Giustizia L'accoltellatrice della Manor: «Allah ci guidi sulla retta via»

Swisstxt

2.9.2022 - 14:09

Si è chiuso con le parole dell'accusata il processo per il doppio accoltellamento nel 2020 a Lugano. La giovane ha detto d'aver agito in nome dello Stato islamico. La sentenza è attesa per il 19 settembre.

Immagine d'illustrazione
Immagine d'illustrazione
KEYSTONE / Ti-Press

Palmi rivolti al cielo e una preghiera che chiede ad Allah di guidare i fedeli sulla retta via.

Con queste parole, pronunciate dall’imputata, si è chiuso venerdì il dibattimento nel processo a carico della 29enne di Vezia, accusata di tentato assassinio e violazione della legge federale che vieta i gruppi Al-Qaeda e Stato islamico per aver accoltellato alla Manor di Lugano, nel novembre del 2020, due donne.

La ragazza ha aggiunto: «Vi ringrazio per questi giorni, anche i miei legali, tutto sta nella vostra decisione».

La sentenza verrà pronunciata dalla Corte penale del Tribunale penale a Bellinzona il 19 settembre.

Repliche e dupliche

Ribadite le posizioni di accusa e difesa

In mattinata, come ricorda la RSI, si sono confrontati accusa e difesa dopo la lunga arringa difensiva di ieri, durata quasi cinque ore.

La procuratrice Elisabetta Tizzoni ha difeso l’operato della polizia federale e del Ministero pubblico della Confederazione.

Ha dunque negato fermamente che siano state le autorità a creare il «caso Manor» e ha ribadito che una persona, per essere considerata una terrorista non deve adempiere a tutti i criteri previsti dal «manuale del terrorista perfetto».

È sufficiente il fatto che abbia agito mossa dal fondamentalismo. Ha poi respinto la critica secondo cui l’accusa di terrorismo si fondi sulle sole dichiarazioni dell’imputata, citando le prove riportate nell’atto d’accusa.

In particolare, gli scambi online avuti con un uomo siriano in cui la donna inneggia allo Stato Islamico. Anche se parzialmente, era in grado di comprendere l’atrocità dell’atto, sapeva di promuovere l'ISIS e ci è riuscita, ha concluso la procuratrice federale.

La difesa ha pure ribadito la sua posizione. «Non abbiamo citato il manuale del terrorista perfetto», ha affermato l’avvocato Daniele Iuliucci, «abbiamo solo smontato la tesi accusatoria secondo cui l’imputata sia una lupa solitaria che ha pianificato il suo gesto negli anni».