giorno?

Non dico no a priori. Chi lo sa cosa potrebbe accadere tra cinque o dieci anni.

Vuole morire sul palco?

No.

Perché no?

Sarebbe terribile per il pubblico. Altra domanda: Le sembro già così vecchio?

Perché?

Perché mi ha chiesto come volessi morire. (ride)

Oh, scusi, non volevo …

… oh, sto scherzando, adoro queste domande.

I biglietti per lo spettacolo «Stars of Illusion» di Peter Marvey, in scena a dicembre alla Maag Halle di Zurigo, sono disponibili al seguente link.

Il redattore di «Bluewin» Bruno Bötschi intervista regolarmente personalità famose con il gioco domanda-risposta «Bötschi fragt». Bötschi vanta notevole esperienza nelle interviste. Per la rivista «Schweizer Familie», ha seguito per molti anni la serie «Traumfänger». A tal proposito, ha posto a oltre 200 persone la domanda: Da bambini si hanno tanti sogni – se ne ricorda? Il libro della serie «Traumfänger» è uscito presso la casa editrice Applaus Verlag, Zurigo. È disponibile in libreria.
Il redattore di «Bluewin» Bruno Bötschi intervista regolarmente personalità famose con il gioco domanda-risposta «Bötschi fragt». Bötschi vanta notevole esperienza nelle interviste. Per la rivista «Schweizer Familie», ha seguito per molti anni la serie «Traumfänger». A tal proposito, ha posto a oltre 200 persone la domanda: Da bambini si hanno tanti sogni – se ne ricorda? Il libro della serie «Traumfänger» è uscito presso la casa editrice Applaus Verlag, Zurigo. È disponibile in libreria.
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