Diagnosi sbagliataInchiesta sulla morte di Andrea Purgatori: «Bastava un antibiotico». Ecco perché
Covermedia
8.4.2024 - 16:31
Gli esperti ritengono che Purgatori abbia iniziato a morire subito dopo il ricovero, a causa di una diagnosi sbagliata su «ipotetiche» metastasi cerebrali da parte del professor Gianfranco Gualdi.
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08.04.2024, 16:31
09.04.2024, 11:09
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Il Corriere della Sera ha rivelato in anteprima i dettagli di una perizia relativa alla morte del giornalista Andrea Purgatori, scomparso il 19 luglio 2023, evidenziando una serie di errori diagnostici che hanno impedito una corretta cura.
Purgatori soffriva di endocardite, un'infezione delle valvole cardiache, che coesisteva con un tumore ai polmoni. Una condizione che, secondo gli esperti, avrebbe richiesto un trattamento antibiotico semplice ma efficace per prolungare la vita del paziente.
Nessuno dei medici della clinica privata Villa Margherita a Roma, dove Purgatori era in cura, ha identificato correttamente la malattia.
Sono ora indagati quattro medici curanti, tra cui il cardiologo Guido Laudani, accusato di non aver prescritto gli accertamenti necessari per diagnosticare l'endocardite infettiva. Secondo i consulenti del pm, Luigi Marsella e Alessandro Mauriello, questa omissione rappresenta un caso di imperizia.
Trattate metastasi celebrali inesistenti
La famiglia di Purgatori, assistita dall'avvocato Alessandro Gentiloni Silveri, ha espresso profonda delusione per il trattamento ricevuto, sottolineando come al giornalista fossero state erroneamente diagnosticate e trattate metastasi cerebrali inesistenti.
Questo ha deviato l'attenzione dalla vera causa del deterioramento della sua salute, impedendo l'adozione della corretta diagnosi e terapia.
Gli esperti ritengono che Purgatori abbia iniziato a morire subito dopo il ricovero, a causa di una diagnosi sbagliata di «ipotetiche» metastasi cerebrali da parte del professor Gianfranco Gualdi, che ha condotto a trattamenti inutili di radioterapia.
Nel frattempo, le condizioni del paziente si sono aggravate. La perizia suggerisce che, basandosi sui sintomi presentati, sarebbe stato opportuno esplorare altre ipotesi diagnostiche e richiedere una consulenza infettivologica.
Successivamente, presso l'Ospedale Umberto I, dove Purgatori è stato trasferito, i medici hanno immediatamente sospettato un'endocardite batterica e hanno eseguito gli accertamenti necessari a confermare questa diagnosi, dimostrando come un approccio diverso avrebbe potuto cambiare l'esito delle cure.