«Non ci possono essere scuse» Il re Carlo in visita in Kenya condanna le atrocità del colonialismo

SDA

31.10.2023 - 21:03

«Non ci possono essere scuse» per le atrocità della colonizzazione britannica del Kenya, ha affermato re Carlo III senza però chiedere ufficialmente perdono.
«Non ci possono essere scuse» per le atrocità della colonizzazione britannica del Kenya, ha affermato re Carlo III senza però chiedere ufficialmente perdono.
Keystone/AP Pool AFP/LUIS TATO

La prima visita ufficiale di re Carlo III al di fuori dell'Europa, nel Kenya uscito dolorosamente dal dominio britannico e nel pieno delle celebrazioni per il 60esimo anniversario dell'indipendenza ottenuta nel 1963, è iniziata con le polemiche sul passato coloniale del Regno Unito e le richieste di scuse pubbliche arrivate al sovrano da più parti.

L'accoglienza riservata al monarca e alla regina Camilla dal presidente dello Stato africano, William Ruto, e dalla moglie Rachel è stata calorosa, ricevuti alla State House di Nairobi.

Ma è stata preceduta da proteste da parte dei reduci del movimento anticolonialista dei Mau Mau, brutalmente represso dall'esercito britannico durante le ribellione avvenuta fra il 1952 e il 1960 sulla scia della dissoluzione delle ultime vestigia dell'impero.

Il sovrano, parlando nel corso della cena di gala organizzata dal presidente Ruto, ha espresso «il più grande dolore e il più profondo rammarico» per le atrocità subite dai kenioti durante la loro lotta per l'indipendenza dal dominio coloniale britannico.

«Ci sono stati atti di violenza ripugnanti e ingiustificabili – ha scandito – e per questo non ci possono essere scuse».

Carlo non ha formulato il «mea culpa»

Ma Carlo non è arrivato a formulare il «mea culpa» a nome della monarchia richiesto invece a livello locale. Soprattutto da parte della Commissione per i diritti umani del Kenya, che aveva auspicato «scuse pubbliche inequivocabili», avanzando anche la richiesta di ulteriori risarcimenti rispetto a quelli minimi ottenuti da Londra nel 2013.

Dopo una battaglia nei tribunali durata anni, la Gran Bretagna guidata allora dal premier conservatore David Cameron aveva accettato di risarcire più di 5'000 kenioti che avevano subito abusi durante la ribellione, con un accordo del valore di 20 milioni di sterline: ciascuna vittima aveva ricevuto circa 2'600 sterline al netto delle spese legali.

Carlo ha così evitato una formulazione più impegnativa di scuse, per evitare di aprire la porta a nuove richieste di indennizzi da parte di Londra, secondo una linea già seguita in passato dai reali.

L'itinerario della visita nel Paese

Nella visita di quattro giorni nel Paese membro del Commonwealth, dopo la tappa a Nairobi – dove Carlo e Camilla hanno visitato il museo di storia nazionale e deposto una corona di fiori al memoriale degli Uhuru Gardens – i reali andranno anche alla storica moschea Mandhry della città portuale di Mombasa.

Non è prevista invece alcuna visita a Nanyuki, la cittadina a nord della capitale dove si trova una base per l'addestramento delle truppe britanniche al centro di ricorrenti polemiche, tra accuse di stupri, omicidi e la presenza di ordigni inesplosi che mutilano le popolazioni locali. Con la polizia che ha bloccato una dimostrazione di parenti di cittadini morti in circostanze secondo loro causate dai militari del Regno Unito.

Sua Maestà si prepara a festeggiare il compleanno

Dopo la prima visita in Africa da sovrano – fra l'altro in uno Stato con significati molto importanti per la famiglia reale, in quanto proprio nel corso di un viaggio in Kenya nel 1952 la defunta regina Elisabetta II (allora giovane erede al trono) ricevette la notizia della morte del padre Giorgio VI – Carlo si prepara per festeggiare il suo compleanno privato il 14 novembre.

Secondo un gossip ricorrente sui tabloid, per celebrare i 75 anni del monarca ci potrebbe essere il tanto atteso incontro di riavvicinamento col figlio «ribelle» Harry, al fine di smussare i motivi di contrasto dopo la rottura del 2020 con la famiglia reale e il trasferimento del principe negli Usa insieme alla moglie Meghan.