Lugano Alla fine l'amianto al Macello c'era. E il Municipio precisa: «L'intervento sull'immobile doveva essere di natura minore»

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10.6.2021 - 17:49

La messa in sicurezza delle macerie dell'Ex Macello avvenuta martedì.
La messa in sicurezza delle macerie dell'Ex Macello avvenuta martedì.
TI-Press

Alla fine l'amianto al Macello c'era, ma non si sa ancora se in quantità sufficiente da presentare un pericolo per la popolazione. Lo comunica giovedì il Ministero pubblico. Intanto il Municipio di Lugano fa chiarezza sulla demolizione.

10.6.2021 - 17:49

«Sono giunti i risultati dei primi prelievi ordinati dagli inquirenti ed effettuati in superficie sull'area dell'ex Macello posta sotto sequestro limitatamente alle macerie - si legge nella nota stampa - e gli esami hanno confermato la presenza puntuale di alcuni materiali contenenti amianto e idrocarburi policiclici aromatici (PAH) in singoli oggetti che non sono presenti in quantitativi importanti rispetto alla massa delle macerie e dei rifiuti».

L'inchiesta cercherà ora «di stabilire se vi sia stata una concreta messa in pericolo dell'integrità delle persone e dell'ambiente al momento dell'abbattimento dell'edificio». Ulteriori prelievi in profondità sono già stati disposti.

In ogni caso, secondo la Sezione protezione aria, acqua e suolo (SPAAS), grazie alle operazioni di messa in sicurezza precauzionale di mercoledì scorso, l'area delimitata e sottoposta a sequestro «è da considerarsi sicura e priva di effetti dannosi per la popolazione e l'ambiente».

Molino, Lugano fa chiarezza

Intanto il Municipio di Lugano ha deciso di fare chiarezza sulla demolizione di parte dell'ex Macello. L'intervento delle ruspe, nella notte fra il 29 e il 30 maggio, era «di natura minore», concerneva solo il tetto e «non la demolizione completa dello stabile». Quindi l'opzione dell'abbattimento integrale «non è mai stata sottoposta» all'Esecutivo che, quindi, non l'ha mai autorizzata.

L'Esecutivo, precisando che su quest'aspetto non saranno rilasciate ulteriori dichiarazioni, preannuncia quindi l'apertura di un'inchiesta interna a titolo complementare rispetto alle procedure penali e amministrative già in atto.

Per il resto l'Esecutivo conferma la sua disponibilità al dialogo con le realtà dell'autogestione «che negli scorsi giorni si sono fatte avanti e desiderano essere riconosciute e sostenute nelle loro attività», auspicando che anche su questo tema approfondimenti e accordi possano essere condivisi «nel quadro di una nuova convenzione. Quanto alla nuova sede destinata ai molinari, e identificata in una parte del sedime del Consorzio Medio Cassarate, il Municipio parla di "un'ipotesi interessante e concreta», da discutere in ogni caso con le realtà autogestite presenti a Lugano.

Effetti personali recuperabili

Viene poi accolta con favore dall'Esecutivo la possibilità di impostare «un'attività di mediazione che permetta di trovare soluzioni in tempi ragionevoli». La Città, si precisa nel comunicato, reputa che in questo senso il coinvolgimento del cantone «resti necessario».

Nella nota, infine, si preannuncia la possibilità «di recuperare effetti personali, mobilio e libri rimasti» negli spazi dello stabile demolito - il cui accesso è al momento precluso - e si indica un indirizzo di posta elettronica per permettere di annunciarsi a tutti coloro che sono interessati a tale recupero.

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