Kyrgios senza pietà «Complimenti Novak, ma solo Federer ti sa rimpicciolire»

bfi

11.7.2022

Novak Djokovic (sinistra) saluta Nick Kyrgios al termine della finale vinta il 10 luglio 2022.
Novak Djokovic (sinistra) saluta Nick Kyrgios al termine della finale vinta il 10 luglio 2022.
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L'australiano, dopo aver perso la finale di Wimbledon contro un solidissimo Djokovic, snobba il campione con una battuta su Roger Federer.

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Gli si può imputare di essere forse immaturo, a volte poco controllato, a momenti irascibile, ma di Nick Kyrgios - perdente ieri in finale a Wimbledon contro Novak Djokovic - non si può certo dire che manchi di coraggio. Sul campo e davanti ai microfoni.

A poche ore dalla sua prima finale in un torneo del Grand Slam, il 27enne di Canberra ha infatti sostenuto che sia stato più difficile giocare contro Roger Federer che contro Novak Djokovic, nonostante abbia perso contro quest'ultimo per 4-6 6-3 6-4 7-6(3) in finale poche ore prima.

L'australiano non aveva mai perso contro il serbo del prima di domenica - due vittorie per Kyrgios - ma nonostante ciò ha respinto l'idea che la finale persa sia stata la partita più difficile della sua carriera.

«Non direi», ha risposto l'australiano quando gli è stato chiesto se Djokovic fosse l'avversario più difficile che avesse mai incontrato. «Come ho detto, pensavo di essere in condizione di vincere oggi».

«Djokovic non ti fa sentire così male come fa Federer a volte»

Il Bad Boy del tennis ha poi messo il quarantenne Roger Federer al di sopra del sette volte campione di Wimbledon in termini di difficoltà, aggiungendo: «Djokovic non ti fa sentire così male come fa Federer a volte. Penso che Roger, rispetto agli altri due (Djokovic e Nadal ndr.), possa farti sentire davvero male. Ti fa venire voglia di lasciare il campo. Riesce a far sembrare tutto così veloce. Il campo diventa davvero piccolo».

Roger Federer (destra) saluta Nick Kyrgios al termine della sfida giocata agli US Open nel 2018, quando lo svizzero vinse con il risultato di 6:4,6:1,7:5. 
Roger Federer (destra) saluta Nick Kyrgios al termine della sfida giocata agli US Open nel 2018, quando lo svizzero vinse con il risultato di 6:4,6:1,7:5. 
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Così, nel giorno in cui il nome di Roger Federer esce dal ranking ATP dopo 25 anni, ci pensa l'australiano a ridare lustro al 40enne di Basilea, che ricordiamolo, non ha ancora smesso i panni del giocatore.

«Nadal e Djokovic ti permettono di giocare un po' da dietro», ha spiegato il numero 45 del mondo. «Se non stai giocando bene, fai fatica. Ma Federer è in grado di metterti in difficoltà e di farti uscire dal campo molto velocemente».

«Tanto di cappello a Djokovic: non sembra mai agitato»

Il 27enne ha comunque elogiato la prestazione di Novak Djokovic, dicendo di esser rimasto colpito soprattutto dalla compostezza del suo avversario.

«È davvero composto. È strano, mi è sembrato che non abbia fatto nulla di straordinario oggi. È rientrato in partita nel modo in cui ci ha abituato. Sento che è un grande palleggiatore. Nei momenti importanti, mi è sembrato che non si sia mai scomposto. Credo che questa sia la sua più grande forza: non sembra mai agitato. Sembrava completamente in controllo di sé per tutto il tempo. Non penso che stesse giocando in modo troppo aggressivo, anche se giocava forte. Tanto di cappello».

«Mi sono messo in condizione di vincere, ma...»

Poi, il perdente, ha detto quello che molti hanno visto.

«Sì, ovviamente sono molto deluso. Mi sembrava che il trofeo fosse decisamente raggiungibile. Ho giocato un ottimo primo set e mi sono messo in condizione di prendere il controllo della partita. È stata una partita incredibile. Penso di aver servito bene. Potevo vincere, ma oggi non sono stato in grado di giocare bene i punti decisivi».

Al termine della finale, con l'aggiunta delle parole dello sconfitto, rimane l'impressione che l'australiano era davvero vicino alla vittoria. Mentre Robo-Djoko manteneva la calma, l'umano Kyrgios tentava di scalfire il suo avversario monolitico con dei secondi servizi nati quasi in parto gemellare con i primi.

Tanto coraggio e talento non sono però serviti per battere colui che oggi può vantare il settimo trofeo a Wimbledon, il 21esimo Grande Slam... per Kyrgios però, non il più grande di tutti.