McEnroe difende Djokovic «Piace meno di Federer ma non merita di essere fischiato»

bfi

13.7.2022

Novak Djokovic e Roger Federer a Wimbledon in occasione dell'anniversario dei 100 anni del Centre Court.
Novak Djokovic e Roger Federer a Wimbledon in occasione dell'anniversario dei 100 anni del Centre Court.
KEYSTONE

L'ex campionissimo americano spezza una lancia in favore del tennista serbo, il quale, secondo lui, anche se meno amato dei suoi due storici rivali «fa onore al gioco del tennis».

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La leggenda del tennis John McEnroe ha parlato della popolarità di Novak Djokovic rispetto a quella di Roger Federer e Rafael Nadal.

John McEnroe sa di cosa parla, lui che con il pubblico, da giocatore, ha avuto un rapporto intenso, nel bene e nel male. Ma su questo argomento torneremo dopo, con le parole dello stesso statunitense.

Il presente del tennis dice invece che domenica scorsa Novak Djokovic, campione in carica, ha sconfitto l'australiano Nick Kyrgios in finale a Wimbledon (4-6 6-3 6-4 7-6), andando a conquistare la sua settima corona sull'erba inglese, il 21esimo titolo del Grande Slam.

In una battaglia esplosiva, accesa e tesa, la solidità del serbo ha avuto la meglio sull'esuberante talento del 27enne di Canberra. Novak Djokovic è così riuscito a superare Roger Federer nel totale di Grand Slam vinti e si trova a un solo passo da Rafa Nadal (22).

Nonostante ciò, il 34enne di Belgrado - da sempre - deve inchinarsi all'affetto del pubblico che immancabilmente favorisce i suoi due storici rivali. I fischi, o anche solo la mancanza di quelle espressioni di affetto che accompagnano Federer e Nadal, hanno sempre messo Djokovic nella condizione di dover vestire i panni del cattivo. Ruolo che al quale lui ha aderito, non potendo forse fare diversamente.

La questione legata alla sua non vaccinazione contro il coronavirus e la saga che ha tenuto banco per settimane a inizio anno in occasione degli Australian Open, hanno allontanato ancora di più le due fazioni: coloro che amano il tennista serbo e quelli a cui proprio non piace.

Djokovic «merita più rispetto»

John McEnroe ha affermato che, sebbene Djokovic venga talvolta fischiato - soprattutto agli Open di Francia di quest'anno - e non sia popolare come i suoi grandi rivali Federer e Nadal, è una figura molto importante nel mondo del tennis e merita più rispetto.

Novak Djokovic 
Novak Djokovic 
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Non solo il serbo, ma l'ex campionissimo statunitense ha tirato in ballo anche il russo Daniil Medvedev, al quale anche, secondo lui, non viene concesso lo stesso affetto di altri giocatori.

«Lui (Medvedev) non meritava di essere fischiato, così come non se lo meritava Djokovic al Roland Garros. Lo hanno fischiato quando è uscito», ha detto il 63enne a GQ in un'intervista per promuovere il nuovo documentario dal titolo esplicito: «McEnroe».

«Djokovic può piacere meno di Nadal o Federer, ma fa onore al nostro gioco, per l'amor di Dio», ha dichiarato colui che in carriera ha vinto 7 titoli del Grande Slam.

«Medvedev, secondo me, non si è ancora ripreso dalla sconfitta nella finale degli Australian Open (persa contro Nadal ndr.), dal punto di vista emotivo. Non solo perché ha perso, ma anche a causa del pubblico» che gli era platealmente ostile.

«Ci vuole talento per avere un pubblico che ti ama e che alla fine ti odia»

L'oggi 63enne ex tennista sa di cosa parla quando si tratta del rapporto tra il campione e il pubblico. Amato specialmente dai suoi connazionali - portò gli USA a vincere la Coppa Davis per ben cinque volte - McEnroe è stato un giocatore sanguigno, votato all'attacco ma anche preda delle sue emozioni, che a volte lo portavano a mettere a nudo i suoi problemi di temperamento nei confronti di arbitri e ufficiali.

Una delle molteplici accese discussioni tra John McEnroe e l'arbitro di sedia.
Una delle molteplici accese discussioni tra John McEnroe e l'arbitro di sedia.
KEYSTONE

«Io ero diverso. Avevo la capacità di avere la folla dalla mia. Ho avuto il più grande applauso nel match che ho perso a Parigi contro Lendl. Il novanta per cento della gente applaudiva per me, poi in qualche modo alla fine li ho fatti applaudire tutti contro di me. Ci vuole talento per avere un pubblico che ti ama e che alla fine ti odia!».