Pericoli tecnologici Morire per un selfie: fin dove siamo disposti a spingerci per una foto?

dpa/mit

15.1.2019

Il viadotto Landwasser è una location popolare per scattare fotografie. Secondo una relazione di “National Geographic”, il grado di notorietà di questo luogo è aumentato ancora.
Il viadotto Landwasser è una location popolare per scattare fotografie. Secondo una relazione di “National Geographic”, il grado di notorietà di questo luogo è aumentato ancora.
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Lo scatto perfetto pagato con la vita: ogni anno, più di 30 Indiani muoiono mentre scattano un selfie. Neppure le zone vietate servono a migliorare la situazione. Anche in Svizzera continuano a verificarsi incidenti: l’ultimo proprio lungo le rotaie della Ferrovia Retica.

“Ma non è proibito?” chiede un utente di Twitter alla Ferrovia Retica (RhB) tramite il social network. L’immagine mostra due persone pericolosamente vicine alle rotaie sul viadotto Landwasser, nei pressi di Filisur (Canton Grigioni), mentre un treno si avvicina. Sembra che siano in posa per una foto. Simon Rageth, portavoce della Ferrovia Retica, ha rilasciato una dichiarazione a “20 Minuten”, in cui afferma che il treno sullo sfondo è un rimorchio pilota in fase di messa in opera, pertanto non indicato sull’orario. I soggetti della foto, perciò, non potevano sapere che in quel momento sarebbe transitato un treno lungo il viadotto. Una situazione estremamente pericolosa.

Anche in Sri Lanka, meta turistica particolarmente gettonata, i turisti continuano a mettersi in pericolo per raggiungere location pittoresche. Spiagge da sogno, natura, elefanti selvaggi: lo Sri Lanka ammalia i turisti con il suo fascino. Tra questi, anche una trentacinquenne tedesca che, poche settimane fa, ha visitato il Parco Nazionale di Horton Plains, situato sull’altopiano centrale dell’isola. Voleva scattarsi un selfie su una rupe a strapiombo alta più di 1.000 metri nota con il nome di “World’s End”, ma è precipitata verso la morte.

La guida turistica “Lonely Planet”, apprezzata in tutto il mondo, ha definito lo Sri Lanka la principale meta turistica del prossimo anno . Una buona notizia per questo Stato situato nell’Oceano Indiano, che, dopo nove anni dalla conclusione di una guerra civile durata decenni, potrà fare buon uso dei proventi derivanti dal turismo. Proprio per questo, è ancora più importante che non si ripetano tragedie come quella che ha visto protagonista la turista tedesca.

Eppure, non è raro che i turisti si mettano in pericolo spinti dal desiderio di fotografarsi di fronte a paesaggi suggestivi, come accade, ad esempio, in Sri Lanka sulle pittoresche rotaie che attraversano la giungla nell’entroterra. “Il numero di stranieri che sale sulla pedana dei treni in movimento per scattarsi un selfie è in aumento”, dichiara Anura Premaratna, capo della sicurezza dell’impresa ferroviaria dello Sri Lanka. “I nostri controllori sono costretti a ripetere continuamente che i passeggeri devono rimanere all’interno della carrozza.”

Due giovani Indiani si scattano un selfie di fronte alle rotaie sulle quali è precedentemente avvenuto il parziale deragliamento di un treno adibito al trasporto di persone.
Due giovani Indiani si scattano un selfie di fronte alle rotaie sulle quali è precedentemente avvenuto il parziale deragliamento di un treno adibito al trasporto di persone.
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Persino salire sulle scale mobili è un buon motivo per scattarsi un selfie

Tuttavia, due studi segnalano che è l’India, grande vicina dello Sri Lanka, lo Stato in cui si registra il numero di gran lunga più elevato di morti a causa dei selfie. I ricercatori dell’AIIMS, un gruppo di ospedali universitari indiani, hanno annunciato pochi mesi fa che, tra ottobre 2011 e novembre 2017, 259 persone in tutto il mondo sarebbero morte mentre si scattavano un selfie, circa la metà delle quali in India.

Nel 2016, gli scienziati dell’Indian Institute of Technology Delhi (IIT) e dell’università statunitense Carnegie Mellon avevano presentato uno studio con risultati analoghi. Dietro l’India si trovano, con un distacco notevole, Stati come il Pakistan, la Russia e gli USA. Secondo Ponnurangam Kumaraguru, uno degli autori dello studio dell’IIT, 139 Indiani sarebbero morti da marzo 2014 mentre scattavano un selfie, sei dei quali al di fuori dell’India. A questo numero, si aggiungono cinque stranieri in India.

