Mondiali La ministra belga discute con Infantino con la fascia "One Love"

SDA

24.11.2022 - 09:20

La ministra degli Esteri belga Hadja Lahbib con la fascia "One Love".
La ministra degli Esteri belga Hadja Lahbib con la fascia "One Love".
Keystone

La ministra degli Esteri belga Hadja Lahbib ha indossato ieri sera sugli spalti la fascia «One love», che era stata rifiutata al Belgio e ad altre Nazionali europee, durante la partita vinta dai «Diavoli rossi» contro il Canada ai Mondiali in Qatar.

24.11.2022 - 09:20

Hadja Lahbib era presente sulla tribuna dello stadio Al-Rayyan accanto, fra gli altri, al presidente della Fifa, Gianni Infantino.

«Mi ha spiegato perché aveva scelto di non permettere al Belgio di indossare la fascia 'One love', secondo le regole della Fifa. Queste regole non valgono sugli spalti, mi sono tolta la giacca e ho presentato la fascia», ha spiegato al microfono della RTBF.

Sotto la minaccia di «sanzioni sportive» da parte della Fifa, il Belgio e altre sei nazioni europee presenti in Qatar – Germania, Inghilterra, Danimarca, Olanda, Galles e Svizzera – hanno rinunciato a far indossare ai rispettivi capitani la fascia colorata, simbolo di inclusione e diversità. «Penso sia stato un gesto simbolicamente forte, che il Belgio ha voluto trasmettere», ha aggiunto la ministra. «So che Eden Hazard (capitano dei belgi, ndr) avrebbe voluto indossarla in campo», ha proseguito Hadja Lahbib, aggiungendo di essere arrivata in Qatar all'inizio del torneo per avere «schietti colloqui» con la diplomazia del Qatar a «difesa dei diritti umani».

Un'altra ministra, la tedesca Nancy Faeser, responsabile dell'Interno con delega allo sport, è apparsa ieri in tribuna con questa fascia durante la partita della Germania contro il Giappone, al Khalifa International Stadium di Doha. In campo, al momento della tradizionale foto di squadra pre-partita, i calciatori tedeschi si sono messi le mani davanti alla bocca per protestare contro la decisione della Fifa di vietare le fasce.

Ma la scelta di fermare la fascia arcobaleno con la minaccia di giallo (o anche di più) ha provocato reazioni anche nelle altre nazionali europee. Il capitano della Svizzera Granit Xhaka annuncia che la Nati, che oggi debutterà il Mondiale contro il Camerun, «non imiterà la Germania: noi non vogliamo educare nessuno». Un dirigente dell'Associazione svizzera di calcio aveva in precedenza assicurato che Xhaka «avrebbe voluto» mettere la fascia «One Love», ma indosserà invece la quella fornita dalla Fifa con un messaggio antirazzista, «un messaggio positivo che è un segnale dei nostri valori».

Dal Belgio arriva dal canto suo la voce del difensore Jan Vertonghen: «noi giocatori ci sentiamo controllati: ho persino paura ad esprimermi sui diritti umani».

E intanto tuona anche la federazione danese, che ha dovuto rinunciare oltre alla fascia OneLove a una maglia di allenamento su cui lo sponsor aveva disegnato un messaggio pro-diritti: «valutiamo azioni legali, con gli altri Paesi scandinavi, e sicuramente non rivoteremo Infantino», dice il suo presidente, Jesper Moeller. Per ora, a fare rumore è quel bavaglio sulla bocca mostrato oggi dai tedeschi a tutto il mondo.

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