Queste cifre elevate potrebbero essere dovute anche alla popolazione estremamente numerosa dell’India, che ammonta a 1,3 miliardi. Risulta evidente che quella dei selfie sia una moda diffusa nel subcontinente ancora più che in altri luoghi del mondo. Nelle città indiane, si vedono ovunque persone con il braccio teso e il telefono rivolto verso di sé: nei ristoranti, nei centri commerciali, in metropolitana, sugli aerei o semplicemente per strada. Per alcuni, persino salire sulle scale mobili è un momento chiaramente degno di essere immortalato.

Popolari i selfie con i turisti

Gli Indiani amano avvicinarsi agli stranieri per scattarsi un selfie con loro, a volte addirittura senza chiedere il permesso: un fenomeno, questo, ben noto alla maggior parte di coloro che hanno visitato l’India. Secondo quanto riportato dalle notizie, l’anno scorso, presso la nota meta turistica di Fatehpur Sikri, una giovane coppia svizzera sarebbe stata vittima di un terribile pestaggio da parte di un gruppo di giovani Indiani proprio per aver rifiutato di scattare un selfie insieme a loro.

Nel frattempo, le guide turistiche raccontano di essere costrette a proteggere i vacanzieri da richieste aggressive di scattare un selfie. Le foto con l’hashtag #selfiewithforeigner (selfie con stranieri), preferibilmente con donne giovani e dalla carnagione chiara, fanno il giro dei social media in India.

Persone che si fotografano presso il Bandra Fort Bandstand, una nota meta turistica sul Mar Arabico, non lontano dal cartello di divieto che segnala di tenersi a distanza dall’acqua. Ogni anno, più di 30 Indiani muoiono mentre scattano un selfie. Neppure le zone vietate servono a migliorare la situazione.
Persone che si fotografano presso il Bandra Fort Bandstand, una nota meta turistica sul Mar Arabico, non lontano dal cartello di divieto che segnala di tenersi a distanza dall’acqua. Ogni anno, più di 30 Indiani muoiono mentre scattano un selfie. Neppure le zone vietate servono a migliorare la situazione.
dpa

Kumaraguru, co-autore dello Studio dell’IIT sulle morti riconducibili ai selfie, attribuisce questa mania al fatto che molti Indiani abbiano da poco accesso a cellulari dotati di una connessione a Internet. A renderlo possibile sono stati smartphone economici e pacchetti convenienti per l’uso dei dati mobili. “E ogni nuovo cellulare viene pubblicizzato soprattutto per la sua fotocamera”, dichiara. Inoltre, la situazione sarebbe dovuta anche al fatto che due terzi della popolazione ha meno di 35 anni. Giocherebbe un ruolo importante anche la nota propensione dei giovani Indiani a scattarsi selfie.

Istituite le “No-selfie zone”

Secondo gli studi, sono soprattutto i giovani uomini a scattare selfie pericolosi: sulle scogliere, sui tetti di edifici alti o ai margini delle acque. È frequente, perciò, la morte per annegamento. Nella metropoli indiana di Mumbai, centro della finanza e dell’intrattenimento, e nello Stato federale costiero di Goa, esistono già luoghi in cui è vietato scattarsi un selfie. Su un nuovo ponte di Delhi dovrebbe essere creato un angolo per i selfie, dopo che alcune persone si sono sporte da auto in movimento e si sono arrampicate sul ponte per scattare foto memorabili.

Le “no-selfie zone” a Mumbai e Goa sembrano non aver sortito alcun effetto, tanto più perché non sono segnalate, dichiara Kumaraguru. Il professore di tecnologie dell’informazione ed esperto di social media afferma di avere una soluzione migliore: insieme ai colleghi, ha sviluppato un’applicazione chiamata Saftie, basata su un database che contiene circa 7.000 luoghi del mondo in cui può essere pericoloso scattarsi un selfie. Inoltre, tramite la fotocamera del cellulare, l’app è in grado di riconoscere se un selfie viene scattato eccessivamente vicino a un precipizio o a un corso d’acqua.

Il numero di utenti di Saftie è ancora limitato. Tuttavia, Kumaraguru spera che le aziende di servizi online come Google o Snapchat scelgano di integrare questa tecnologia nelle loro applicazioni. “Qui si tratta di salvare delle vite”, puntualizza Kumaraguru.

Un uomo si scatta un selfie di fronte a un’onda che investe la passeggiata.
Un uomo si scatta un selfie di fronte a un’onda che investe la passeggiata.
dpa
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